Lucio Dalla: i cinque migliori album della voce di Bologna

Il 4 marzo 1943 è un giorno che ogni appassionato di musica conosce bene: questa data infatti è il titolo di uno dei brani più famosi del cantautore Lucio Dalla, nonché il giorno del suo compleanno. Dalla è stato uno dei più importanti musicisti della musica pop italiana: dopo un’adolescenza come jazzista che lo porterà a suonare con musicisti del calibro di Chet Baker e Charles Mingus, negli anni Sessanta comincia a scrivere e cantare le proprie canzoni, dando il via a una carriera stellare lunga mezzo secolo. Lucio Dalla quest’anno avrebbe compiuto 75 anni, e per ricordarlo ecco una classifica dei cinque album più belli realizzati dal cantautore emiliano.

lucio dalla
La copertina dell’album Dalla del 1979, con il caratteristico zuccotto e gli occhiali del cantautore.

5) Automobili

Nato dalla spettacolo Il futuro dell’automobile e altre storie, Automobili è il sesto album in studio di Lucio Dalla, terzo realizzato con la collaborazione del poeta Roberto Roversi, il quale per polemica (voleva che lo spettacolo venisse pubblicato per intero) si firma con lo pseudonimo di Norisso. In questo disco il tema centrale è quello del rapporto fra l’uomo e la tecnologia, qua nello specifico rappresentata dalla macchina. In appena sei tracce Dalla racconta con ironia il mondo delle auto e il mito di progresso portato dal motore: partendo da una ipotetica intervista di Gianni Agnelli con un giornale inglese in Intervista con l’avvocato, dove Dalla fa parlare il padrone della Fiat utilizzando un misto fra lo scat e il grammelot inglese, si passa poi alla lunga suite divisa in due parti Mille miglia sul mito delle corse in un’Italia a cavallo fra le guerre. Il tema delle gare automobilistiche torna poi nella travolgente Nuvolari, mentre la seconda parte del disco assume un colore più tetro: L’ingorgo è un racconto dell’incubo del traffico, senza possibilità di muoversi, mentre Il motore del 2000 è una drammatica ode al progresso tecnologico, dove la condizione dell’essere umano perde la priorità nei confronti del ruolo del motore. A chiudere l’album c’è Due ragazzi, dove l’amore di due giovani dentro a una macchina abbandonata ridà fiducia al futuro dell’umanità.

4) Anidride solforosa

Anidride solforosa esce nel 1975 ed è il secondo disco in collaborazione con Roversi. In questo album i testi si incentrano particolarmente sulla critica sociale: Carmen Colon, tratto da un vero fatto di cronaca, mette in contrapposizione la falsa commozione dei media nel raccontare l’assassinio di una ragazzina con l’indifferenza dei passanti che camminano vicino al cadavere della bambina senza notarloLa borsa valori è una critica al mondo del capitalismo e della finanza attraverso una sfilza di titoli azionari elencati uno dietro l’altro in maniera ridicolizzante; Mela da scarto parla del carcere minorile dal punto di vista di un giovane detenuto rinchiuso nel riformatorio Ferrante Aporti di Torino; Il brano eponimo è il quadro di una società sempre più schiava dei computer e della meccanizzazione, dove l’individuo sembra perdere la capacità di libero arbitrio in favore della robotizzazione della società. L’accoppiata Dalla/Roversi riesce però anche a sfoderare il suo lato più romantico, in particolare nella splendida Tu parlavi una lingua meravigliosa, il singolo estratto dall’album: un uomo rincontra casualmente un suo vecchio amore di gioventù alla stazione e il solo vederla lo fa travolgere dalla passione di un tempo, senza però riuscire ad avvicinarsi a lei. Il protagonista spera che sia lei a notarlo e ad andare da lui, ma l’arrivo del treno costringe l’uomo a salire senza avere l’opportunità di parlarle.

