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Trade Deadline NBA – La rivincita dell’Est

Published by
Marco Baccega

Quando si pensa ai momenti più salienti della stagione NBA, i primi pensieri vanno sicuramente verso le finals, i playoffs, oppure a quei tre giorni di gare spettacolari chiamati All Star Game. Ciò nonostante, uno dei periodi chiave che ogni anno fa rimanere con il fiato sospeso molti appassionati della palla a spicchi d’oltreoceano è la famigerata NBA Trade Deadline, ovvero l’ultimo giorno della stagione disponibile per imbastire uno scambio che possa dare una marcia in più nello sprint finale verso il Larry O’Brien Championship Trophy, o che possa segnare un punto di partenza per un’eventuale rifondazione.

Quest’anno la data segnata nel calendario di general managers, giocatori e appassionati era il 7 febbraio, e una volta entrati nell’ultima settimana di trattative le sorprese non si sono fatte attendere.

Le trade principali

Tobias Harris, Mike Scott e Boban Marjanovic. Foto: NBC Sports.

Trade completata: i Philadelphia 76ers ricevono Tobias Harris, Boban Marjanovic e Mike Scott; i Los Angeles Clippers ricevono Landry Shamet, Wilson Chandler, Mike Muscala, la scelta (protetta) al primo giro dei 76ers del 2020, la scelta (non protetta) al primo giro degli Heats del 2021, e due scelte al secondo giro (2021 e 2023).

I Clippers decidono di scambiare dei buoni giocatori con dei contratti in scadenza per quattro scelte (molto interessanti quelle al primo giro), un giocatore tra i più positivi tra i rookies di quest’anno (Shamet) e due onesti mestieranti come Chandler e Muscala (poi girato ai Lakers). Uno scambio molto positivo considerando che in questo modo, oltre agli assets direttamente ricevuti, liberano spazio salariale per firmare potenzialmente una o due star durante la carica free agency di quest’estate.

Dall’altro lato i 76ers riescono nell’intento di rafforzare il loro quintetto base senza dover sacrificare nessuno dei loro giocatori titolari. In questo momento il quintetto potenziale di Philadelphia vede Simmons, Reddick, Butler, Harris e Embid, sulla carta inferiore solo ai mostri della baia. Inoltre l’acquisizione del gigante serbo Marjanovic può garantire sicuramente una buona mano sotto canestro e dà la possibilità di poter far rifiatare Embid senza perdere troppa prestanza fisica. Con questa trade i 76ers si candidano ad essere una spina sul fianco per i Celtics e i Raptors e finalmente, dopo svariati anni “Lebroniani”, fanno sì che la East Conference possa riprendere ad essere combattuta e divertente. Probabilmente non sarà ancora l’anno di Philadelphia, ma se la dirigenza riuscirà a mantenere questo nucleo durante l’estate, l’anno prossimo potrebbe essere finalmente quello giusto per la città dell’amore fraterno.

Trade completata: i Dallas Mavericks ricevono Kristaps Porzingis, Tim Hardaway Jr, Courtney Lee e Trey Burke; i New York Knicks ricevono DeAndre Jordan, Dennis Smith Jr, Wesley Matthews, la scelta (non protetta) al primo giro del 2021 e la scelta (protetta 1-10) al primo giro 2023.

Per i Knicks questa trade si rivela una scelta radicale e un chiaro assalto alla free agency di quest’estate, dove avranno un enorme spazio salariale (stimati 76 milioni di dollari, più di qualsiasi altra squadra) con cui potranno firmare potenzialmente due giocatori al massimo salariale. Oltre allo spazio salariare prendono Dennis Smith Jr, una buona guardia con molto potenziale che stava soffrendo molto la convivenza con la star emergente Doncic ai Mavs, e che con il giusto approccio potrebbe tornare ai buoni livelli della passata stagione. La vera incognita sarà vedere quanti (e quali) giocatori che saranno free agent quest’estate decideranno di andare a New York, dove si sa, ci sono i soldi e la fama, ma anche una dirigenza disastrosa che sembra ormai da anni incapace di dare una svolta alla situazione disastrosa della franchigia.

