Farmaco preso in molte situazioni diverse tra loro, l’Aspirina è davvero efficace. In alcuni casi, però, non va assolutamente presa.
L’Aspirina, nome commerciale dell’acido acetilsalicilico, è un antinfiammatorio che appartiene alla famiglia dei salicilati, con nota proprietà antinfiammatoria, analgesica ed antipiretica, quindi perfetta per curare sia gli stati dolorosi che quelli febbrili. A basso dosaggio viene somministrata anche come antiaggregante piastrinico e, in generale, è consigliato dal medico nella cura degli stati febbrili ed influenzali, nonché per attenuare i dolori mestruali, l’emicrania o il mal di denti, così come i dolori muscolari. Ci sono alcuni casi, però, in cui non va assolutamente assunta.
L’Aspirina dev’essere somministrata solo negli adulti a partire dai 16 anni in su. Nei bambini e negli adolescenti, infatti, c’è il rischio che causi la sindrome di Reye. Nel caso in cui, assumendola, si avvertano dei sintomi particolari oppure la si voglia prendere in concomitanza con altre cure farmacologiche, è bene avvisare il proprio medico: un errore molto comune, infatti, è quello di prendere i farmaci con troppa leggerezza. Ecco poi quali sono i casi in cui non va assolutamente assunta.
Una delle molte applicazioni dell’Aspirina è quella preventiva per infarti ed ictus: come abbiamo detto, infatti, in piccole dosi agisce come antiaggregante piastrinico, utile soprattutto perché non crea problemi di pressione nei pazienti già ipertesi e sottoposti a trattamento. Un recente studio pubblicato sulla rivista JAMA, però, ha evidenziato come questa applicazione non porti alcun beneficio, in chiave preventiva, nelle persone anziane e in salute: ecco perché.
Se infatti, nelle persone che hanno già avuto un evento cardiovascolare, la somministrazione dell’acido acetilsalicilico aiuta a fluidificare il sangue e a prevenire la formazione di coaguli, quindi di ictus e infarti, negli anziani con un buono stato di salute l’assunzione di Aspirina con questo fine non è altrettanto consigliata. Di fatto, non solo non apporta alcuna significativa riduzione del rischio di un evento cardiovascolare, ma è anche associata a un maggiore rischio di emorragia cerebrale.
L’analisi ha coinvolto quasi 20mila persone sopra i 70 anni di età ed è durata più di quattro anni: la percentuale di rischio di emorragia cerebrale aumentava del 38% negli anziani sani che facevano uso di Aspirina per fluidificare il sangue. Si tratta di numeri importanti!
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