Il piacere di acquistare uno smartphone: guida a una scelta oculata

Sotto il grigio diluvio democratico odierno, scegliere un nuovo smartphone da acquistare può diventare un’impresa, visto il nuovo ruolo che hanno i telefoni importati dalla Cina, che non si limitano (o per lo meno, non tutti) a copiare gli smartphone più rinomati, come quelli di Samsung o di Apple. Ci sono telefoni che a soli 200€ offrono hardware degni di telefoni da 500€; telefoni da 500€ che fino a qualche mese prima costavano 700€; e poi c’è Apple che, come al solito, ha un solo top di gamma dal prezzo elevatissimo.

La guida all’acquisto si baserà solo marginalmente sull’hardware dei telefoni, dal momento che, sebbene esso abbia un ruolo importantissimo nelle performance degli stessi, l’ottimizzazione di Android ormai la fa da padrona per quanto riguarda l’esperienza d’uso. Acquistare un telefono con Snapdragon 820, infatti, non significa che le prestazioni e la qualità saranno adeguate, soprattutto perché si parla di un processore molto caldo ed esoso in termini di energia, che chiede di essere gestito in maniera corretta. Inoltre è bene ricordare che gran parte dei telefoni cinesi non supporta la banda 20, meglio nota come banda 800Mhz delle reti 4G italiane. Sebbene questo possa sembrare un non-problema, è bene ricordare che gran parte della copertura (soprattutto fuori dai centri urbani) viene garantita proprio da quella frequenza. È bene tenerlo a mente, soprattutto in vista dell’attivazione – per tutti i clienti di tutti gli operatori – del VoLTE: una tecnologia che permette di telefonare su rete 4G e che restituisce una qualità audio superiore. Non sono trascurabili, poi, neppure le maggiori velocità che questa rete garantisce.

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L’iPhone più rosso di sempre assieme a OnePlus 3T, telefoni che seguono due filosofie molto diverse

È necessaria inoltre un’ulteriore precisazione, per quanto riguarda i telefoni importati dalla Cina. Non è garantito che l’acquisto di un telefono Xiaomi, LeEco, Zuk o affini garantisca il supporto alla lingua italiana, anzi: la maggior parte delle volte spetta all’utente operare il flash dello smartphone per installare la ROM localizzata in italiano. Per quanto sembri un’operazione facile, va detto che è sempre necessaria una macchina Windows, e che nel caso di Xiaomi può essere necessario lo sblocco del bootloader, spesso un’operazione difficile e che comporta notevoli perdite di tempo, oltre alla perdita della già scarsa garanzia, che è un’incognita. Bisogna essere coscienti, insomma, del fatto che un telefono simile lo si acquista praticamente senza l’assistenza gratuita che dovrebbe essere garantita.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 15-19.

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