Cosa significa lavorare freelance nel 2021?

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Provando a ripercorrere con la mente gli ultimi cinque, dieci o vent’anni, è impossibile non notare i profondi cambiamenti che hanno interessato la società e, di conseguenza, il mondo del lavoro. Lo sviluppo di tecnologie sempre più sofisticate, l’avvento del web e la diffusione di nuovi canali di comunicazione: questi ed altri fattori hanno portato alla nascita di figure professionali “innovative”, che riflettono le odierne esigenze delle aziende e del mercato.

A cambiare, comunque, non sono soltanto i ruoli e le competenze richieste, bensì anche le modalità di lavoro, con un netto aumento delle collaborazioni “indipendenti”, che non comportano vincoli di subordinazione tra il lavoratore e l’azienda, né orari prestabiliti.

Lavorare freelance, oggi, non è più una scelta azzardata, né un ripiego in attesa del “posto fisso”: spesso, infatti, sono gli stessi professionisti – specialmente se giovani e con un elevato grado di formazione – a prediligere questa forma, in quanto garantisce loro una completa autonomia nella gestione delle attività e nella definizione del compenso.

Il freelancer, difatti, non è legato ad una sola azienda, né tantomeno ad un determinato luogo di lavoro. Al contrario, può spostarsi a proprio piacimento e decidere, di volta in volta, dove stabilirsi, modellando la sua carriera in base ad abitudini e preferenze, e non viceversa.

Del resto, ormai da tempo, non è più necessaria la presenza in sede per svolgere determinati compiti, in quanto il web e, con esso, i numerosi strumenti disponibili online, talvolta pure gratuitamente, consentono, di fatto, di eliminare il problema delle distanze. 

Gestire un’attività in proprio è diventato, via via, più semplice anche dal punto di vista burocratico e fiscale, sia in ragione delle agevolazioni concesse alle start-up e alle piccole imprese, sia per l’avvento di servizi – uno su tutti: il “commercialista telematico” – pensati apposta per il “freelancer del 2021”. A differenza di quel che si dice in giro, infatti, aprire una Partita IVA non richiede affatto spese esorbitanti e, con gli accorgimenti giusti, è possibile ridurre al minimo sia il carico delle imposte, sia gli adempimenti pratici.

Da alcuni anni, per chi lavora freelance, è disponibile il regime forfettario, un regime fiscale agevolato noto per i suoi numerosi vantaggi: innanzitutto, esso prevede l’applicazione di una sola imposta con aliquota al 15% o, in determinati casi, al 5% per i primi cinque anni. In secondo luogo, permette di evitare vari obblighi, tra cui l’uso della fattura elettronica, la tenuta della contabilità, la presentazione dell’esterometro, gli studi di settore.

Per accedere al regime forfettario è necessario mantenere i propri ricavi e compensi al di sotto di una soglia massima: attualmente il limite è pari a 65mila euro. Relativamente ai redditi da lavoro dipendente e alle spese per impiegati e collaboratori, invece, le cifre da non superare sono 30mila e 20mila euro. Dal 2019, invece, non vi sono più vincoli legati all’acquisto dei cosiddetti “beni strumentali”, ovvero di attrezzature, autoveicoli, applicazioni e software, arredi ed altri prodotti utili per lo svolgimento delle attività.

Infine, vi è un servizio molto interessante per i liberi professionisti con Partita IVA e, in particolare, per chi ha necessità di spostarsi frequentemente per lavoro, per chi ha scelto di trasferirsi temporaneamente lontano da casa e per chi ha orari di lavoro non proprio “convenzionali”. Ci riferiamo al commercialista online, una soluzione economica, pratica e funzionale per gestire tutte le incombenze legate al fisco dal proprio computer o smartphone, utilizzando le sezioni presenti sulla piattaforma (fatture, dichiarazioni, ecc.).

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