Realtà virtuale: il futuro del gaming?

Il 2016 appena concluso ha segnato un punto di svolta nel mercato videoludico, con l’uscita di ben tre diversi dispositivi per la realtà virtuale: Oculus Rift, HTC Vive e PlayStation VR. I primi esperimenti di applicazione della realtà virtuale nel mondo dei videogiochi sono meno recenti di quanto si possa pensare. Dobbiamo tornare indietro al 1995, anno in cui la Nintendo mette sul mercato il Virtual Boy. Nonostante l’idea decisamente avanti con i tempi, la nuova console Nintendo presentava alcuni importanti difetti. Il design della console era assolutamente poco invitante, e le dimensioni elevate non la rendevano idonea come console portatile. I difetti però non si fermavano solo all’aspetto meramente estetico. Il Virtual Boy era in grado di riprodurre solo il colore rosso, offrendo quindi soltanto immagini in rosso e nero. Inoltre, i trenta giochi venduti al lancio della console non erano sviluppati per rendere la sensazione di tridimensionalità, rendendo inutile la console, che vendette meno di un milione di copie in tutto il mondo. 

I primi due dispositivi per la realtà virtuale messi sul mercato durante il 2016 sono Oculus Rift e HTC Vive. Nato dall’idea di Palmer Luckey, e finanziato in parte tramite una campagna di crowdfunding su Kickstarter, Oculus Rift è stato il pioniere di questa nuova corsa alla realtà virtuale. La presentazione ufficiale di Oculus è avvenuta il 6 gennaio 2016, e il prezzo del visore di Facebook non è certo accessibile a tutti: 699 euro, ai quali si devono aggiungere altri 199 euro se si è interessati all’acquisto degli Oculus Touch, una coppia di controller creati per rendere più realistica l’esperienza di gioco.

Realtà virtuale
Può la realtà virtuale diventare il futuro dei videogiochi?
(foto: businessinsider.com)

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 33-35.

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