Gioie e dolori della prima stagione italiana di Cristiano Ronaldo

Per anni, il tifoso italiano medio ha dibattuto su una teoria più o meno interessante che riguardava i due giocatori riconosciuti come i più forti sul pianeta, ovvero Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. In molti casi, si dava infatti per scontato che questi grandi campioni, per svariate ragioni (come le difese più arcigne o il tatticismo esasperato) potessero non replicare gli straordinari numeri mostrati nei campionati di appartenenza e in Europa. La Juventus, nel cuore dello scorso calciomercato, ha provato a dare un assist clamoroso a tutti gli interrogativi, acquistando il cinque volte Pallone d’Oro lusitano, che ha così svolto la sua prima stagione italiana. Ronaldo ha dunque dato una risposta all’eterna domanda: «Se giocassero in Serie A, Messi e CR7 continuerebbero a essere decisivi?», diventando inevitabilmente il fulcro di tutta la stagione juventina. Con l’avvento dell’ultima giornata (e la non convocazione di Ronaldo per l’ultima gara di campionato, la trasferta a Genova contro la Sampdoria) abbiamo dunque analizzato definitivamente numeri, statistiche, gioie e dolori della prima annata tricolore del fenomeno ex Manchester United e Real Madrid.
N.B.: tutti i dati statistici e i numeri riportati nel pezzo sono riscontrabili in vari siti specializzati o anche, semplicemente, su portali di live scoring. Tra i tanti, citiamo alcuni tra i più noti, cioè Transfermarkt e Diretta.it.

Gioie e dolori della prima stagione italiana di Cristiano Ronaldo: tutti i numeri del portoghese

Partiamo con il dettaglio delle prestazioni che hanno riguardato la Serie A, ovvero la novità rilevante della carriera di Ronaldo, il quale mai aveva giocato nel campionato italiano, avendo incontrato le squadre nostrane soltanto come avversarie in Europa. CR7 è sceso in campo per trentuno partite (per un minutaggio complessivo di 2689 minuti), siglando ventuno reti e portando a termine anche undici assist vincenti all’indirizzo dei compagni di squadra. Comprensibilmente, la media gol della Juventus con CR7 in campo è decisamente alta: 2,52, quasi tre punti a partita. Le vittorie con lui in campo sono state ventiquattro, con sei pareggi e una sola sconfitta, quella – ininfluente ai sensi del campionato bianconero – in casa della Roma poche settimane fa. Analizzando la questione da un punto di vista fantacalcistico, soltanto in nove partite Ronaldo non ha portato bonus (cioè non ha segnato o fornito un assist): per la precisione, ciò è avvenuto due volte – ironicamente – contro il fanalino di coda Chievo (al ritorno ci fu anzi un malus, con un rigore parato da Sorrentino), due volte contro la Roma ma anche contro Inter, Parma, Bologna, Napoli e Atalanta, con una maggiore concentrazione nel girone di ritorno. Il rendimento numericamente più elevato è stato fornito come esterno d’attacco: tredici gol e nove assist in venti presenze, mentre in undici partite da punta centrale sono arrivati otto gol e due assist (una prestazione, in media, superiore a quella citata poco fa). Nonostante un’ottima stagione dal punto di vista realizzativo, Ronaldo ha già riservato una sorpresa “negativa”, chiudendo al quarto posto in classifica marcatori dietro a Quagliarella della Sampdoria, Piatek del Milan (altro esordiente assoluto in Serie A ma decisamente con meno star power) e Zapata dell’Atalanta. Il portoghese ha comunque sopravanzato attaccanti rinomati come Milik, Mertens, Immobile, Belotti, Icardi, Insigne e Dzeko ma, rispetto alle sue prestazioni nei campionati precedenti (come vedremo nel dettaglio a breve) si è avvertito un calo discretamente netto in zona gol. Dal punto di vista disciplinare, infine, Ronaldo ha subito tre ammonizioni durante l’arco di tutto il campionato.

L’ex giocatore dello Sporting Lisbona è risultato estremamente decisivo anche in occasione della Supercoppa Italiana giocata contro il Milan: suo, infatti, il gol che ha regalato il trofeo ai bianconeri. La competizione in cui Ronaldo, gioco forza, ha fatto “peggio” è stata la Coppa Italia: due sole partite, nessun gol e nessun assist, con la Juventus – pluridetentrice del titolo – eliminata prematuramente dall’Atalanta. Un altro capitolo luminoso della stagione del portoghese è stato senz’altro quello della Champions League. Nonostante la Juventus sia uscita ai quarti di finale contro l’Ajax, il fuoriclasse di Madeira (dopo un inizio non brillantissimo) ha dimostrato ancora una volta il suo strapotere nella più importante competizione europea per club. A dispetto dell’espulsione rimediata nella prima partita in quel di Valencia, Ronaldo ha giocato nove gare di questa Champions, servendo due assist ma soprattutto segnando sei gol. In particolare, il portoghese è l’unico giocatore della Juventus ad aver timbrato il cartellino nella fase a eliminazione diretta: tre gol contro l’Atletico Madrid e due – sfortunatamente inutili per la squadra – contro l’Ajax (100% di realizzazioni dei bianconeri in questa fase), aggiunti al gol dell’ex siglato contro il Manchester United nella fase a gironi.

