Half-Life 3: la leggenda del gioco perduto

Ciò che oggi Half-Life rappresenta per i videogiocatori di tutto il mondo è molto più di una serie di videogiochi. Il primo capitolo, uscito nell’ormai lontano 1998 ha rivoluzionato come i videogiochi raccontassero una storia, eliminando completamente cutscene e momenti di inutile staticità. Tutto era raccontato attraverso gli occhi del silenzioso protagonista, senza interruzioni, unendo una appassionante trama fantascientifica a un gameplay frenetico. Dopo cinque apparentemente interminabili anni, nel novembre del 2004 Valve pubblicò Half-Life 2. Il secondo capitolo venne acclamato come possibilmente il miglior gioco per PC mai esistito fino ad allora, persino fino ad oggi, secondo alcuni. Seguirono due capitoli di dimensioni più contenute, Half-Life 2: episode 1 e Half-Life 2: episode 2, che riprendevano la narrazione esattamente dal clamoroso cliffhanger del secondo capitolo. Valve, durante lo sviluppo di questi due piccoli seguiti appena citati, rimarcò più e più volte la presenza futura di un terzo episodio conclusivo alla narrazione di Half-Life 2, ma il progetto non vide mai la luce del sole.

È passato oltre un decennio dall’ultimo, effettivo capitolo della serie, e col passare degli anni la Valve si è progressivamente ammutolita riguardo il seguito promesso. Ormai affermare che “Half-Life 3 è confermato” è un meme che ha fatto in tempo a nascere, crescere e morire prima di vedere effettivamente il tanto agognato nuovo capitolo della serie. Durante il corso degli anni, leak, fuoriuscite d’informazioni direttamente dalla Valve, e speculazioni hanno donato speranza e rassegnazione ai fan della serie, che non sanno veramente più cosa pensare. L’hype è immenso, al punto da aver avvicinato molte persone ai capitoli esistenti della saga perché incuriosite da questo culto morboso che è nato in attesa del capitolo fantasma. Ma potrebbe essere proprio questo entusiasmo uno dei fattori che ci impedisce di vedere Half-Life 3, o Half-Life 2: episode 3, vivere. Molti videogiocatori ricordano il fiasco di Mass Effect 3, ultimo capitolo della serie di videogiochi fantascientifica di Bioware, che a causa di un finale ritenuto assolutamente insoddisfacente per una grande saga ha perso milioni di dollari, portando infamia e addirittura minacce di morte agli sviluppatori. L’hype che fu per Mass Effect 3 non è nemmeno minimamente paragonabile a quello del prossimo capitolo di Half-Life. Vale la pena correre il rischio di rilasciare un gioco che potrebbe rovinare la vita di molte persone? Half-Life 3, se mai uscirà, dovrebbe essere perfetto per evitare critiche, e ciò è assai implausibile.

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Valve è una casa di produzione assolutamente unica. La sua struttura è piatta, non a piramide: non esiste alcun direttore generale o capo assoluto, semplicemente gli sviluppatori, una volta individuato un progetto che interessi a più persone, si mettono all’opera. Se qualcuno che non ha partecipato all’origine del progetto se ne interessa in seguito, può unirsi molto semplicemente. Ciò implica che giochi e aggiornamenti sono mossi unicamente dall’interesse degli sviluppatori? Non proprio. Come Gabe Newell (Co-fondatore di Valve e membro più influente della azienda) stesso ha affermato su Reddit, sono i soldi che muovono gli interessi della azienda e i suoi progetti. Valve, tuttavia, non ha problemi di denaro, fatturando giornalmente milioni e milioni di dollari grazie a Steam, la sua piattaforma di distribuzione videoludica. Non mancando i soldi, non urge quindi il bisogno di una grande produzione che aiuti l’azienda.

Sembrerebbe che sia proprio la mancanza di interesse dei dipendenti il motivo principale per cui non esiste alcun Half-Life 3, almeno, fino a oggi. Dati i numerosi leak, alcuni dei quali anche piuttosto recenti, l’ultima data certa a cui risale lo sviluppo di una beta del gioco sarebbe risalente al 2014, tre anni fa, un periodo troppo lungo per sperare che ci siano stati progressi, tuttavia questa rimane pur sempre una semplice traccia, l’orma di un software: ritenerle fonti sicure è quindi un azzardo, così come sarebbe decisamente azzardato ritenere certa qualsiasi voce anonima che dichiara di essere una fonte interna e di avere informazioni esclusive. La cosa più sicura e sensata da fare è basare eventuali speculazioni sulle fonti e le interviste a persone che sappiamo avere (o avere avuto in passato) contatti diretti con la produzione e il team dietro la saga. Nell’ultimo anno in particolare sono state moltissime le occasioni in cui diversi tra i creatori di Half-Life sono usciti allo scoperto e hanno parlato ampiamente dei problemi, dei fallimenti e dei futuri possibili della saga, tristemente uccidendo molte delle poche speranze rimaste.

