I Mondiali di Calcio FIFA di Russia 2018: incroci storici e politici

Giovedì 14 giugno alle 17.00 verrà dato il calcio d’inizio dei Mondiali di Calcio FIFA 2018. La manifestazione si terrà in Russia grazie a una decisione presa dal Comitato Esecutivo della Federazione Internazionale delle Associazioni Calcistiche nella sua riunione presso Zurigo del 2 dicembre 2010. La competizione vedrà 32 squadre sfidarsi per il titolo di Campione del Mondo ora detenuto dalla Germania, uscita vincitrice dal torneo ospitato in Brasile nel 2014. Le partite si giocheranno in 11 città diverse e in 12 stadi. La finale si terrà il 15 Luglio allo stadio Luzhniki di Mosca con gran parte del pianeta collegata per seguire il match che determinerà il nuovo campione.

La Russia è un paese con un ruolo controverso nell’attuale scenario internazionale: il ruolo in Siria a sostegno del regime di Assad ha messo in evidenza alcune violazioni dei diritti umani riprese dall’intera comunità internazionale. L’ingerenza negli affari europei si è delineate attraverso il sostegno (dimostrato) verso determinate forze politiche centrifughe, provocando l’allarme e l’intorbidimento dei rapporti con l’Europa. L’appoggio alle forze separatiste del Donbass e l’annessione della Crimea hanno provocato una reazione che è culminata nelle sanzioni economiche verso Mosca. Dopo il tentato omicidio di Skripal del 14 marzo 2018 la nazionale inglese ha rischiato di non partecipare: dopo adeguate riflessioni, tuttavia, Londra ha deciso di non inviare esponenti governativi o membri della famiglia reale consentendo però alla partecipazione dei Tre Leoni.

Anche la procedura di assegnazione non fu esente da critiche e accuse di corruzione: nel 2014 l’incaricato dalla FIFA per lo studio di misure anticorruzione Michael J. Garcia (già general attorney negli Stati Uniti) ha prodotto un report di oltre 350 pagine contenente le prove della corruzione dei giudici, già emersa l’anno precedente quando la Football Association britannica accusò alcuni commissari (nella fattispecie Jack Warner, Nicolas Leoz, Ricardo Texeira e Worawi Makudi) di aver richiesto loro delle tangenti per votare a favore del Regno Unito. Il capo del comitato etico della FIFA Hans-Joachim Eckert decise di non pubblicare il report, salvo poi pubblicare un estratto dello stesso che non citava alcuna responsabilità di Qatar e Russia nella modifica del processo decisionale della FIFA.

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Il presidente russo Putin mentre palleggia. RIA/Novosti

Altra notevole controversia che ha sollevato diverse polemiche sia tra i commentatori internazionali che tra gli esperti di questioni sportive è la condanna subita dalla Russia da parte del Comitato Olimpico Internazionale dopo aver scoperto l’esistenza di un piano delle federazioni sportive russe (specie quelle legate all’atletica) di coprire la somministrazione di sostanze dopanti a oltre un migliaio di atleti. Per tale motivo al comitato olimpico russo non è stata consentita la partecipazione alle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang: per non danneggiare gli atleti e privarli dell’onore più alto per uno sportivo, i partecipanti russi hanno gareggiato con le insegne del CIO.

Oltre alle questioni sportive e di politica estera, la scelta di assegnare i mondiali alla Russia è stata criticata anche per questioni di politica interna: il dato russo in merito ai diritti umani non è alla pari degli altri paesi europei. Il diritto di parola e di manifestazione è stato violato a più riprese attraverso l’incarcerazione e l’uccisione di giornalisti e oppositori in circostanze non verificate. I diritti LGBT semplicemente non vengono riconosciuti e, in determinati casi, le persone appartenenti a tale novero vengono discriminate pesantemente anche grazie ad una legge del 2013 in cui è definito reato penale il parlare in favore dei diritti LGBT e crimine il tenere una manifestazione che sensibilizzi questo tipo di tematiche. Molte associazioni animaliste hanno protestato per l’assegnazione del torneo alla Russia dopo aver scoperto che Mosca ha messo in atto una campagna di sterminio degli animali randagi.

