L’importanza del record di Denis Godeas

In una domenica di calcio segnata dalle polemiche per il caso Juventus-Napoli, il pallone trova sempre un modo per far parlare di sé. In questo caso non si parla di strascichi legati a permessi concessi dalle ASL, o di guai legati al Covid-19, anzi. Questa storia racconta un calcio diverso, di provincia, dove – nonostante i rischi siano gli stessi per tutti – il gioco riesce ad andare avanti e a far parlare di sé nella sua caratteristica più importante, quella agonistica.

Quello che è successo a Mariano del Friuli, in provincia di Gorizia, non accade tutti i giorni. Si parla di un record che è quasi impossibile da raggiungere: aver segnato in tutte le categorie del calcio italiano, dalla terza categoria fino alla Serie A professionistica. A esserci riuscito è Denis Godeas, calciatore e attaccante senza tempo, che sembra non avere assolutamente voglia di appendere gli scarpini al chiodo. Il centravanti raggiunge, in questa cerchia molto ristretta, il centrocampista Antonio Martorella e il difensore Marcello Diomedi, tra i pochissimi ad aver realizzato almeno un gol in tutti i livelli del calcio italiano.

Con la rete segnata contro l’ASD Mariano – peraltro in bellissima acrobazia – Denis Godeas ha reso il suo bottino ancora più speciale, rispetto agli altri due recordmen. L’attaccante friulano infatti, in carriera, ha messo il proprio timbro anche in Coppa UEFA ai tempi in cui giocava al Palermo.

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Trieste andata e ritorno

Dopo Nereo Rocco e i tre alabardati dell’Italia del mondiale del 1938 – Chizzo, Colaussi e Pasinati – Denis Godeas è sicuramente uno dei calciatori più rappresentativi della società triestina. La storia del centravanti da record comincia nel lontano 1992, quando un giovane Denis Godeas si affacciava alla Serie C1 da appena diciassettenne. Da lì iniziò un lungo percorso che l’ha portato a vestire le maglie di numerose società in giro per l’Italia, sempre con l’Alabarda – simbolo della Triestina – nel cuore, di quella squadra che tanti anni fa gli diede l’opportunità di esordire nel calcio.

Durante gli anni e nelle varie esperienze vissute in giro per l’Italia, Denis Godeas ha messo il proprio nome tra i marcatori per più di trecentotrenta volte, in più di ottocentotrenta presenze in tutte le serie del calcio italiano. Tra queste compaiono anche gli unici due gol in ambito europeo, uno da un gusto dolcissimo che valse il passaggio del turno a eliminazione diretta contro lo Slavia Praga con il Palermo; l’altro invece, un po’ più amaro, quello della momentanea rimonta del Chievo ai danni dello Sporting Braga, che però non riuscì a dare la qualificazione ai clivensi in Coppa UEFA.

Nonostante abbia segnato in tutte le categorie del calcio italiano, Denis Godeas ha fatto della Serie B il suo “campetto” preferito. Durante la carriera– finora – è riuscito a vincere un titolo di capocannoniere, durante la sua militanza in B ai tempi del Mantova, dove segnò ben ventotto reti, nella stagione 2007/08. Dopo l’acuto mantovano, Denis Godeas torna alla Triestina. La seguirà anche dopo il fallimento della società nel 2012, ripartendo dalla Serie D, in un terreno che non aveva mai effettivamente calcato durante la carriera.

Dopo aver vestito le maglie di Monfalcone e Lumignacco, Denis è tornato a Trieste per intraprendere brevemente il ruolo di allenatore/calciatore della Triestina Victory, società satellite della squadra dell’alabarda. Arriva così a giocare nei campionati di Promozione, Prima Categoria, Seconda Categoria e Terza Categoria arrivando così a completare, raggiungendo il record di aver messo a segno almeno una rete in tutte le divisioni del calcio italiano. Traguardo che, se andiamo a scomodare – in maniera molto superficiale – il calcolo delle probabilità diventa un’impresa più unica che rara.

