Il Sindaco, la “scatola trasparente” di Ismaele

Prendi un ragazzo di 23 anni, noto nella sua città per alcune inchieste giornalistiche di denuncia e per essere particolarmente pulito, onesto e scevro da ogni legame politico. Proponigli di candidarsi a sindaco e buttalo nel tritacarne della politica “vera” senza nessun paracadute e senza nessuna esperienza: è questa, in sintesi, la trama di Il Sindaco, italian politics 4 dummies, il docufilm della iena Ismaele La Vardera che ha personalmente raccolto, montato ed editato tutto il materiale girato (in parte di nascosto) durante la sua esperienza di candidato a sindaco durante le ultime comunali del capoluogo siciliano. Il film, distribuito da Medusa nelle sale del circuito The Space come extra solo il 26 e 27 novembre e accompagnato da un rilevante battage pubblicitario, condensa in un’ora e mezza un anno della vita di Ismaele, forse il più frenetico, folle e incosciente.

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Il vero manifesto elettorale di Ismaele La Vardera.

Iniziamo col dire chi è Ismaele La Vardera, così come lo racconta l’incipit con la voce narrante dell’altra iena siciliana Cristiano Pasca. Palermitano, classe 1993, inizia a cimentarsi nel giornalismo non ancora maggiorenne prima con alcuni servizi sulle reti locali in difesa degli animali abbandonati e maltrattati e poi con un’inchiesta sulla mafia che fa cadere il consiglio comunale del paese di Villabate. Il servizio e la sua eco arrivano all’orecchio di Davide Parenti che prima gli manda Matteo Viviani ad intervistarlo e poi lo arruola a tempo pieno nella squadra delle Iene, lanciando quindi il suo volto a livello nazionale. In questo contesto viene contattato in prossimità delle elezioni comunali per candidarsi: serve una lista civica che si contrapponga ai big della politica, alle solite vecchie facce, un nome nuovo, già noto ma possibilmente senza esperienza. Non senza una certa dose di incoscienza, Ismaele accetta la proposta. Il film inizia qui, siamo nell’estate del 2016. Attenzione, non si tratta di una candidatura finta, allo scopo di ottenere materiale utile al progetto: una sentenza del Tribunale di Palermo ha stabilito che la campagna elettorale di La Vardera è stata autentica e dunque non c’è stato nessun inganno nei confronti degli elettori come avevano tentato di sostenere i dirigenti locali di Noi con Salvini e Fratelli d’Italia che si erano mossi con le vie legali per tentare di bloccare la realizzazione del film.

Il disegno politico “Ismaele La Vardera sindaco di Palermo” parte quasi in sordina, sostenuto solo da una lista di centro destra e da alcuni comitati civici. Il ragazzo paga di tasca sua le affissioni e il materiale elettorale, il comitato è formato da coetanei volontari mossi solo da entusiasmo e simpatia personali, non c’è budget e il tutto si svolge prevalentemente sui social dove il nome della iena comincia a rimbalzare e a diventare virale grazie anche ai primi video di propaganda. L’hashtag #ismaelesindaco inizia a circolare tra i giovanissimi palermitani poco avvezzi alla politica attiva, che vedono in La Vardera un modello positivo da sostenere. Il sogno di superare la soglia di sbarramento del 3% inizia a sembrare possibile.

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Un momento della campagna elettorale di Ismaele La Vardera. Foto da palermomania.it

Tutto questo buzz, però, non poteva non arrivare a Roma: ad accorgersi per primi di Ismaele e del suo folle progetto sono Giancarlo Giorgetti e il movimento Noi con Salvini. Giorgetti convoca Ismaele a Montecitorio e gli presenta Matteo Salvini: l’intento è subito chiaro, sfruttare la presenza mediatica del giovane per penetrare in Sicilia, terra da sempre ostile ai leghisti che non ha mai dimenticato le offese ricevute in passato ai tempi della tanto invocata secessione del Nord. L’incontro è documentato, come tanti altri, da una telecamerina nascosta in un borsello che Ismaele porta sempre con sé. Sarà proprio quel borsello il fulcro di tutto il film perché verrà portato ovunque, per riprendere in maniera chiara e inequivocabile i giochi di potere, i magheggi, le proposte indecenti e le alleanze sottobanco. Insomma, tutto il teatro della “vecchia politica” nel pieno del suo splendore, ancora fortissima nonostante il vento del cambiamento. Ismaele è riluttante, non è sicuro che questa alleanza sia per lui positiva: vorrebbe che Salvini rivedesse le sue posizioni sull’immigrazione e che soprattutto chiedesse scusa ai palermitani e al Sud. Prima che possa rendersene conto, però, Salvini lo prende in contropiede e in diretta tv annuncia ufficialmente l’appoggio a La Vardera sindaco: a Palermo scoppia il putiferio, Ismaele viene bombardato di critiche, i suoi stessi sodali pensano di abbandonarlo, gli amici diventano nemici. L’unica contenta è sua madre, vera star del film, che è lusingata dal fatto che un politico nazionale lodi in tv il suo bambino.

