Le tecnologie a favore dei disturbi specifici dell’apprendimento – parte 2

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I disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) sono disturbi evolutivi che si manifestano con difficoltà nell’apprendimento e nell’automatizzazione dei compiti. Il termine disturbo evolutivo indica che si tratta di un disturbo presente fin dalle prime fasi di sviluppo e accompagna il bambino nel corso di tutta la sua crescita e anche nell’età adulta.

Essi si distinguono dai disturbi di origine acquisita, cioè quelle patologie che riguardano le stesse abilità ma che si manifestano in seguito a specifiche lesioni cerebrali. Si stima che tra il tre e il quattro per cento della popolazione scolastica sia affetta da uno o più disturbi specifici
dell’apprendimento.

I disturbi specifici dell’apprendimento, che possono essere classificati come lieve, medio e severo, sono:

  • dislessia, che si manifesta con la difficoltà nella lettura fluente ad alta voce;
  • disortografia, caratterizzata da una difficoltà nella transcodifica del linguaggio parlato in linguaggio scritto, ovvero nel trasformare i suoni in segni scritti;
  • discalculia, che si manifesta con una difficoltà nelle procedure esecutive nel calcolo;
  • disgrafia, caratterizzata da una difficoltà nella riproduzione grafica delle lettere.

I disturbi specifici dell’apprendimento si manifestano in fasi diverse dello sviluppo, a seconda di quale tipo di ambito è interessato. Se i disturbi sono di coordinazione motoria hanno esordio quasi immediato,;se le anomalie sono le aree preposte per il linguaggio, le difficoltà si manifestano quando il bambino comincia a parlare e possono trasferirsi sull’apprendimento della lettura, della scrittura e influenzare anche l’ambito aritmetico. In generale si svelano con grande evidenza nei primi anni della scuola primaria e possono persistere per tutto l’arco della scolarizzazione.

Difficoltà o disturbo?

È importante comprendere la differenza. A volte i bambini hanno
bisogno solo di un po’ più di tempo per apprendere, e in questo caso di parla di ritardo nell’apprendimento. La differenza tra una difficoltà scolastica e un disturbo di apprendimento sta proprio nella risposta all’esercizio supplementare. Se le difficoltà scompaiono o si riducono dopo l’utilizzo di un metodo didattico differente, vuol dire che non ci sono disturbi di apprendimento. Infatti, la definizione Dsa contiene una precisazione: si tratta di una difficoltà ad apprendere la lettura o la scrittura o il calcolo, nonostante normali opportunità scolastiche e interventi educativi specifici.

In presenza di disturbi specifici dell’apprendimento diventa allora fondamentale l’utilizzo della tecnologia. Essa è innovativa, ma la vera innovazione è inserirla in un progetto educativo, in grado di rendere lo studente protagonista attivo del suo apprendimento, consapevole delle sue capacità e del suo modo di imparare, con effetti positivi anche sulla motivazione e il comportamento. Il tutto in un’ottica di didattica inclusiva, nella quale ogni alunno, anche lo studente con Dsa, deve poter valorizzare la sua modalità personale di elaborare e produrre nuova conoscenza.

Come già più volte ribadito, formarsi e imparare a usare in modo critico gli strumenti tecnologici è fondamentale. Una conoscenza informatica adeguata permette all’alunno, agli insegnanti, agli operatori scolastici e alla famiglia di individuare la tecnologia più adatta al singolo studente e inserirla nel contesto nel quale viene utilizzata. Solo con un’attenta
valutazione si riusciranno a sfruttare al massimo le potenzialità di ogni strumento.

Come riferimento bibliografico per illustrare (di seguito) dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia è stato utilizzato il volume Mio figlio non riesce a leggere e… di Giacomo Stella (2018).

Foto: Pixabay.

Dislessia

La dislessia è il disturbo più conosciuto tra i disturbi specifici dell’apprendimento. Riguarda la difficoltà del bambino a leggere in modo fluente senza errori. Alcuni decenni fa sono state scoperte alcune basi neurali della dislessia, ma oggi il dibattito sulle cause è molto ampio e acceso. Secondo alcuni ricercatori la dislessia non ha un’unica origine.