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3) Dalla

Nel 1980 Dalla è in un momento di massima popolarità: si è infatti appena concluso il trionfale tour Banana Republic, che ha visto viaggiare per i palchi di tutta la penisola il nostro assieme a Francesco De Gregori. Il sodalizio artistico fra i due però si interrompe, e Dalla torna a concentrarsi su di un nuovo album: il risultato che ne verrà fuori è Dalla, uno dei dischi più rappresentativi del cantautore bolognese è realizzato con la partecipazione di Ron e di Gaetano Curreri, il quale di lì a poco formerà gli Stadio assieme agli altri turnisti presenti in sala di registrazione e con cui Dalla collaborava già da tempo. Nell’album in questione quasi tutti i brani sono diventati dei classici della discografia di Lucio Dalla: su tutti vanno citati la meravigliosa dolcezza di Cara alla ironia di Meri Luis (con tanto di citazione a Miles Davis), passando per la dichiarazione d’amore per Roma ne La sera dei miracoli fino al culmine con Futura, dove i dubbi e le paure per il futuro di due amanti si risolvono in un emozionante climax di passione. Dalla conquista il grande pubblico e la critica con un disco di sofisticato pop all’italiana, trovando l’equilibrio fra le sue influenze jazzistiche e la forma canzone propria del cantautorato. Con questo album si chiude la parentesi più prolifica e creativa della carriera del musicista emiliano.

2) Lucio Dalla

L’omonimo ottavo album in studio di Lucio Dalla è uno dei dischi più conosciuti e amati nella storia della musica italiana. A colpire prima di tutto è la presenza portante della chitarra, fino ad allora relativamente snobbata in favore del pianoforte: in questo disco è però l’elettrica di Ricky Portera a fare da padrona, segnando una netta svolta verso il rock americano. Resta comunque limpida l’impronta ormai inconfondibile di Dalla: in questo caso i suoi brani, dalla poetica diretta e mai banale, a volte anche coloriti da un linguaggio volgare e dissacrante, sono delle coinvolgenti e sentite ballate di blues rock condite da fiati scatenati e dagli eleganti archi di Gian Piero Reverberi. In Cosa sarà si manifesta per la prima volta la collaborazione con Francesco De Gregori, ma le due perle del disco sono Anna e Marco, il tenero racconto di un amore fra due ragazzi confinati nella periferia e in cerca di una svolta nella loro vita, e L’anno che verrà (spesso erroneamente chiamata Caro amico ti scrivo), una lettera a un amico lontano in cui la disincantata descrizione di un presente triste e grigio si scontra con l’ottimistica visione di un radioso futuro sempre più vicino.

1) Come è profondo il mare

Dopo Automobili, Dalla conclude il suo sodalizio artistico con Roversi, ritirandosi alle isole Tremiti per comporre un album in solitudine. Da questo esilio volontario nascerà Come è profondo il mare, primo album in cui Dalla scrive anche i suoi testi e in cui riversa tutto ciò che avrebbe voluto dire senza però averne ancora colto l’opportunità. Otto brani di surreale normalità, dove l’istrionico musicista sfoga tutta la sua creatività in libertà assoluta, cambiando continuamente atmosfera e stato d’animo: Disperato erotico stomp è la risposta volutamente esagerata nella sua volgarità al bigottismo e al falso moralismo, Il cucciolo Alfredo è un delicato ritratto di desolazione suburbana, Quale allegria è una malinconica ballata dal gusto classico, Corso Buenos Aires è un febbricitante groove nella frenesia della metropoli. Da sola la title-track vale il prezzo del disco: un inno ipnotico costruito su un inesorabile e incalzante giro di basso robusto e da pochi accordi di chitarra, dove Dalla si fa profeta della quotidianità cantando la storia del mondo. Ma nell’ironia del testo è nascosta una denuncia tanto feroce quanto efficace: il mare diventa il pensiero dell’uomo, tanto vasto da sembrare infinito, ma vittima di soprusi da parte di chi cerca di frenarne la libertà contaminandolo.

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