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Il flyer che annunciava l’incursione di Matteo Salvini a Palermo, in sostegno di La Vardera.

Per “controbilanciare” le posizioni estreme di Salvini (che ovviamente non cambieranno mai, nonostante le accorate istanze), Ismaele cerca e ottiene l’appoggio di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni, attraverso Ignazio La Russa. Nonostante questo, però, per tutti (e soprattutto per la stampa nazionale) diventa il “candidato leghista di Palermo”, nonostante lui si affretti a prendere le distanze da questa definizione scomoda. Da questo momento in poi il gioco si fa duro e inizia la campagna elettorale vera. Girare quartiere per quartiere, ascoltare la gente, raccogliere idee, desideri e speranze, sempre sotto l’occhio vigile delle telecamere. È proprio l’occhio nascosto di questo reality della politica a catturare gli aspetti più interessanti e, se vogliamo, inquietanti di questa esperienza: Ismaele riesce a dimostrare come Totò Cuffaro (ex parlamentare e Presidente della Regione, condannato per mafia e inibito ai pubblici uffici) tenga ancora le redini di tutta la politica siciliana, mostra come il centrosinistra, nella persona di Rosario Crocetta, fosse pronta ad appoggiarlo “sottobanco” in cambio di voti alle primarie PD in favore di Michele Emiliano, mostra come il delfino di Forza Italia Fabrizio Ferrandelli si avvalesse di un’esponente del centrosinistra come “tutor” per il suo percorso politico.

Non si tratta però, purtroppo, solo di intrighi politici old school: nel suo giro dei quartieri difficili, Ismaele viene presentato, da un esponente politico locale molto in vista, ad Antonino Abbate, nuovo boss della Kalsa dopo l’arresto dello zio Luigi detto “Gino u mitra”. Abbate non usa mezzi termini: prospetta a La Vardera l’ottenimento di un cospicuo numero di voti in cambio di una somma di denaro (9000 euro, da pagare metà subito e metà ad elezione avvenuta) da spartire tra tutti i votanti, circa 30 euro a preferenza. Dopo aver registrato questo colloquio Ismaele va dritto in Questura a denunciare il voto di scambio: iniziano le minacce e lui e la sua famiglia vengono posti sotto protezione dinamica (intensificata in questi giorni di uscita del film) e si avvia un procedimento penale a carico del boss, tutt’ora in corso.

A condire e a stemperare il tutto, i surreali messaggi audio dell’attore Francesco Benigno (anche lui candidato nella lista di La Vardera) che tra esortazioni, minacce, goliardia e toni a metà tra lo spaccone e il “mafioso” millanta migliaia di voti e appoggio di famiglie in vista, per poi finire la corsa con sole 156 preferenze. L’attore ha depositato in questi giorni un’istanza in Procura per bloccare il film che riterrebbe lesivo della sua immagine.

Il Sindaco – italian politics 4 dummies è sicuramente un documentario da vedere se non si è avvezzi ai meccanismi della politica. Quello che verrà narrato potrà suonare a tratti incredibile e persino scioccante e potrà contribuire a chiarire le idee di chi si trova a difendere strenuamente l’idea di una politica che vuole solo sembrare trasparente, quando non lo è affatto e non ha nessuna intenzione di esserlo davvero. Il rammarico del giovane regista, infatti, non è tanto non essere riuscito ad affermarsi nella propria città, quanto il fatto di non essere stato preso sul serio ed essere stato giudicato solo sulla base della sua faccia televisiva, del suo bagaglio di followers e like e sul suo essere giovane e social. Nelle interviste di presentazione del film ha evidenziato come mai nessuno gli abbia posto domande sul suo programma e sui suoi progetti per Palermo, come se non contasse, come se le azioni non fossero tanto importanti quanto gli slogan e le copertine patinate. Non è ancora chiaro cosa ne sarà del controverso progetto (finito anche sulle colonne della stampa estera) terminata la due giorni di proiezione, quello che appare sicuro è che a Ismaele La Vardera non mancano né il coraggio né la faccia tosta. Ora, agli spettatori l’ardua sentenza.

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