Tutti usano Linkedin, ma in pochi conoscono i contenuti che non andrebbero mai pubblicato: nuovo allarme.
Siamo abituati a usare LinkedIn come una vetrina professionale, un luogo in cui mostrare competenze, esperienze e progetti. Ma quanto è davvero sicuro raccontare il nostro lavoro nei minimi dettagli?

A lanciare un allarme è un’autorità della sicurezza internazionale che mette in guardia su una pratica apparentemente innocua ma potenzialmente pericolosa: condividere online informazioni legate a settori sensibili come quello della difesa. Il rischio? Esporsi inconsapevolmente a operazioni di spionaggio e perdita di dati strategici. Un comportamento sempre più diffuso che potrebbe avere conseguenze molto più serie di quanto immaginiamo.
Quello che pubblichi su LinkedIn può costarti caro: l’avvertimento (serio) che molti stanno ignorando
In un’epoca in cui la condivisione di informazioni personali e professionali online è diventata la norma, un nuovo avvertimento arriva a scuotere le fondamenta della sicurezza globale. Mike Burgees, direttore generale della sicurezza dell’Australian Security Intelligence Organisation (ASIO), ha lanciato un allarme riguardante la pubblicazione di dettagli lavorativi legati al settore della difesa su piattaforme come LinkedIn. Secondo l’esperto, questa pratica potrebbe esporre i dipendenti e le aziende a rischi significativi di hacking e spionaggio da parte di potenze straniere.

L’avvertimento di Burgees non cade nel vuoto. L’ASIO ha identificato oltre 100 individui che hanno discusso apertamente dei loro progetti lavorativi su siti di lavoro, alcuni dei quali hanno addirittura condiviso specifiche tecniche e funzionalità in forum pubblici. Questo comportamento ha creato un “insieme cumulativo e completo” di informazioni facilmente accessibili a chiunque abbia intenzioni malevole.
Il costo associato a queste perdite non è trascurabile. Un rapporto citato da Burgees stima una perdita complessiva superiore ai 12 miliardi di dollari australiani in un solo anno dovuta allo spionaggio. Tuttavia, queste cifre rappresentano solo la punta dell’iceberg poiché non tengono conto delle conseguenze più ampie e meno quantificabili come la perdita del vantaggio strategico o della capacità decisionale sovrana.
La minaccia dello spionaggio non è una novità; gli avversari stranieri hanno sempre cercato informazioni preziose utilizzando metodi convenzionali e non. Tuttavia, l’avvento dei social media ha offerto nuovi canali attraverso i quali raccogliere dati sensibili. La facilità con cui si possono seguire colleghi ed esperti del settore, interagendo apertamente sui progetti correnti, fornisce agli spioni una fonte inestimabile di intelligence.
Le conseguenze possono essere devastanti sia per i governi che per le aziende private. Burgees riporta il caso emblematico di una società tecnologica australiana costretta alla gestione controllata dopo aver venduto la propria proprietà intellettuale – con applicazioni sia commerciali che militari – a condizioni svantaggiose per l’azienda stessa ad una compagnia straniera. Sebbene l’ASIO non abbia confermato il coinvolgimento diretto di uno stato nazionale o servizio d’intelligence straniero in questo caso specifico, sono noti episodi simili dove informazioni critiche sono state deliberate ad entità ostili.
Queste rivelazioni sollevano interrogativi urgenti sulla sicurezza delle informazioni condivise online dai professionisti del settore difensivo e oltre. La crescente sofisticazione degli attacchi cibernetici richiede una maggiore consapevolezza dei rischi associati alla divulgazione pubblica delle proprie attività lavorative su piattaforme come LinkedIn.

Il messaggio dell’ASIO sottolinea l’esigenza impellente per individui ed entità nel settore della difesa (e non solo) di riconsiderare ciò che scelgono di rendere pubblico online. In un mondo sempre più interconnesso dove le informazioni viaggiano veloci quanto clicchiamo sui nostri dispositivi digitali, proteggere i dettagli sensibili del proprio lavoro assume un ruolo cruciale nella salvaguardia della sicurezza nazionale ed internazionale.