Nel complesso, dunque, i numeri di Ronaldo in questa stagione con la maglia della Juventus parlano di quarantuno presenze ufficiali, ventotto gol siglati e tredici assist forniti ai colleghi. Numeri di certo positivi a livello personale, che inevitabilmente promuovono la prima stagione del trentaquattrenne con la maglia della Juventus. Gli stessi numeri citati, però, impongono senza dubbio una riflessione più ampia, che riguarda anche i primati negativi e le occasioni perse dell’annata 2018-2019.

Cristiano Ronaldo

A tratti, più nero che bianco

Come detto, nonostante una grande stagione, Ronaldo è stato anche oggetto di esperienze negative dal punto di vista statistico nel corso dell’annata. Il portoghese, per esempio, è stato assolutamente irriconoscibile sulle punizioni: zero gol in quella che dovrebbe essere una sua specialità. In Italia, soltanto Ciano del Frosinone ha fatto peggio a livello di tentativi non convertiti in rete. Concentrandoci ancora prevalemente sul campionato, per la prima volta dalla stagione 2008-2009, giocata con la casacca dei Red Devils in Premier League, Cristiano Ronaldo scende sotto la soglia dei ventidue gol (in quel campionato furono “solo” diciotto). Inoltre, per la prima volta dal 2005-2006 scivola addirittura fuori dal podio della classifica marcatori, sempre centrato nel corso degli altri campionati nazionali. Fa impressione anche notare come Ronaldo sia il calciatore che ha tirato di più in porta in tutta la Serie A, settantotto volte (centosettantasette, invece, le conclusioni totali): una statistica che ne sottolinea l’impressionante continuità e caparbietà in zona offensiva ma anche una mancanza di precisione e un abbassamento di media rispetto alle precedenti annate. Va detto anche, però, che Ronaldo è secondo nella classifica delle doppiette, a quota quattro: solo Quagliarella, con cinque, ha fatto meglio.

A dispetto degli ottimi numeri in singolo, anche in Champions League Ronaldo è andato a sbattere contro alcune difficoltà. Quest’anno, infatti, non solo non ha potuto confermarsi come vincitore, dopo le tre vittorie di fila con il Real Madrid e come primatista dei marcatori nella competizione ma è anche uscito – per la prima volta dalla stagione 2009-2010, nella quale il suo “primo” Real fu eliminato dal Lione – ai quarti di finale di Champions. In questo caso, però, le responsabilità non sono di certo soltanto singole, bensì di squadra, in una competizione comunque molto probante e difficile come solo l’ex Coppa dei Campioni sa essere.

Presente importante, futuro “incerto”

E quindi: Cristiano Ronaldo è stato decisivo anche in Serie A? Beh sì, certamente. L’atleta lusitano ha dimostrato, anche in un’età avanzata per gli standard calcistici, di poter presentare grandi numeri in un campionato tatticamente più impegnativo (o presunto tale) come quello di Serie A, sfatando così un tabù che ha resistito per anni senza contraddittorio. Ronaldo ha vinto non solo Scudetto e Supercoppa Italiana ma anche il titolo di MVP della Serie A, che gli ha portato qualche critica a causa di un presunto fan-service dettato dal suo status ma che, in realtà, è parso piuttosto meritato, in quanto rappresentante attivo e decisivo della Juventus nel corso del campionato.

Di certo, però, se paragonata alle scorse stagioni, quella di Ronaldo è parsa un’annata che forse inizia a testimoniare una fase calante (proporzionata, ovviamente, al rendimento precedente), o quantomeno una fase transitoria e di adattamento, persino per un giocatore che aveva distrutto record e avversari nel corso degli anni e per cui, inevitabilmente, l’età inizia ad avanzare. Al primo Ronaldo bianconero si può forse rimproverare soprattutto il non essere riuscito a dare la svolta decisiva in Europa. Va però considerato anche il fatto che, in un contesto di gioco come quello juventino, sarebbe stato difficile fare qualcosa in più. Una prima esperienza bianconera, dunque, senza particolari guizzi storici, a esclusione della grande partita di ritorno contro l’Atletico Madrid che almeno per adesso rappresenta il punto più alto dell’esperienza juventina di CR7. Nel primo dei suoi potenziali quattro anni a Torino, Cristiano Ronaldo si è guadagnato lodi e promozioni meritate. In attesa delle imprese europee, l’anno prossimo l’asticella sarà ancora più alta, con l’obiettivo di tornare a presentare i numeri sensazionali – ma per lui normali – che avevano deliziato il palato degli appassionati di calcio in giro per il mondo.

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