La nazione arcobaleno: Sudafrica, Mandela, BRICS e oltre

Tra tutti gli stati dell’Africa subsahariana, il Sudafrica fa decisamente storia a sé. Prima dell’arrivo europeo, l’area era occupata da nazioni di etnia boscimane e ottentotta nelle aree più aride, mentre le aree più fertili erano state occupate nella prima metà del secondo millennio dagli Zulu e dagli Xhosa, pastori bantu che discesero dal centro dell’Africa in cerca di territori più fertili per le proprie mandrie e che iniziarono a coltivare le regioni fertili del Natal e quelle più orientali. Nel 1487 Diaz oltrepassò il Capo di Buona Speranza, e nel 1652 gli olandesi vi fondarono una colonia per conto della Compagnia Olandese delle Indie Orientali.

Boeri

Dopo il distacco dalla compagnia iniziò l’espansione verso est e verso l’entroterra della nuova colonia, che nel frattempo si era popolata di persone in fuga dalle persecuzioni e dalle guerre di religione: scandinavi, inglesi ma soprattutto olandesi. La parola per definire il colono, in tali contesti, è boer, termine olandese per ‘contadino’. I primi attriti sorsero con l’avvicinarsi delle colonie boere all’area dove oggi sorge Port Elizabeth, dato che qui si trovava il confine delle terre degli Xhosa. L’ingresso degli inglesi in grande stile avviene con la caduta dei Paesi Bassi per mano di Napoleone al termine del XVIII secolo. Con il nuovo status di Dominion dell’Impero Britannico, i Boer vennero discriminati in misura sempre maggiore, e cominciarono a migrare verso nord (in quello che verrà definito come il “Grande Trek”) stabilendo diverse repubbliche nel nord della regione: Natalia, Transvaal e Stellaland, embrioni che daranno poi vita alle regioni del Sudafrica odierno. La scoperta di oro e diamanti nel nordest della regione accese le animosità tra Corona Britannica e coloni olandesi. Le guerre boere contrapposero anche i popoli autoctoni: con gli inglesi si schierarono Xhosa e Swazi, mentre gli Zulu combatterono con gli olandesi. Al termine del conflitto le repubbliche boere vennero inglobate nell’Unione Sudafricana, che entrerà a far parte del Commonwealth Britannico nel 1961, guadagnando parziale autonomia.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 7-10.

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