Chosun (Corea): la terra della calma mattutina

Nella storia della penisola coreana, i momenti di divisione sono sempre stati più numerosi di quelli di unione nazionale. La fondazione del primo regno in Corea viene datata al 2333 a.C., con la fondazione di Gojosoeon da parte del semidio Tanggun Wanggon. Alla fine del II secolo a.C., dopo la caduta dei regni di Gojosoeon e di Jin – che occupavano l’intera penisola – ad opera degli Han, la regione rimase in una perenne conflittualità che vide come primi protagonisti i tre proto-regni di Jinhan, Byeonhan e Mahan. Questi tre stati, anche attraverso l’influenza cinese che attuava il principio del divide et impera, rimasero in una situazione di perenne conflitto, sino a quando i tre proto-regni non vennero assorbiti da altri regni che, intorno al IV secolo d.C., sconvolsero la geografia politica della penisola. I tre nuovi regni (Koguryo, Paekche e Silla) proseguirono la tradizione conflittuale sino a quando Silla, con l’appoggio del celeste impero che mirava a espandere la propria influenza nella penisola, non conquistò i territori degli altri due stati fratelli, e annetté la confederazione tribale di Kaya.

L’unione nazionale dura meno di 300 anni, e a metà del nono secolo le varie guerre civili riportano l’instabilità nella penisola, dando l’avvio al cosiddetto periodo dei “tre ultimi regni”. La Corea viene nuovamente unificata da uno di questi tre stati nel 936 sotto la guida della dinastia Goryu, che per quattro secoli regna sulla penisola. Nel 1392 la regione viene nuovamente turbata dal colpo di stato che inaugura la dinastia Joseon, la quale avvia il rinascimento coreano: un periodo in cui vengono unificate lingua e alfabeto, e al contempo vengono coltivate le arti e l’avanzamento tecnologico del paese. Tra il 1592 e il 1637 i tentativi d’invasione, sia da parte cinese che giapponese, stimolano la chiusura del paese che perdura fino al diciannovesimo secolo, quando le rivolte religiose gettano nuovamente il paese nel caos. Nel 1910 la Corea diventa un protettorato giapponese: rimarrà un fantoccio di Tokyo fino al 1945, con la fine del secondo conflitto mondiale, al termine del quale il paese verrà nuovamente diviso, con il Nord sotto la sfera d’influenza sovietica e il Sud sotto la sfera d’influenza occidentale.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 10-14.

Impostazioni privacy