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Il declino di Ronda Rousey: dalla Streak al possibile ritiro

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Claudio Agave
FOTO: profilo Facebook ufficiale Ronda Rousey

Per anni è stata la lottatrice più dominante del mondo. Ma, all’improvviso, la fiamma di Ronda Rousey si è spenta come si era accesa.

Nella vita – come nello sport – esistono dei momenti piuttosto chiari e cristallini nella mente di una persona: quando tutto finisce sembra palesarsi immediatamente una sensazione di delusione mista a incredulità, un’emozione negativa frutto di un cocktail letale di sicurezze venute meno e agghiaccianti prospettive future. Probabilmente è così che si è sentita Ronda Rousey dopo il ko subito contro Holly Holm, un ko che le è costato il titolo femminile UFC ma soprattutto ha posto fine a un’imbattibilità che durava ormai da svariati match e sulla quale – come Undertaker nel wrestling – la Rousey aveva costruito il suo personaggio, la sua popolarità, la Leggenda che l’ha accompagnata quasi fino alla fine, abbandonandola ad un passo dal traguardo.

Eppure non va dimenticato che Rowdy è una vera e propria eccellenza: judoka impeccabile (per lei anche un bronzo olimpico a Pechino 2008), grandiosa nelle arti marziali miste e personaggio incredibilmente carismatico quanto dominante. Purtroppo, come tutte le storie più belle, anche quella della Rousey sembra avviarsi ad una conclusione senza eccessiva gloria. Che però, ovviamente, non rovina quanto di incredibile plasmato fino ad ora.

Imbattibile

Dopo aver collezionato con grande successo medaglie in tutte le competizioni più importanti del Judo – compresi Mondiali e Olimpiadi – la Rousey decide di legare la sua carriera alla disciplina che contribuirà a lanciarla tra i più grandi sportivi di sempre: quella delle MMA.

Il mondo si accorge subito di lei, tanto è vero che dopo appena due incontri disputati da non professionista entra subito a far parte della Strikeforce. In quel momento inizierà il lunghissimo dominio della Rousey, che non solo diventerà campionessa in poco tempo ma darà sfoggio delle sue qualità battendo avversarie quotate come Miesha Tate e Sarah Kaufman. Ronda comincia a farsi un nome ad altissimi livelli e viene stabilmente considerata nella Top 3 delle atlete migliori del mondo, se non la prima in assoluto. Nella sua disciplina e nel suo peso è sicuramente un’innovatrice, come dimostrato da quanto accadde nel 2012: Ronda Rousey diventa infatti la prima donna ad essere messa sotto contratto dalla Ultimate Fighting Championship (UFC), la più nota e importante federazione in fatto di MMA.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 38-39.

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Claudio Agave

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