Mistero e debunking: theWise incontra L’Inspiegabile

Così come il mondo del lavoro, anche il mondo dell’intrattenimento nella generazione dei millennials è cambiato radicalmente. Esiste, di fatto, una piattaforma nella quale tutto questo finisce per confluire: si chiama YouTube e, dopo un inizio in sordina, ora è una realtà che muove soldi, che genera profitti e crea personaggi. Dal gamer al vlogger, dal regista all’artista in senso generico, tutti trovano il loro spazio in quello che, in pratica, è diventato per molti un lavoro.

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Tra le tantissime realtà emerse in questo periodo nel microuniverso del sito c’è quella de L’Inspiegabile. Un canale nato da un ragazzo italo-spagnolo, con la voglia di comunicare contenuti noti e forse già trattati ma con prospettive e obiettivi diversi. «Sono Luca Parrella, il mio canale esiste da quattro anni, essendo nato nel 2015. Da allora lo porto avanti con grande passione, sperando di crescere sempre di più», ci spiega nel corso di una bella chiacchierata. «Io ho 41 anni, sono originario di Bolzano ma vivo in Spagna da dodici anni. Ho vissuto per la maggior parte del tempo a Barcellona e ora vivo invece a Madrid».

Mistero e debunking: theWise incontra L’Inspiegabile

Anche Luca, come molti altri giovani prima di lui, visto il suo passato potrebbe essere inserito nella categoria dei cervelli in fuga. «Sono innamorato dell’Italia ma non ci vivrei più, perché ormai la mia famiglia è qui e il mio habitat è quello spagnolo. Però ci sono delle radici che sento nel profondo. Manco dal Paese da parecchi anni, sono un po’ disconnesso dalle vicende attuali. Posso dire sicuramente che era la mia casa, anche se la mia vita ora è qui».

Il distacco è solo parziale, dunque: «Tante volte mi hanno chiesto perché non ho preso la cittadinanza spagnola. Ecco, questo non lo farei mai, perché io mi sento comunque italiano e non farei una cosa del genere. Ci sarebbero dei vantaggi: potrei votare, per esempio. Sinceramente però mi sento italiano e così mi sentirò fino alla fine dei miei giorni».

Il canale di Luca non rappresenta, in termini di contenuti, una novità assoluta sulla piattaforma. Lui stesso in effetti lo suggerisce: «L’inspiegabile, se vogliamo dirlo in modo generale, parla di mistero. Parla però anche di leggende, non per forza di misteri dell’esistenza. È più che altro un canale di curiosità, di misteri, ma fatto a modo suo. Seguo i miei interessi, prima di tutto. È difficile dire di cosa tratti nello specifico perché cerco di variare contenuti, per far contente più persone possibili».

Tra i temi misteriosi e leggendari più interessanti trattati da Luca, ce n’è anche uno tipico di Napoli: «Le leggende sono tutte affascinanti. Uno degli ultimi video che ho fatto è proprio sul Monaciello. Non ho parlato spesso di leggende spagnole: ho toccato spesso quelle statunitensi – gli americani sono molto sensazionalisti – e di altre cose particolari. Più ha un fondo di verità e più attira. La leggenda che è solo una leggenda attira meno. Prendo proprio l’esempio del Monaciello: senza dubbio è una leggenda ma ha un fondo di realtà che attira le persone, perché immagino che alcuni ci credano. Più la leggenda è legata alla realtà e più riesce a conquistare».

A tratti, si potrebbe quasi pensare allo youtuber come a un giornalista: «Io ho sempre considerato la necessità di contestualizzare un’informazione come un mio marchio di fabbrica. Ho sempre cercato di proporre un argomento e lasciare che il pubblico si facesse un’idea a riguardo. Certo, con dei limiti: non posso accettare, per esempio, che qualcuno creda davvero all’esistenza della Terra piatta… Però ci sono alcuni argomenti che non possono essere spiegati logicamente. Mi piace chiedere al pubblico cosa pensa. Una caratteristica dell’Inspiegabile è proprio questa, non dice mai ‘stai sbagliando’. Parliamo dei fantasmi: ci sono dei casi che sono davvero così strani da risultare non spiegabili. Altri invece, come dicevo, onestamente non penso di poterli accettare reali. Non si può avere la verità assoluta, solo chi fa un’investigazione approfondita – anche a livello scientifico – può avvicinarsi a una soluzione. Voglio fare un lavoro serio ma anche rendere il canale di intrattenimento».

L'Inspiegabile
Luca Parrella, ovvero il creatore de L’Inspiegabile.

Libri e pregiudizi sul ruolo dello youtuber

Il lavoro di Luca però non si ferma a YouTube. Proprio recentemente è iniziata una bellissima avventura tra gli scaffali: «L’idea del mio libro ‘L’Inspiegabile’ è nata grazie al mio editor Leonardo Patrignani, uno scrittore di fama internazionale che mi aveva contattato perché mio fan, anche per propormi una puntata sulle esperienze pre-morte. Da lì abbiamo lavorato insieme al progetto. In seguito, parlando di un mio sogno nel cassetto, che era quello di scrivere un libro, mi ha proposto di esplorare questa possibilità. Così è nata l’idea. Lui lavora con DeAgostini, quindi c’era un contatto, il progetto è stato proposto ed è nato. Poi è iniziata l’investigazione da parte mia: il libro è una raccolta di casi misteriosi il cui filo conduttore è il web, in cui può succedere davvero di tutto. Nel libro ci sono casi di cronaca e casi invece più misteriosi e paranormali. Tutto questo è però un riflesso di quello che faccio su YouTube. Speriamo che sia il primo di altri libri!».

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Nonostante il tanto impegno e le ore dedicate al progetto, Luca deve fare i conti con una realtà molto chiara quando gestisce L’Inspiegabile: la percezione dello youtuber all’esterno. Che, spesso, viene male interpretata: «Ci tengo a chiarire che essere youtuber è fare un lavoro al 100%, a tutti gli effetti. Un lavoro che peraltro richiede tantissimo sforzo e tanto impegno. Alcune persone vedono male questo lavoro per una semplice ragione: credono sia fare soldi facilmente. Non è così, assolutamente», chiarisce.

«Anche un gamer, che magari non deve fare grandi ricerche, comunque deve mettersi a giocare ed essere un esperto del suo settore. Anche se porta dei gameplay deve averne voglia, magari a volte non ne hanno ma devono seguire il calendario. Chi non lo considera un lavoro mi fa sorridere, perché non sa di cosa parla. Bisogna viverlo sulla propria pelle. È un po’ come l’attore: tutti pensano che sia un lavoro semplice, ma ha una vita difficile. Chi fa questo mestiere è sempre in giro, non ha una vita familiare come tutti gli altri, difficilmente trova tempo per sé stesso. È normale che ci siano persone che la pensano in questo modo ma non hanno la minima idea di cosa voglia dire». La tendenza, per fortuna, ora sembra diversa: «Due-tre anni fa si notava tantissimo questa cosa, ora almeno c’è più rispetto, specie per chi lo fa a un certo livello. Alla fine non è facile farsi notare, devi avere qualcosa altrimenti il tuo canale non lo guarda nessuno».

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