L’estrema destra nelle forze armate della Germania: KSK, armi rubate e cassonetti

Prendiamo come primo elemento il rapporto redatto dall’Ufficio federale per la Protezione della costituzione (BfV) e presentato il 6 ottobre 2020 dal ministro dell’interno tedesco Horst Seehofer: tra gennaio 2017 e marzo 2020 sono emersi 319 casi a livello statale e 58 casi a livello federale di infiltrazioni di estrema destra in vari reparti dell’esercito e della polizia in Germania. Ora aggiungiamo una lista pubblicata dal ministero della difesa tedesco, nella quale viene segnalato un consistente ammanco di armi e munizioni dai depositi militari. La correlazione che ne risulta, e che ipotizza il giornalista anglo-tedesco dell’emittente Deutsche Welle Ben Knight, durante un’intervista per il programma di Radio24 Nessun luogo è lontano, è che i due elementi, se uniti insieme, possono essere un campanello d’allarme per la tenuta della democrazia tedesca.

Da Hannibal allo scioglimento del KSK

Stemma del KSK. Foto: Wikimedia Commons.

Come raccontato da Ben Knight, è dal 2017 che Ministero dell’Interno e controspionaggio militare (Mad) tengono sotto stretto controllo le forze di difesa tedesche, nonostante ci fossero stati altri episodi in passato. Questo perché, in quell’anno, le indagini della polizia hanno portato al rinvenimento di numerose armi sepolte nel giardino di Alexey S., ex membro del Kommando Spezialkräfte (KSK), forza di élite dell’esercito tedesco. Durante l’investigazione è emerso che l’ex incursore, con il nickname Hannibal, faceva parte di una chat composta da militari, ex militari, forze di polizia e membri della comunità civile. Secondo la polizia, stavano costruendo una rete con l’obiettivo di formare un esercito ombra, che fosse pronto a un potenziale capovolgimento del potere all’interno del Paese.

Fondato nel 1996 e con base a Calw, nel sud-ovest della Germania, il KSK era un corpo altamente specializzato, spesso paragonato ai Navy Seals americani, che negli anni ha agito in teatri di guerra internazionali come Afghanistan ed ex Jugoslavia. Già nel 2003 era stato protagonista di uno scandalo quando l’allora comandante, Reinhard Guenzel, era stato sollevato dal suo incarico a seguito di commenti antisemiti ed estremisti. E ancora, nel 2017, il KSK fece notizia a causa di una festa di pensionamento per un ufficiale, avvenuta fra saluti a braccia destre tese e musica neonazista. Ma è solo nel luglio scorso che la ministra della difesa Annegret Kramp-Karrembauer decide di sciogliere il corpo in seguito alla sparizione delle armi menzionato a inizio articolo. Secondo il rendiconto stilato dal Ministero della Difesa, non sono solo stati sottratti diversi fucili d’assalto e decine di migliaia di munizioni dai depositi, ma anche più di sessanta chili di esplosivo e relativi detonatori.

Bellezza Politica e cassonetti

La lista delle armi trafugate non si ferma a quanto visto precedentemente, ma include anche trentun metri di miccia detonante, un lanciarazzi, otto tubi per lo stoccaggio di missili sui caccia Tornado, secondo quanto emerso dai registri ufficiali dell’esercito tedesco. Come puntualizzato dal ministero della difesa, mentre la sparizione di munizioni è un fenomeno comune a molti eserciti, la mancanza di diverse armi d’assalto e di esplosivi non può non essere considerata un evento eccezionale. Anche se non ci sono le prove di un vero pericolo per la democrazia, non è tollerabile che chi dovrebbe proteggere il Paese e i propri cittadini possa pensare di minacciare la costituzione e i valori liberaldemocratici che essa rappresenta.

Un collettivo di artisti, il Zentrum für Politische Schönheit (ZfPS, Centro per la Bellezza Politica), sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione a riguardo proponendo, però, delle soluzioni provocatorie. Come si può vedere dall’homepage del sito, il collettivo ha piazzato una serie di cassonetti in zone reputate sensibili per quanto riguarda gli estremismi di destra, come il nord-est della Germania, la stessa area limitrofa a Calw e la regione attorno a Stoccarda e Ulm.

Uno di questi punti di raccolta è stato piazzato persino di fronte al parlamento tedesco. I cartelli affissi presso i cassonetti invitano chi ha nascosto le armi, o chi le ha trovate per caso, a consegnarle spontaneamente. Al momento non si registra alcuna restituzione, ma non è il reale scopo di questa particolare protesta. Il vero obiettivo è informare la comunità di quanto sta succedendo e spingerla a collaborare affinché vengano fornite alla polizia informazioni utili al recupero delle armi trafugate. Il collettivo di artisti ha addirittura messo in rete un sito parodia di quello del ministero della difesa, con il fine di incentivare la discussione e l’indignazione attorno a questi fatti, proponendo una fantomatica ricompensa di mille euro per ogni arma restituita.

Zentrum für Politische Schönheit – Sito Web.

La risposta istituzionale

Lo scioglimento del KSK è solo l’ultima azione intrapresa dal governo tedesco, dettata dalla necessità di dare una risposta pronta a un problema che ha fatto, e sta facendo, molto discutere sia in Germania che nel resto d’Europa. Il passato tedesco assume peso ulteriore al presentarsi di queste situazioni e le contromisure attuate sono importanti. Innanzitutto, c’è la necessità di una maggiore trasparenza così da rafforzare il senso di cittadinanza, ha affermato da Fritz Felgentreu, membro della Commissione Difesa del Bundestag, in una recente intervista a Deutsche Welle. Il livello di segretezza attorno a queste truppe d’élite è troppo alto, tanto da poter essere quasi un corpo estraneo con delle regole proprie.

Inoltre, come dichiarato dalla ministra della difesa Annegret Kramp-Karrembauer, la presenza di esponenti dell’estrema destra nelle forze militari è stata fin troppo sottovalutata. Ciò ha permesso che si espandesse anche ad alti livelli. Una testimonianza anonima ha confermato la presenza di una vera e propria «tacita cultura dell’accettazione», in cui ufficiali e istruttori avevano la tendenza a bloccare eventuali denunce riguardanti manifestazioni a carattere estremista.

Per questo motivo è stata necessaria una riforma radicale degli apparati militari. Secondo Felgentreu c’è bisogno di un supporto psicologico non solo per i soldati, ma anche per superiori e istruttori, una sorta di addestramento politico che faccia capire appieno il significato dei concetti alla base della costituzione e della democrazia, con relativi diritti e limitazioni. Il soldato tedesco deve essere un cittadino con l’uniforme, indipendente, con un proprio pensiero critico e con senso di appartenenza alla comunità e non uno strumento nelle mani del potere, come avvenuto durante il nazismo.

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