I tre grandi scrittori dietro Half-Life, Marc Laidlaw, Chet Faliszek ed Eric Wolpaw, che hanno lavorato allo script di ogni capitolo della saga fin dal primo, hanno tutti abbandonato Valve nel corso degli ultimi due anni. Ciascuno di loro ha rilasciato interviste, affermando che, anche se i motivi per cui abbandonarono l’azienda furono più che altro per dedicarsi ad altri progetti, era innegabile la delusione di non essere riusciti a concludere Episode 3. Secondo Laidlaw, che pubblicò tra l’altro recentemente sul suo blog lo script provvisorio (già finito anni fa) di Episode 3, egli aveva intenzione di lasciare Valve proprio dopo aver concluso l’ultimo episodio della trilogia post-Half-Life 2, concludendo il tutto in modo che le generazioni successive avrebbero potuto riprendere il progetto e mandarlo avanti come più avrebbero gradito. Ciò però non accadde, la trilogia rimane tutt’ora incompiuta e Laidlaw ha abbandonato Valve per primo tra i suoi colleghi scrittori, ormai arresosi. Ancora una volta il motivo per cui Half-Life sembra essere morto è lo stesso: nonostante il copione, la trama e il finale preparati, ciò che mancava effettivamente era l’interesse, era la voglia di concludere il progetto. Che il gioco avesse iniziato a prendere forma con gli anni, non c’è dubbio, ciò che potrebbe essere successo (come di fatti già successe sia per il primo Portal che per lo stesso Half-Life 2) è che, vicino alla fine, il progetto abbia subito cambiamenti enormi, che hanno riportato il team di produzione e l’intero gioco al punto di partenza. Col passare degli anni, i tentativi a vuoto e i fallimenti, è probabile che sia passata la voglia a chiunque stesse lavorando a Half Life: Episode 3 di concludere il progetto.

Le ultime, eccitanti, notizie riguardo Half-Life provengono da un Ask Me Anything di Gabe Newell su Reddit. Seppur non rispondendo direttamente alla domanda:«A quando Half-Life 3?» Gabe Newell ha comunque confermato l’uscità futura di un gioco di nuovo ambientato nell’universo di Half-Life e Portal, e l’uscita di uno o due film sempre interni alla stessa saga (tuttavia ricordiamo che Gabe Newell stesso diceva con sicurezza, tra il 2006 e il 2008, che avremmo visto presto Episode 3 su Steam). Ha inoltre nuovamente confermato il forte interesse che l’intera Valve nutre per il mondo del VR, alimentando nuovamente voci che presumono Half-Life 3 possa essere rivoluzionario proprio come i suoi capitoli precedenti proprio perché potrebbe fare uso di questo nuovo modo di intendere il videogaming.

Le tracce da seguire e le ipotesi non mancano. Half-Life 2: Episode 3 uscirà mai? O forse verrà dimenticato per fare posto a un capitolo completamente nuovo? O ancora, uscirà mai un qualsiasi nuovo gioco della saga? Dopo tutti questi anni, qualsiasi teoria, seppur possa apparire anche un minimo sensata, sembra semplicemente implausibile. Forse servirà un evento strabiliante, come una grande mobilitazione dei fan, o qualcosa interno alla Valve per far rinascere in Gabe Newell e nell’intera azienda la voglia di regalare al mondo quello che viene ormai definito come il Sacro Graal dei videogiochi. Forse allora, dopo tutti questi anni, l’hype sarà minimamente calato e non ci saranno rivoluzioni o guerre civili se il gioco non rispetterà le aspettative del grande pubblico. Se mai vedremo di nuovo il Dottor Freeman e il suo piede di porco, di certo sarà tra molto tempo ancora, e in vesti che forse nemmeno riconosceremo, ma una cosa è certa: è tutta colpa di Lamar.

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