Come sono andate davvero le elezioni di Midterm

I democratici sono i vincitori morali di queste elezioni di Midterm negli Stati Uniti, nell’attesa che venga ufficializzata la vittoria anche al Senato. Il risultato dell’8 novembre è la migliore risposta alla dittatura dei sondaggi che ha inquinato il dibattito politico e offuscato la capacità di analisi di giornalisti e operatori dell’informazione, ebbri e storditi di fronte all’opportunità commerciale che per molti rappresenta un Paese lacerato come in questo periodo storico. Qualcuno è rimasto fermo al 2016, ma non si è reso conto che il trumpismo fosse in parabola discendente. Donald Trump è stato archiviato dalla storia già una volta e ora sta affondando, ma vuole portare il resto del Paese con sé.

Leggi anche: Guida rapida alle elezioni Midterm USA 2022: democratici verso la sconfitta?

Il Partito Repubblicano forse ha raggiunto la consapevolezza grazie a queste elezioni di midterm: l’ex Presidente non è altro che un peso. La sua presenza ha alienato tanti, troppi potenziali elettori, costando al partito seggi importantissimi in Stati chiave come Pennsylvania e Arizona. Adesso inizierà una battaglia fratricida dentro al Grand Old Party, con i parlamentari più oltranzisti sulle barricate, impazienti di far partire una guerra intestina per il controllo del Partito. Agli elettori importeranno davvero queste lotte e questi regolamenti di conti? No, anche se sono loro ad avere l’ultima parola. Ma con l’ostinazione di Donald Trump non si scherza.

Sorridono, come menzionato in apertura, i democratici. I risultati ottenuti in queste elezioni di metà mandato sono straordinari, alla luce delle fosche prospettive rilanciate dai principali media americani. Il Partito Democratico non è crollato e, anzi, ha disintegrato tutte le aspettative che lo condannavano a due anni inesorabili di opposizione. Con ogni probabilità, l’opposizione ci sarà, ma solo alla Camera e per giunta di stretta misura. Questo può già considerarsi un successo. Il messaggio degli elettori americani, tuttavia, è inequivocabile: ce l’abbiamo con il Presidente, non con il Partito. Un ragionamento che, a parti invertite, non è valso per i repubblicani. Biden saprà coglierlo oppure si ostinerà anche lui, come Trump, alla disperata ricerca di un improponibile secondo mandato?

Impostazioni privacy