Da sottolineare che la dislessia, come tutti gli altri Dsa, non è una malattia ma una condizione particolare di funzionamento del cervello di fronte ad alcune attività. Capita spesso che l’alunno venga colpevolizzato di mancato impegno o di disattenzione. Per questo il soggetto accusa condizioni di svantaggio nell’apprendimento e nella vita sociale.

Utili per la dislessia sono tutti quegli strumenti che si sostituiscono alla lettura del testo. In questo senso, si segnala lo strumento di sintesi vocale. Questo tipo di software permette la lettura automatica di un testo digitale, tramite una voce terza. Alcuni di questi programmi permettono poi di regolare la velocità, il tipo di voce e la modalità di lettura. L’utente può
decidere la “porzione” di testo da leggere: fonema per fonema, parola per parola o frase per frase.

Lo strumento di sintesi vocale può essere utilizzato anche in combinazione con un editor, il quale può offrire la possibilità di apportare modifiche al testo, qualora si riscontrassero errori o qualora si volessero evidenziare o sottolineare parole. A questi si può abbinare l’utilizzo di programmi di videoscrittura, che permettono di creare testi in tempi
ridotti. Questi programmi possono comprendere anche un correttore automatico, che individua ed evidenzia errori di battitura.

Altri utili strumenti sono gli Ocr (riconoscimento ottico di caratteri). Questi, che hanno spesso la forma di una penna, riconoscono tramite lo scorrimento sul foglio i caratteri sul testo cartaceo e lo trasformano in digitale. Lo strumento di sintesi vocale lo “leggerà ad alta voce”.

Disortografia

La disortografia è un disturbo della scrittura caratterizzato da una difficoltà nella transcodifica del linguaggio parlato in linguaggio scritto, ovvero nel trasformare i suoni in segni scritti. Nel soggetto con disortografia, la parola è riprodotta in modo parziale, con omissione e/o
sostituzione di lettere con suono simile oppure sostituzioni di lettere
graficamente simili. Ancora, sono presenti difficoltà nel riconoscere i gruppi di lettere ch, gh, gn, gl e le doppie.

La difficoltà di scrittura determina conseguenze molto rilevanti a diversi livelli. Il bambino a scuola non riesce a seguire quello che viene dettato, omette parole e il contenuto del testo non è comprensibile. Si riducono gli errori ortografici nel tempo, ma persistono ugualmente, per cui si ritrovano anche nella scuola secondaria di I e di II grado.

Di fronte a un alunno con disortografia è necessario ridurre il numero di errori commessi e velocizzare il tempo di esecuzione della scrittura. Utili a questo fine sono gli strumenti compensativi digitali che presentano un software di riconoscimento vocale. Esso permette di trascrivere digitalmente un testo orale. Lo strumento riconosce il suono e lo trasforma in testo scritto, consentendo agli studenti che hanno problemi di scrittura con la tastiera (o con la carta e la penna) di risparmiare una notevole quantità di tempo e di ridurre gli errori.

Discalculia

La discalculia si può definire come un disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche, che si manifesta in diverse modalità. Il bambino può avere difficoltà nell’enumerazione, cioè nell’apprendimento e nel consolidamento della cosiddetta filastrocca dei numeri. Il bambino non riesce a imparare i numeri in sequenza, in avanti o all’indietro, e non è in
grado di effettuare corrispondenza tra etichetta numerica ed elementi da contare.

Ha difficoltà nella letto-scrittura del numero e nell’utilizzo degli zeri per mantenere il valore posizionale. Inoltre confonde i segni delle operazioni, non riesce a effettuare un giudizio di quantità e non è in grado di apprendere i meccanismi di calcolo o fa calcoli molto lentamente.

La discalculia ha un forte impatto sulla vita scolastica. I bambini non imparano le quattro operazioni nei tempi previsti e non riescono a risolvere i problemi semplici del quotidiano. La difficoltà si estende in questo modo al problem solving, cioè alla soluzione di problemi
anche di vita quotidiana. Questo disturbo tende a persistere nel tempo e si aggrava se non si interviene con strumenti compensativi.

