Boom dell’Assegno Sociale nel 2023: aumenti e novità per i beneficiari con il conguaglio della rivalutazione INPS. I nuovi limiti di reddito e le implicazioni finanziarie a lungo termine e le strategie pratiche per ottimizzare al meglio le entrate.
Con l’annuncio ufficiale dell’Inps tramite il messaggio n. 4050 del 2023, si apre un nuovo capitolo nella storia dell’Assegno sociale, il salvagente economico destinato a chi raggiunge i 67 anni in condizioni di disagio finanziario. Questo strumento vitale, soggetto a una rivalutazione periodica, subisce un’importante trasformazione grazie al conguaglio previsto per il 2023.
L’Assegno sociale, una bussola finanziaria per chi si trova a reddito zero, rappresenta un sostegno cruciale per coloro che non hanno potuto garantirsi una pensione. Ma non è solo per chi è completamente privo di entrate: una parte di questo beneficio può essere ottenuta come integrazione anche da coloro il cui reddito, seppur non nullo, non supera l’importo annuo dell’assegno sociale.
Dicembre, il mese dell’attesa, vedrà l’applicazione del conguaglio del 2023, un meccanismo che incrementerà l’importo percepito dell’Assegno sociale. Questo adeguamento tiene conto della differenza tra il tasso di perequazione provvisorio (7,3%) utilizzato a gennaio e quello definitivo (8,1%) stabilito successivamente. Un lieve aumento, ma significativo per tutti i beneficiari di questa misura di sostegno.
L‘incremento dell’Assegno sociale nel 2023 è di 3,76 euro al mese, portando l’importo annuo a 6.591,39 euro
Ma non è tutto: i limiti di reddito per essere beneficiari dell’Assegno sociale subiscono anch’essi un adeguamento con il conguaglio del 2023. La soglia di reddito massimo rimane a zero, mentre la soglia per ottenere il beneficio in modo parziale si attesta a 6.591,39 euro annui. Chi supera questa soglia vedrà l’importo calcolato sottraendo il reddito percepito dalla soglia massima.
È importante sottolineare che l’Assegno sociale tiene conto anche dei redditi del coniuge, con l’obiettivo di garantire il massimo supporto a chi ne ha più bisogno. La rivalutazione, tuttavia, non si estende alle maggiorazioni sociali, rimanendo costante a 196,91 euro, e viene erogata solo a chi raggiunge i 70 anni. Un’importante riflessione su come il sistema assistenziale si adatta alle esigenze della popolazione in continuo cambiamento.
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