La Russia ama il silenzio, odia le esplosioni

Nella Federazione Russa la libera circolazione delle notizie non è garantita. I recenti movimenti di protesta contro il presidente Putin sono stati sminuiti o totalmente ignorati dai mezzi d’informazioni controllati dal governo, mentre la narrazione degli avvenimenti nel mondo occidentale è alterata ai cittadini russi. La gestione della stampa della Russia del terzo millennio richiama molto la preoccupazione da parte dell’Unione Sovietica di modificare la coscienza dei propri cittadini e allontanarli da pensieri pericolosi. Un esempio perfetto di questo paragone tra la Russia del presidente Putin e la sua antenata del secolo scorso si può riscontrare nei recenti avvenimenti di Severodvinsk, sul mar Bianco. Pare quasi che un filo colleghi l’incidente moderno a un evento di certo più disastroso ma di natura non molto differente: Chernobyl, quando la verità era troppo scomoda al governo sovietico proprio come lo è oggi a Vladimir Putin.

Misteriose esplosioni a catena

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L’immagine scattata da Planet Labs, in cui è evidenziata la piattaforma dove potrebbe essere avvenuto realmente l’incidente. Fonte: Middlebury Institute of International Studies at Monterey

L’otto agosto una serie di esplosioni viene individuata nella zona di Severodvinsk, nella regione di Arkhangelsk, a cinquecento chilometri dalla Finlandia. Alle esplosioni seguono delle onde d’urto e soprattutto un grande incendio. Il numero di vittime certe è sette, tra ingegneri e scienziati dipendenti della Rosatom, ma potrebbero essercene ancora e il numero di feriti coinvolti nell’esplosione rimane imprecisato. Il governo russo ha tuttavia negato, per due giorni, che fosse avvenuto qualsiasi incidente. Solo quando la notizia era stata diffusa dalle emittenti occidentali ed erano iniziate le speculazioni sulla natura dell’accaduto, il governo ha iniziato a trapelare informazioni. Viene ammesso il fallimento di un esperimento di un missile a combustibile liquido nella base di Nenoska. Valentin Kostyukov, direttore del sito, ha dichiarato: «Una catena di tragici incidenti e incertezze sono la causa di ciò che è successo. Dopo una prima analisi, abbiamo confermato che i dipendenti hanno combattuto per tenere la situazione sotto controllo. Sfortunatamente, non ci sono riusciti». Le autorità hanno annunciato che presto procederanno all’evacuazione delle cittadine vicine, compresa Severodvinsk, dove le autorità locali hanno registrato dei livelli di radiazioni gamma da quattro a sedici volte superiori alla normalità, mentre Greenpeace Russia ha addirittura misurato valori venti volte superiori alla norma. Il governo russo smentisce qualsiasi pericolo e ha già censurato le stesse reti e autorità della regione di Arkhangelsk che avevano dato la notizia, allarmando la popolazione e provocando una corsa all’acquisto di pasticche di iodio per contrastare la radioattività. Nelle settimane successive l’autorità per la sicurezza nucleare norvegese afferma che al confine con la Russia è stato captato iodio radioattivo, ma che senza ulteriori dati è impossibile accertare che le registrazioni siano prova della natura nucleare dell’incidente a Severodvinsk.

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Valentin Kostyukov, direttore del centro di Nenoska che il governo russo afferma essere il luogo dove è avvenuto l’incidente.