Per i Mavericks lo scambio sembra rappresentare una scommessa ad alto rischio e alto guadagno. Innanzitutto l’unicorno lettone viene da un anno di stop a causa della rottura del legamento crociato anteriore, e bisognerà vedere come sarà la sua guarigione, sia a livello fisico che mentale. Inoltre, Porzingis sarà un restricted free agent quest’estate e i Mavs dovranno essere pronti a pareggiare qualsiasi offerta per averlo disponibile per almeno un altro anno. Nonostante ciò, l’idea di vedere un duo di superstar europee come Doncic e Porzingis (con Dirk come mentore) non può fare altro che ingrandire i sogni dei tifosi Mavs, che negli ultimi quindici anni sono sempre stati abituati a grandi squadre.  Oltre al lituano, Dallas riceve però un pacchetto di tre giocatori che sicuramente non fanno impazzire per le loro qualità cestistiche e che portano con sé un bagaglio salariale da 30 milioni di dollari.

Marc Gasol. Foto: Sporting News.

Trade completata: i Toronto Raptors ricevono Marc Gasol; i Memphis Grizzlies ricevono Jonas Valanciunas, Delon Wright, CJ Miles e una scelta al secondo giro del 2024.

I Grizzlies erano arrivati alla deadline con voci di scambio per le loro due star, Gasol e Mike Conley. Alla fine, solo il centro spagnolo ha lasciato il Tennessee e, probabilmente, Memphis è riuscita ad ottenere il massimo possibile da questo scambio, con un centro discreto, due guardie/play che liberano più di dieci milioni di dollari di spazio salariale e la solita scelta al secondo giro per rinfarcire lo scambio. D’altro canto, Toronto sacrifica alcuni assets e spazio in busta paga, ma prende un centro veterano che può aiutare a fare la differenza, soprattutto ai playoffs. Anche questa trade segue il trend che ha accompagnato questo ultimo periodo e ha aiutato a riportare finalmente un po’ di talento a est, dopo tanti anni di egemonia della conference occidentale.

Trade completata: gli Houston Rockets ricevono Iman Shumpert, Nik Stauskas e Wade Baldwin; i Cleveland Cavaliers ricevono Brandon Knight, Marquese Chriss, una scelta (protetta) al primo giro del 2019 e una scelta al secondo giro del 2022; i Sacramento Kings ricevono Alec Burks e una scelta al secondo giro del 2020.

Questa trade a tre (concatenata con quella di domenica, che ha portato Rodney Hood ai Trailblazers) beneficia principalmente i Texani che in Shumpert trovano una guardia veterana che può aiutare molto, specialmente in difesa, dove sicuramente i Rockets non eccellono. Per Cleveland e Sacramento cambia ben poco a livello di qualità di squadra, ma le scelte ricevute sicuramente aiuteranno le due franchigie in futuro. Una curiosità: il povero Stauskas (che dopo essere arrivato a Houston è stato girato a Indiana che lo ha rilasciato) ha cambiato ben quattro squadre in meno di una settimana.

Trade completata: i Milwaukee Bucks ricevono Nikola Mirotic; i New Orleans Pelicans ricevono Jason Smith, Stanley Johnson e quattro scelte al secondo giro (2019, due 2020 e 2021); i Pistons ricevono Thon Maker.

I Bucks escono rinvigoriti da questa trade, aggiungendo una pedina fondamentale che può allargare molto il campo in attacco, in una squadra a cui un giocatore catch and shoot è manna dal cielo. Certo, il prezzo da pagare sono due scelte al secondo giro arrivate da Washington, che dopo l’ulteriore infortunio di Wall sicuramente valgono molto, ma Milwaukee non può permettersi di aspettare ancora tanto tempo prima di puntare alla vetta della Eastern Conference, e Mirotic sicuramente può essere l’arma in più per arrivare fino in fondo. Anche i Pelicans fanno un buon affare, cominciando ad accumulare scelte che sicuramente aiuteranno a rifondare la franchigia dopo l’addio, ormai inevitabile, di Anthony Davis.