Saranno proprio i padroni di casa ad aprire i giochi con la partita valevole per il gruppo A (il più debole contanto la somma dei punti del ranking FIFA) contro l’Arabia Saudita. I “figli del deserto” non partecipano a una fase finale del mondiale dal 2006 e il migliore risultato venne ottenuto nel 1994, quando arrivarono agli ottavi di finale. Lo scontro tra Russia e Arabia Saudita a livello internazionale si è avuto fino all’anno scorso per motivi legati al commercio degli idrocarburi: l’Arabia per tutta la prima metà degli anni ’10 ha cercato di tenere basso il prezzo delle proprie materie prime energetiche in un’ottica di acquisizione di sempre maggiori quote di mercato a scapito principalmente dei produttori di olio di scisto statunitensi. Tale politica, tuttavia, ha avuto l’effetto collaterale di buttare fuori dal mercato energetico anche tutti gli altri attori statuali come l’Iran, ma soprattutto la Russia, che nel lungo periodo ha risentito moltissimo del calo delle vendite del petrolio. I due paesi sono in competizione anche per quanto riguarda il conflitto siriano, con i russi in appoggio al regime di Assad e all’Iran, mentre Riyad sta intraprendendo colloqui con le Syrian Democratic Forces per creare un nuovo soggetto nel nord del paese in grado di contrastare l’asse Mosca-Teheran-Damasco.

Proprio l’Iran cercherà di dire la propria nel gruppo B, dominato da due titani di questo sport come il Portogallo campione d’Europa nel 2016 e la Spagna che ha preceduto i lusitani come detentrice del trofeo per ben due volte. Quarta squadra è il Marocco, che dà vita con la Spagna a un rapporto politico spesso turbolento per tutta una serie di questioni. La prima e più importante riguarda probabilmente le pretese marocchine sulle due enclavi spagnole situate sulla costa meridionale del Mediterraneo: le Isole Canarie, le Chafarinas, Ceuta e Melilla sono rivendicazioni di Rabat basate su motivazioni storiche. Altro problema riguarda il Sahara Occidentale, che vede la presenza di truppe spagnole legata agli scontri in atto tra il governo centrale e il Fronte Polisario che sostiene l’indipendenza della regione: i due paesi non hanno avuto relazioni per oltre due anni tra il 2001 e il 2003.

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Ceuta vista dall’alto. Reuters

Il gruppo C vede protagonista la Francia, annoverata tra le favorite per il titolo, insieme ad Australia, Perù e Danimarca. Le relazioni tra Parigi e Canberra si sono fatte nel tempo sempre più strette a dispetto della distanza tra le due capitali, con visite da parte di Sarkozy e Hollande, sia per discutere dei principali argomenti caldi per le relazioni internazionali, sia per commemorare i soldati australiani caduti in Francia nel corso delle due guerre mondiali (circa 45.000). Parte dei Domaines e dei Territoires d’Outre Mer si trovano in Oceania (ad esempio Tahiti o la Nuova Caledonia) e con questi territori l’Australia ha dato vita a numerosi progetti di assistenza e di interscambio economico. Francia-Australia sarà ricordato anche come il “derby antartico”, considerato che sia Parigi che Canberra amministrano degli “spicchi” del continente e sono due tra le nazioni più presenti al Polo Sud insieme a Nuova Zelanda, Cile, Argentina, Inghilterra e Norvegia.

L’Argentina, la Croazia, l’Islanda e la Nigeria daranno vita al girone D. Sulla carta le squadre favorite per il passaggio del turno sembrano essere Argentina e Croazia, ma l’Islanda si candida a essere la sorpresa del torneo dopo l’ottima prova degli scorsi Europei e le Superaquile si presentano con un organico di discreto livello anche se lontano dai livelli del 1994. Argentina e Croazia condividono delle relazioni degne d’interesse e alcuni punti della loro storia nazionale sono stati percorsi in comune: tra il XIX e il XX secolo la diaspora croata aveva portato oltre 120.000 dalmati dal litorale croato alla pampa argentina che furono tra i primi a colonizzare. Le relazioni tra i due paesi sono tanto forti che la prima ambasciata croata (ancora non ufficiale in quanto Zagabria non aveva ancora ricevuto un riconoscimento formale) aprì proprio a Buenos Aires.

