Un quarto che sa di finale: le chiavi tattiche di Italia-Belgio

Con la vittoria al cardiopalma dell’Ucraina sulla Svezia nei minuti di recupero del secondo tempo supplementare si è definito il quadro dei quarti di finale di Uefa Euro 2020. Gli ottavi hanno letteralmente infiammato il grande pubblico, con la metà degli incontri conclusi oltre i novanta minuti regolamentari ed eliminazioni a dir poco inaspettate. Le quattro sfide si prospettano altresì equilibrate, ma Italia-Belgio sarà per distacco quella di maggiore interesse sia per quanto riguarda i valori tecnici in campo sia perché ad affrontarsi sono le due nazionali che durante la fase ai gironi hanno convinto maggiormente. Per gli azzurri non sarà di certo una partita facile considerando i big che verranno schierati da Roberto Martínez per regalare al Belgio l’accesso alle semifinali. Vediamo assieme quali saranno le chiavi tattiche della partita e chi potrebbe fare la differenza da una parte e dall’altra.

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Il pericolo numero 1 è Romelu Lukaku

Trovare un giocatore più pericoloso degli altri in un undici in cui, difesa a parte, il talento di certo non manca non è cosa facile. Tuttavia, vista la condizione atletica e mentale del centravanti dell’Inter e le sue caratteristiche, potrebbe essere proprio lui l’uomo più temibile del Belgio. Il ritorno quasi certo di Giorgio Chiellini in mezzo alla difesa è una vera e propria fortuna per gli azzurri, nonostante le ottime prestazioni offerte da Francesco Acerbi (uno dei migliori della sofferta partita contro l’Austria), e con la sua esperienza potrebbe essere l’unico in grado di arginare lo strapotere fisico di Big Rom. Il duello tra i due sarà un déjà vu del Derby d’Italia, ma questa volta il tifo italiano sarà completamente appannaggio del nostro capitano. Un ruolo di notevole importanza ce l’avranno anche Leonardo Bonucci e i due terzini che dovranno prestare grande attenzione agli inserimenti delle ali e delle mezze ali, soprattutto quando Lukaku si troverà a fare gioco spalle alla porta.

Italia-Belgio
Romelu Lukaku. Foto: Wikimedia Commons.

Il nostro attacco dovrà riscattare l’ultima prestazione opaca

Contro l’Austria in pochi si sono salvati. Tra questi appunto Francesco Acerbi, Leonardo Spinazzola e i subentrati che hanno anche deciso l’incontro. Male invece il tridente d’attacco che, eccezion fatta per l’incrocio dei pali di Immobile, ha prodotto molto poco. In particolare, Lorenzo Insigne e Domenico Berardi per motivi tattici differenti hanno deluso, ma dovrebbero essere comunque confermati dal primo minuto. Il capitano del Napoli è il leader tecnico del tridente ma recentemente è apparso troppo dipendente da quel movimento a rientrare sul destro che è sì un marchio di fabbrica del classe 1991 ma oramai è diventato a dir poco prevedibile. La configurazione tattica del Belgio, con la difesa a tre che può diventare a quattro con l’arretramento di Meunier, potrebbe offrire a Insigne gli spazi per offendere soprattutto in velocità.

Discorso opposto per Domenico Berardi che contro l’Austria ha spostato il suo raggio d’azione sempre più vicino alla linea laterale. Salvo defezioni, il Belgio dovrebbe schierare dal suo lato del campo Vertonghen come centrale di sinistra e Thorgan Hazard a centrocampo: il primo storicamente non è un fulmine di guerra, mentre il secondo è un giocatore dedito soprattutto alla fase offensiva, motivi per cui un Berardi in giornata potrebbe essere la vera arma in più dell’Italia.

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Lorenzo Insigne. Foto: Wikimedia Commons.

Federico Chiesa parte dalla panchina? Meglio così

Simpatia o antipatia a parte, tutti gli italiani in queste settimane si saranno chiesti perché Federico Chiesa non parta quasi mai dal primo minuto. Il talento della Juventus è stato finora uno dei migliori degli azzurri ma solo contro il Galles è stato schierato da titolare. Motivi? Per quanto la rosa dell’Italia sia profonda e di qualità, Chiesa è l’unico giocatore in grado di cambiare la partita dalla panchina, molto più di quanto potrebbe fare Berardi (suo rivale diretto nel ruolo) che ha caratteristiche diverse e meno capacità di incidere a gara in corso. L’atletismo del figlio di Enrico con le difese stanche si è dimostrato micidiale e per questo il suo impiego dovrebbe essere confermato nel secondo tempo inoltrato.

I tre centrocampisti dovranno fare gli straordinari

I compiti del centrocampo azzurro dipenderanno molto dalla presenza o meno di Kevin De Bruyne, leader tecnico e tattico del Belgio di Martínez. Le condizioni del fuoriclasse del Manchester City sono ancora dubbie e questo di certo potrebbe stravolgere i piani tattici della partita. Con De Bruyne in campo non è da escludere un “trattamento riservato” di Nicolò Barella all’ex Wolfsburg, mentre in caso di forfait con relativa rimodulazione dell’undici le cose potrebbero diventare ancor di più difficile lettura.

Anche Eden Hazard è in forte dubbio e per questo i due che sono pronti eventualmente a rimpiazzarli sono Dries Mertens e Yannick Ferreira Carrasco. Non è da escludere una marcatura stretta del nostro principale play, Jorginho, da parte di Tielemans o Witsel, e per questo servirà una grande prestazione di Marco Verratti che non ha incantato contro l’Austria. Doppio play o meno, la nostra manovra offensiva dipenderà molto da Jorginho e Verratti, con Manuel Locatelli pronto a subentrare dalla panchina.

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