Trade completata: i Dallas Mavericks ricevono: Zach Randolph e Justin Jackson; i Sacramento Kings ricevono Harrison Barnes.

Con questa trade i Mavericks riescono a scaricare il pesante contratto di Barnes (che ha saputo di essere stato scambiato durante una partita), ricevendo un giocatore di qualità similare (Jackson) e un veterano che, se non verrà rilasciato, potrà portare un po’ di fisicità sotto i tabelloni texani. I Kings invece investono in un giocatore valutato a un prezzo troppo alto, ma che può dare ancora una buona presenza sia da quattro agile che da tre pesante.

Trade completata: i Chicago Bulls ricevono Otto Porter Jr.; i Washington Wizards ricevono Jabari Parker, Bobby Portis e una scelta al secondo giro del 2023.

I vincitori di questa trade sono sicuramente i Bulls che si portano a casa un giocatore solido sia in difesa che nel catch and shoot come Otto Porter Jr. Nonostante ciò, Chicago si accolla un contratto pesante, anche se in questo momento non dovrebbe essere un problema per la franchigia della città del vento. D’altra parte i capitolini potrebbero ritrovare in Jabari Parker il giocatore che sembrava dover diventare al draft del 2014 e lo fanno scaricando i 27 milioni all’anno di Barnes e una scelta al draft che sicuramente non può dispiacere.

Markelle Fultz. Foto: CBS Sport.

Trade completata: gli Orlando Magic ricevono Markelle Fultz; i Philadelphia 76ers ricevono Jonathon Simmons, una scelta al secondo giro del 2019 e una scelta (protetta 1-20) al primo giro del 2020.

I Magic sono sicuramente i vincitori di questa trade, con una scommessa chiamata Fultz che ha basso rischio e alto potenziale. Sarà importante capire se la scelta numero uno dello scorso draft sarà in grado di riprendersi completamente dal suo misterioso infortunio alla spalla e se riuscirà ad avere il carattere che aveva dimostrato durante i suoi giorni universitari. Philly forse rinuncia troppo presto alla sua prima scelta, ma è anche vero che durante quest’ultimo anno la franchigia ha cominciato ad organizzarsi per vincere anche senza Fultz, cosa che lascia a questo addio un sapore meno amaro.

Vincitori e vinti

Sicuramente ciò che rimane dopo questa ultima settimana di mercato è l’impressione che dopo molte frustranti stagioni, le cose stiano veramente cambiando nella Eastern Conference. Le aggiunte ai roster di Philadelphia, Milwaukee e Toronto dimostrano che queste franchigie stiano finalmente raccogliendo i frutti di anni di tanking e numerose sconfitte, rendendo la Conference finalmente competitiva e imprevedibile con Boston che si aggiunge al gruppo e va a formare un quartetto in cui nessuna squadra ha la certezza di essere superiore alle altre, specialmente giocando al meglio delle sette partite. Ne esce parzialmente sconfitto Anthony Davis, che è stato fino all’ultimo momento il centro dell’attenzione dei media, che si aspettavano di vederlo volare verso Los Angeles sponda giallo-viola dopo l’offerta (probabilmente irripetibile) non accettata da New Orleans, e che quindi dovrà finire la stagione in un clima non certo disteso. Il non-scambio di Davis, beneficia i Celtics, che non avrebbero potuto scambiarlo in questa Deadline, ma che potrebbero eventualmente firmarlo in estate. Infine, sicuramente vincono i Mavs e i Clippers: i primi che contemporaneamente acquisiscono asset di qualità e riescono a scaricare contratti pesanti; i secondi che prendono finalmente una decisione forte scaricando contratti pesanti senza smantellare completamente la squadra.

Si era prospettata una Trade Deadline molto movimentata e così è effettivamente stato. Solo il futuro permetterà di scoprire quale dirigenza ha preso le decisioni migliori, e quale invece ha commesso uno sbaglio madornale. Nel frattempo, è già l’ora dell’All Star Game.

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Marco Baccega

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