L’oscena polemica della Lega sui tortellini al pollo

Sembra una commedia di Eugène Ionesco, invece è tutto vero. In Italia, nel 2019, due tra i principali esponenti del partito nazionalista più votato dagli italiani hanno deciso che cucinare pochi chilogrammi di tortellini con ripieno di pollo anziché di maiale in occasione della festa del Santo Patrono di una delle principali città italiane è una minaccia mortale alle nostre tradizioni e una capitolazione inaccettabile nei confronti del cous cous. Il caso è presto diventato nazionale, suscitando la consueta ondata memetica e l’ennesima, italianissima, oscena polemica sul cibo.

I fatti e le reazioni

A Bologna, in occasione della festa del santo patrono San Petronio, che si terrà il quattro ottobre, il Forum Regionale delle Famiglie ha pensato di offrire un’alternativa ai tortellini tradizionali per gli invitati di fede islamica e per «chi è celiaco, […] chi deve stare leggero, chi ha delle intolleranze alimentari. […] Chi, per vari motivi, i tortellini tradizionali non li può mangiare». Quindi, a fronte di una produzione di cinque quintali di tortellini ripieni di maiale, si è pensato di preparare due o tre chilogrammi di tortellini al pollo. Come specifica Alfredo Caltabiano, presidente del Forum Regionale delle Famiglie, che organizza la festa insieme al Comitato per le manifestazioni petroniane, di cui fanno parte Comune e Diocesi: «Il tema delle celebrazioni di quest’anno è “Famiglia è accoglienza”, dunque ci siamo immaginati un desco a cui tutti i membri della famiglia potessero prendere parte. Abbiamo pensato a dei laboratori per bambini, perché potessero imparare dalle sfogline a chiudere i tortellini nel modo caratteristico – prosegue – e abbiamo pensato agli anziani, che, spesso, per motivi di salute non possono mangiare carne di maiale e alimenti troppo ricchi di grassi». L’arcivescovo Zuppi, che è stato additato come il promotore dell’iniziativa, ha in realtà appreso la notizia dai media solo in un secondo momento.

Immediata la reazione della Lega e di Fratelli d’Italia: Lucia Borgonzoni, candidata della Lega per le imminenti elezioni regionali di gennaio, ha affermato: «Questa per certi è integrazione, per me è un’offesa alle nostre tradizioni che nulla ha a che fare con l’integrazione. Bastava fare i tortelloni se volevano essere più Islam friendly, ma poi non avrebbero avuto un po’ di polemica da esibire e non avrebbero offeso la cultura di un’intera città». Per Matteo Salvini, invece, «il vescovo di Bologna ha lanciato i tortellini senza carne di maiale. È come dire il vino rosso in Umbria senza uva. Vi rendete conto? Stanno cercando di cancellare la nostra storia, la nostra cultura». Sulla stessa linea Galeazzo Bignami di FdI, secondo cui «il rispetto passa dalla accettazione da parte di chi arriva anche delle piccole tradizioni locali, non della loro rinuncia da parte della comunità che accoglie. Chi cede oggi sulle piccole identità, a maggior ragione cederà domani sulle grandi identità».

A differenza di quanto affermano gli esponenti dell’opposizione, si può dedurre dalle parole degli organizzatori che i tortellini al pollo, che costituiscono una quantità irrilevante rispetto a quelli tradizionali, non siano stati pensati esclusivamente per le persone di fede islamica, ma per chiunque, per qualsiasi motivo, religioso o alimentare, non possa mangiare il maiale.

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Statua di San Petronio in Piazza Ravegnana. Foto: Farlottine.

Oscena polemica

La polemica è montata immediatamente. Le dichiarazioni di Salvini e della Borgonzoni hanno generato una scia di centinaia di commenti, vari nel tono ma identici nella sostanza, in cui si afferma, in ordine sparso, che «non abbiamo più dignità, una morale. Abbiamo venduto noi stessi in tanti modi e sistemi la nostra persona il nostro io il nostro futuro », che «in paesi islamici ho sempre dovuto mangiare i loro piatti non ho mai trovato lasagne, anolini, grana, salame, prosciutto per gli stranieri» e che «Il tortellino è tortellino! Cazzo! Altrimenti si chiamerebbe spinacino, ricottino, funghettino o gallinello. …….. anche le nostre tradizioni bisogna snaturare per far piacere a gente che per noi non ha rispetto!».

Sarebbe il caso di ricordare a Salvini, alla Borgonzoni e a chi si indigna per un tortellino al pollo alcuni fatti che potrebbero aiutarci a considerare la questione nella giusta prospettiva: Giovanni Rana produce da anni ogni variante possibile di tortellini (con prosciutto, spinaci, formaggio, curry, mandorle) e altre paste ripiene, non attenendosi mai alla ricetta originale e snaturando le tradizioni di ogni singola regione italiana. Eppure nessun esponente della Lega gli ha mai mosso una critica; forse perché è un italiano (ricco)? I vegetariani e i vegani, per motivi culturali, esattamente come gli islamici, non possono mangiare maiale. Dobbiamo bollarli come traditori della patria e bandirli da Bologna? Ebrei e persone di fede islamica che non mangiano maiale possono essere italiani, anche se ciò sembra essere sconvolgente per alcuni esponenti della Lega. Ogni anno si tiene a Bologna il Festival del Tortellino, in cui si propongono tortellini alle mandorle, ripieni di faraona, in crema di fegato d’oca, con panna alla robiola, prosciutto croccante, aceto balsamico, senza che nessuno vi abbia mai visto una minaccia alla propria identità. Infine Salvini, come riportavamo in questo articolo, il 22 dicembre 2018 ha pubblicato su Twitter una foto di tortellini in padella con pomodoro e salsiccia accompagnati da un boccale di birra, che è come mangiare la pizza con l’aceto, la mortadella con l’ananas, la carbonara coi gamberi.

Con che coraggio una persona che ha fatto violenza alla ricetta dei tortellini in una maniera così efferata, accompagnandoli addirittura con la birra (al posto del lambrusco) come un tedesco qualsiasi, può affermare che due chili di tortellini al pollo, che sono comunque artigianali e non comprati, in brodo e non al pomodoro, rappresentano una minaccia per la nostra cultura?

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La foto di tortellini al pomodoro e salsiccia postata da Salvini su Twitter.

Il tortellino è sacro

Nessuno ne dubiti: il tortellino è sacro. Ma proprio perché è sacro può sopportare benissimo che in certe circostanze eccezionali, come atto di gentilezza e inclusione, il suo ripieno venga cambiato. Il tortellino, che come tutte le paste ripiene è generoso, non ne risentirà. Continueremo a mangiarlo per Natale, a vederlo preparare dalle sfogline e a trovarlo in vetrina da Atti, come sempre. Nel mentre, aspetteremo che il Paese si avventi goloso sull’ennesima oscena polemica a sfondo culinario, ripiegato sull’ultima passione civile che ormai riscalda il nostro popolo.

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