Il Gruppo E è costituito da Brasile, Costa Rica, Serbia e Svizzera. È possibile ipotizzare uno scontro a suon di cartellini gialli e interventi duri tra le ultime due nazioni: la Svizzera ha convocato ben 11 giocatori di origini bosniache o kosovare, paesi che coltivano rapporti (soprattutto a livello popolare) di grande rivalità con Belgrado. Le guerre degli anni Novanta hanno lasciato solchi molto profondi nei paesi dei Balcani occidentali, ulteriormente aggravati dai tentativi di pulizia etnica realizzati da ambo le parti. Proprio le condizioni economiche derivanti dai continui conflitti che si sono succeduti dopo lo sfaldamento della Jugoslavia hanno finito per provocare la diaspora verso l’Europa occidentale.

I campioni uscenti della Germania sono stati inseriti nel gruppo F insieme a Corea del Sud, Messico e Svezia. Nonostante il girone appaia piuttosto disomogeneo e costituito da stati con relazioni non degne di nota (eccetto forse Svezia e Germania, entrambe appartenenti all’Unione Europea), Germania e Messico sono le protagoniste di una delle storie di spionaggio più intense della Prima Guerra Mondiale e che, in definitiva, portò all’ingresso in guerra degli Stati Uniti. Nel gennaio del 1917 il ministero degli esteri tedesco inviò un telegramma al governo messicano per poter predisporre un’alleanza segreta in caso di entrata nel conflitto degli Stati Uniti: al Messico al termine del conflitto sarebbero dovuti andare il Nuovo Messico, l’Arizona e il Texas. Il telegramma venne intercettato dai servizi d’intelligence britannici che trasmisero l’informazione al governo statunitense (ancora sprovvisto di un degno sevizio d’informazioni) che lo diffuse pubblicamente il 3 marzo. L’opinione pubblica americana, antiinterventista, mutò rapidamente nel giro di una notte e ad aprile gli Stati Uniti scesero in guerra, facendo pendere la bilancia dalla parte delle potenze dell’Intesa.

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Il telegramma Zimmermann (ancora cifrato) inviato al presidente messicano Venustiano Carranza. Wikimedia Commons

Belgio, Inghilterra, Panama e Tunisia animeranno il girone G, il girone dei canali: il Canale della Manica separa Belgio e Inghilterra, mentre Panama dà il nome al canale artificiale che consente alle navi di passare dal Pacifico all’Atlantico senza circumnavigare l’Argentina. La Tunisia è bagnata dal Canale di Sicilia che la separa dall’isola italiana e dal resto d’Europa. In aggiunta a questo, le due case reali belga e britannica condividono la stessa origine in quanto entrambi appartenenti alla casa Sassonia-Coburgo-Gotha, con il ramo inglese costretto a cambiare nome prima della Prima Guerra Mondiale in quanto “troppo tedesco” (con uno dei primi bombardieri che assunse la denominazione “Gotha”), favorendo il nome della tenuta in cui si trovavano al momento della decisione, ovvero Windsor.

Ultimo girone di questa disamina è il gruppo H che vede protagoniste Giappone, Senegal, Colombia e Polonia, con queste ultime due formazioni favorite per il passaggio del turno. Varsavia e Tokyo hanno avuto relazioni decisamente importanti nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, con entrambi i paesi impegnati ad arginare l’Unione Sovietica e ad acquisire intelligence su quanto accadeva in Russia. Il Giappone arrivò a condannare fortemente l’invasione della Polonia da parte della Germania (nonostante Berlino e Tokyo fossero alleate) e a supportare il governo polacco in esilio. Il Maggiore dell’esercito giapponese Fukushima Yasumasa arrivò a comporre un poema e metterlo in musica celebrando la lotta polacca per l’indipendenza, il Porando Kaiko.

I mondiali di calcio garantiscono l’attenzione del mondo intero sulla manifestazione e sul paese che li ospita: questa è una grande opportunità per Mosca per riprendere un po’ di quel soft power perso negli ultimi anni. Dall’altro lato la manifestazione non si avvia secondo i migliori presupposti, considerando la situazione internazionale piuttosto tesa e incline al conflitto, specie considerando il Medio Oriente. Vada come vada, sarà certamente una grande manifestazione che ci regalerà molte sfide interessanti. Buon calcio a tutti!

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