Le speculazioni su cosa sia accaduto veramente sono svariate. L’agenzia privata Planet Labs, che si occupa di fotografare costantemente la superfice del globo, ha individuato, in una baia vicina alla zona, una piattaforma oltre la costa chiamata Serebryanka, dove potrebbe essere avvenuto realmente l’esperimento fallito. È probabile che si tratti del vero epicentro della ricerca missilistica, rispetto alla base di Nenoska dichiarata dalle autorità, come dimostra il blocco navale della zona e l’apparizione improvvisa di navi della marina, alcune delle quali non riconoscibili perché prive di sistema di identificazione automatico. Il missile a combustibile liquido coinvolto nell’esplosione potrebbe essere lo Skyfall, nome attribuito dalla NATO a un progetto missilistico che lo stesso Putin aveva annunciato il primo marzo 2018 e aveva confermato «essere riuscito». Lo Skyfall, o Burevestnik, è un progetto rischioso: una tecnologia simile era stata già scartata negli anni Sessanta dal comando americano. La caratteristica principale del progetto è considerata dagli esperti un azzardo senza certezze: sostituire il classico combustibile per il lancio dei missili con un piccolo reattore nucleare, così da renderli possibilmente più veloci e soprattutto non intercettabili dagli attuali sistemi di difesa in uso nel mondo. Lo Skyfall avrebbe inoltre un raggio virtualmente illimitato. Donald Trump ha affermato in un tweet che gli Stati Uniti posseggono una tecnologia simile a quella del missile coinvolto nell’esplosione, seppur più avanzata, ma non è chiaro se si tratti di una rivelazione sconsiderata o di un errore da parte del presidente americano. Ciò che ha spinto la Federazione Russa a premere sulla trasformazione del Burevestnik da sogno in realtà è la nuova guerra fredda degli ultimi anni. La corsa alle armi è una reazione, tipicamente russa, alle politiche di sanzioni e isolamento che gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno mantenuto nell’ultimo decennio. L’amministrazione Trump aveva inoltre annunciato nel 2017 l’intenzione di uscire dal trattato INF, ovvero l’accordo siglato tra Reagan e Gorbacev nel 1987 sui missili nucleari in suolo europeo. Le politiche di espansione dell’area di influenza russe ideate e capitanate dal presidente Putin sono ormai riconosciute da tutto il blocco occidentale, ma diversi analisti espongono opinioni molto differenti. Qualcuno sostiene che la piattaforma di Serebryanka sia stata violata e che l’esplosione del missile sia il risultato di un sabotaggio, qualcun altro sospetta addirittura gli incidenti tecnici che hanno coinvolto i progetti militari russi degli ultimi anni (tra cui ricordiamo il sottomarino affondato lo scorso luglio con quattordici persone a bordo).

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Putin il 1 marzo 2018, alla presentazione dei nuovi progetti militari russi tra cui il cosiddetto missile Skyfall.

Censure e incertezze

L’esecutivo del presidente Putin sta tentando il possibile per impedire la fuoriuscita di informazioni riguardo l’incidente dell’otto agosto. Il TASS, agenzia di stampa russa, si è già contraddetto più di una volta nelle ultime settimane perché richiamato costantemente dal governo per correggere notizie che avrebbero potuto allarmare la popolazione locale o attirare l’attenzione estera. Queste correzioni in ritardo dimostrano poca accuratezza da parte dei media russi, per i quali cancellare nettamente una notizia è preferito di gran lunga a fornire qualsiasi dato negativo. Tutt’oggi non siamo certi se l’acqua della baia chiusa alla navigazione sia contaminata da radiazioni perché è impossibile avvicinarsi per i controlli. I medici che hanno curato i feriti dall’esplosione non erano stati informati che si trattasse di un incidente di natura nucleare e che sarebbero potuti rimanere contaminati. I pazienti sono arrivati nudi e avvolti in sacchi di plastica, e l’esercito si è rifiutato di rilasciare qualsiasi informazione ai dottori per aiutarli con il trattamento. È stato individuato nel tessuto muscolare di un medico coinvolto del cesio-137, un isotopo radioattivo prodotto dalla fissione nucleare dell’uranio-235. È emblematico che la storia dei medici contaminati sia stata pubblicata in forma anonima per proteggerli dalle ripercussioni che spesso in Russia colpiscono chi viene coinvolto nel ciclone dei piani del governo. Eppure il governo è titubante e ogni volta che vengono a galle nuovi dettagli smentisce, poi confessa e infine tace.

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I funerali delle vittime dell’incidente dell’otto agosto.

 

Cosa accadrà alle persone coinvolte?

Chi ha avuto la tragica sfortuna di lavorare a un progetto così pericoloso ha la fortuna di non doversi preoccupare di cosa abbia in serbo il governo russo. Tradizionalmente, proprio come a Chernobyl, non ci si è mai fatti scrupoli in Russia a far scomparire persone “scomode”, anche riconosciute come vittime innocenti. I medici che hanno curato i feriti dall’esplosione potrebbero non essere protetti sufficientemente dall’anonimato che è stato loro concesso e i giornalisti che hanno combattuto per la verità verrano sicuramente almeno interrogati. Non dovrebbe sorprendere quando un Paese con una tale voglia di totalitarismo elimina oppositori politici e reprime col sangue le proteste; allora dovremmo forse rimanere a bocca aperta se qualche scomodo personaggio dovesse venire eliminato? Ai russi, abituati alla tundra desolata, piace il silenzio.

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