Jacopo Castelletti e i sogni del Type Club

Nel nostro Paese trovare un lavoro sembra ormai un’impresa da brividi. Cercare un impiego rappresenta una via obbligata per arrivare a un concetto di maturità; una via che, però, risulta essere persino troppo trafficata e dissestata. Non è facile, per chi termina gli studi e si affaccia al mondo dei “grandi”, poter arrivare subito a ottenere un risultato concreto in termini entusiastici. E allora capita che, qualche volta, il lavoro sia necessario crearselo da sé, progettando una strada alternativa per il futuro. Che in tal caso potrebbe apparire, evidentemente, un po’ più radioso.

Questa è la strada che, ad esempio, sta provando a intraprendere Jacopo Castelletti, ragazzo emiliano giovane ma già volenteroso, e voglioso di imporsi nel suo ambito lavorativo. In un mondo di porte chiuse in faccia, Jacopo ha trovato asilo e ristoro nella sua attività da graphic designer. E può esprimere il suo talento anche per theWise Magazine, che lo ha scelto al fine di dare alle sue pubblicazioni uno stampo moderno e accattivante. Obiettivo raggiunto, a quanto pare, perché la qualità e la bravura emergono in qualsiasi tipo di contesto favorevole. Il sogno di Jacopo è quello di espandersi. Seppure a piccoli passi, sembra quasi ovvio che un ragazzo così in gamba possa e debba farcela. Anche perché, fortunatamente, non è solo in questa avventura: ad accompagnarlo idealmente c’è anche Fabio Morra, ragazzo napoletano che si occupa con successo della creazione di alcune delle meravigliose copertine che normalmente “aprono” l’ingresso, al lettore, verso il nostro magazine.

Gli inizi

Proprio lui ci racconta, nello specifico, in cosa consiste il suo lavoro. Un mestiere che attira da tempo sempre più persone e che risulta meno facile da spiegare di quanto si possa credere. «Il nostro lavoro consiste nell’impaginare gli articoli che sono stati revisionati. Fabio si occupa dell’artwork della copertina, mentre io gestisco il layout della rivista, scegliendo dove inserire le immagini o anche trovandole, nel caso delle rubriche settimanali. Per farla breve: noi siamo i ‘tecnici’ della rivista».

All’apparenza qualcosa di non troppo complicato, certo. Eppure, il lavoro da fare è davvero fondamentale e viene svolto in maniera minuziosa. «Ogni articolo ha una sua intestazione, deve avere temi e colori definiti per poter essere letto meglio, specialmente nel caso in cui il pezzo entri molto sull’aspetto tecnico e le immagini non bastino. È un lavoro che prende tempo, ma di certo dà le sue soddisfazioni!»

Ma da cosa nasce la passione per questo mestiere? E, soprattutto, cosa ha spinto questi due ragazzi a lanciarsi in un aspetto lavorativo così competitivo? «Ho iniziato a occuparmi di grafica dopo i diciott’anni» rivela Jacopo, «grazie all’università e all’associazionismo: intestavo manifesti e grafiche per i social network. Col tempo poi ho iniziato a interessarmi di comunicazione pubblicitaria. Ho dunque capito che poteva essere molto più di una semplice passione, e così l’ho trasformata in un lavoro».

La differenza

Come dicevamo, c’è da analizzare un aspetto importante della questione: come Jacopo e Fabio, tantissimi altri ragazzi si dilettano in questo specifico contesto lavorativo. Di conseguenza la concorrenza è agguerrita, e la giungla è sempre popolata da predatori con sete di sangue e danaro. Ma quindi, alla fine, cosa dovrebbe spingere le persone a dare loro una chance? In tal senso, Jacopo Castelletti dimostra di avere le idee chiarissime: «Siamo entrambe persone che si sono costruite un’esperienza con le proprie mani. Io sono partito da un vecchio PC e una cartella piena di bozzetti, grafiche e locandine che trovavo su internet, senza l’aiuto di corsi professionali di design (sebbene stia dando un’occhiata a questa possibilità per il futuro). Ciò non mi dà per forza una marcia in più, ma in molti casi ho notato come riuscissi a inquadrare e svolgere alcuni progetti con molta più naturalezza, in confronto ad altre persone che mi circondavano e che magari facevano il mio stesso lavoro».

Un mestiere che, di conseguenza, si svolge anche sull’impatto emotivo che può generare, nonostante questa all’apparenza non sembri una questione fondamentale. «Mi faccio trasportare molto dalle sensazioni che riesco ad avvertire, pur facendo della competenza il motore portante nel mio lavoro. Penso che l’essermi occupato di comunicazione politica mi abbia aiutato molto a sviluppare una buona tecnica d’approccio con i clienti» rivela Jacopo. In politica, d’altronde, tutto è più difficile, ed esprimersi positivamente in questo mondo rappresenta certamente una gavetta di riconoscibile importanza. «Quando ti occupi di una campagna elettorale [le elezioni studentesche a Perugia (nel 2013) e a Bologna (nel 2015), N.d.R.] non devi puntare solo su un target ben definito, ma provare ad attrarre più gente possibile. È senza dubbio una bella sfacchinata, ma anche un buon allenamento».

Un futuro radioso

Inevitabilmente, Jacopo deve guardare anche al futuro. Che può essere intrigante, difficile, ma pieno di ambizioni. Un futuro che ha bisogno di riservare certezze. «Lo scopo è sempre quello di continuare a lavorare nella grafica e nella pubblicità, cercando di ampliare sempre più il margine d’azione» ammette.

Jacopo Castelletti
Jacopo, Tiziano e Davide, i membri del futuro “Type Club”

Nella vita, però, sognare non costa nulla. E Jacopo Castelletti ha ben chiaro qual è il sogno nel cassetto da far diventare realtà: la creazione di una vera e propria azienda che si occupi di questo ambito. «Attualmente sto cercando, con alcuni vecchi amici [Tiziano e Davide, N.d.R.], di mettere su un progetto che riesca ad occuparsi proprio di questo. L’idea sarebbe quella di creare una realtà crossmediale, di unire varie figure pratiche del settore, e di avere così la possibilità di ampliare l’offerta che mettiamo a disposizione dei nostri clienti. A volte è capitato che la gente mi richiedesse un servizio che necessitava di competenze che non posseggo. Unendo più teste sotto un’unica realtà, però, dovrei riuscire a risolvere questo problema. Per adesso sono un libero professionista, ma a breve penso di poter mettere su quest’agenzia di cui parlavo, che dovrebbe diventare il “Type Club”, in cui lavorerei con questi miei amici. È già successo che lavorassimo insieme per alcune cose, ma per nulla che fosse ancora considerabile ‘ufficiale’. La maggior parte del lavoro si svolgerebbe in Umbria, a Perugia, anche perché finora ho quasi sempre lavorato a Roma!».

Ambizione, voglia di crederci, bravura. Nel progetto di Jacopo Castelletti c’è tutto quello che serve per emergere a livello nazionale. Non possiamo che augurargli un grosso in bocca al lupo, convinti che l’Eccellenza, alla fine, non può che trionfare sempre.

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