Nel caso di un alunno con discalculia è necessario l’utilizzo di strumenti compensativi che si sostituiscono alle operazioni “meccaniche” del calcolo. Un esempio sono i fogli di calcolo, che permettono di svolgere in maniera ordinata e leggibile i conti. Vi sono poi calcolatrici “parlanti”, che attraverso lo strumento di sintesi vocale leggono a voce alta i passaggi delle operazioni che si svolgono.

Foto: Pixabay.

Disgrafia

La disgrafia è un disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nella riproduzione grafica delle lettere. Il bambino presenta in fase di apprendimento della scrittura lentezza nell’esecuzione dei grafemi, fatica nel riprodurli in modo corretto e difficoltà soprattutto con il corsivo.

Il tratto è irregolare e i grafemi a volte sono sproporzionati: può faticare a rimanere nelle righe o quadretti, ha una inclinazione scorretta
delle lettere o assenza di collegamenti tra loro quando scrive in corsivo. Si possono inoltre osservare passaggi da un carattere all’altro. A livello fisico, si nota rigidità muscolare e tensione, a volte anche crampi. L’impugnatura può essere scorretta e la scrittura a scatti e non fluente, poiché c’è eccessiva o carente pressione sul foglio.

Il bambino fatica quindi a copiare alla lavagna e a scrivere sotto
dettatura. Anche dopo l’apprendimento della scrittura al bambino può rimanere una riduzione marcata della velocità di esecuzione e una grafia poco leggibile, anche da sé stesso. Si notano affaticamento e carenza nella qualità e nella quantità degli elaborati spontanei. Le verifiche scritte risentono di tale deficit, poiché lo studente è lento e non riesce a
completare per tempo quanto richiesto, faticando a copiare dalla lavagna. Il bambino, perciò, è disorientato e frustato dalla difficoltà.

Essendo la disgrafia una difficoltà che rende complessa l’esecuzione del tratto scritto, lo strumento compensativo più indicato, oltre ai già citati Ocr e riconoscimento vocale, è quello della mappa concettuale, che riorganizza le informazioni relazionandole fra di loro o inserendole in un ordine gerarchico.

Importante sottolineare ancora la necessità di sviluppare una serie di strategie e piani didattici che vanno a integrare le tecnologie nello studio in modo consapevole, al fine di sviluppare l’autonomia dello studente. Vi è una grande varietà di strumenti compensativi digitali: essi possono (e devono) anche essere utilizzati in modo combinato per sfruttarne a
pieno le funzionalità.

Innovazione o tradizione?

Si è soliti pensare ai termini tradizione e innovazione come a due concetti antitetici, ma non è così. L’unico modo che la scuola ha per salvaguardare la tradizione è innovare. Il libro prevede un approccio sequenziale e analogico allo studio, al contrario del digitale che è incentrato su un modello interattivo e multimediale, in cui i contenuti si possono apprendere e conoscere in un modo più “vivo”.

Appare evidente quanto la tecnologia possa amplificare l’effetto di un ottimo insegnamento, ma anche quanto un’ottima tecnologia non possa sostituire un cattivo insegnamento. Occorre sempre avere un approccio critico nell’utilizzo delle nuove tecnologie dell’educazione, mirato all’innovazione e all’utilizzo consapevole. Essenziale è la formazione dei docenti, che deve essere continua e supportata da esperti del settore
informatico: il sapere cresce, le tecnologie si evolvono, cambiano le caratteristiche psicopedagogiche degli studenti, le modalità di apprendimento, le competenze e i bisogni. Di conseguenza, anche la figura del docente.

L’istruzione deve essere in grado di cogliere le sfide della complessità e rispondere ai bisogni di ciascuno, al fine di offrire a tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro problematiche, un percorso scolastico dignitoso. L’educazione, con questi supporti tecnologici, rappresenta oggi il sistema più efficace per rendere gli studenti cittadini attivi, critici e consapevoli, oltre che soggetti più competitivi, in una società che fa
dell’informazione e della conoscenza i propri pilastri fondanti.

Alex Longagnani

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