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Statisticamente, il record di Denis Godeas è quasi impossibile

Seppure la categoria dilettantistica fosse un territorio inesplorato per un attaccante navigato come Denis Godeas, il centravanti trova nuova linfa e inizia a girare in squadre come il Monfalcone e il Lumignacco, nel calcio friulano, mettendo la propria firma nelle categorie inferiori, là dove probabilmente non avrebbe mai pensato di giocare.

A rendere questo record ancora più importante è la possibilità per cui una situazione simile possa verificarsi. Prenderemo – molto all’acqua di rose, sia chiaro – in prestito un concetto matematico che è la distribuzione normale o gaussiana. Una nozione che è utilizzata per descrivere probabilità e variabili casuali su valori reali, che tendono ad accentrarsi su un singolo valore medio. Adesso, ipotizzando un percorso della carriera di un calciatore qualsiasi, normalmente chi parte già dai livelli alti può comunque restare a tali livelli, al limite “decentrarsi” da quello che è il picco della curva gaussiana.

Stesso discorso per chi inizia da livelli inferiori. Al limite può provare a salire verso delle categorie migliori, in quanto la discesa dalla terza categoria per una divisione ancora più inferiore è impossibile. Il percorso di Godeas, così come quello di Antonio Martorella e Marcello Diomedi, è diverso, dato che sono riusciti a passare da un estremo all’altro del grafico di distribuzione normale.

Un grafico di distribuzione normale o gaussiana, teoria che può essere applicata a un calcolo di probabilità. Concetto che stiamo provando ad applicare per la carriera di Denis Godeas. Foto: wikicommons.
Un grafico di distribuzione normale o gaussiana, teoria che può essere applicata a un calcolo di probabilità. Concetto che stiamo provando ad applicare per la carriera di Denis Godeas. Foto: Wikicommons.

Oggettivamente parlando, un calciatore come può essere un Cristiano Ronaldo, o un Lionel Messi – per dirne alcuni – difficilmente giocherà e segnerà con squadre di terza categoria del proprio Paese. Le probabilità sono più alte per cui chi rimane a un livello alto. È proprio la probabilità di scrivere un record del genere che fa di Godeas un attaccante davvero strabiliante nella dimensione del calcio italiano.

Discorso che può essere ancora più difficile per chi parte dal basso e vuole scalare sulle categorie fino ad arrivare al top. Inevitabilmente si ritroverà a fare i conti con il picco della curva gaussiana. In quel picco ci saranno quegli atleti che si possono considerare “stagnanti”, ovvero che non si discostano troppo dal proprio livello. Tra questi ci potrebbero essere i vari giocatori top, così come i calciatori che giocano a livello dilettantistico e che si allenano tre volte a settimana. Anche quei giocatori che fanno salti importanti, come dalla Serie C fino alla Serie A, non si allontanano troppo dal centro della curva gaussiana.

Il caso di Denis Godeas è invece particolare perché partendo dal centro (la Serie C1 degli anni Novanta) è salito fino a un estremo, la Serie A, con presenze di club in ambito europeo, per poi “riaccentrarsi”. Con il fallimento nel 2012 della Triestina, Godeas è arrivato in Serie D per la prima volta, in un campionato che difficilmente avrebbe giocato, e ha proseguito il suo “decentramento” dalla curva, arrivando all’altro estremo. Cosa che effettivamente è riuscita a lui e agli altri due giocatori sopracitati.

Negli ultimi anni, arrivando a giocare per la Triestina Victory, ha riempito gli ultimi tasselli mancanti per quello che è un record quasi impossibile da replicare. Non capita tutti i giorni di raccontare una storia simile. Ad oggi,  nonostante la carta d’identità dica che Denis sia un calciatore di quarantacinque anni compiuti, non sembra avere assolutamente voglia di smettere. Anzi, lui stesso dice di divertirsi parecchio. Quindi non è da escludere che potremo sentire parlare di Denis Godeas ancora per diverso tempo.

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