Gaming e formazione: quando il gioco aiuta la crescita personale

Formazione e crescita personale non sempre passano attraverso attività di studio noiose e ripetitive, ma anzi possono trarre enorme giovamento dal gioco nel senso più ampio del termine. Svaghi e passatempi, infatti, sempre più spesso vengono riconosciuti come utili all’apprendimento di competenze trasversali e al miglioramento della concentrazione e dell’attenzione, tanto da essere usati anche in ambito accademico e all’interno delle aziende. Ma come possono conciliarsi questi due mondi apparentemente così lontani?

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Crediti: Christin Hume via Unsplash.

L’inserimento delle nozioni all’interno dei giochi

Quando si parla di gaming si fa riferimento a un ampio ventaglio di opzioni, che includono non soltanto i più moderni videogame ma anche soluzioni di stampo tradizionale come i giochi da tavolo, molti dei quali studiati proprio per accrescere la conoscenza di nozioni collegate a diversi argomenti. Proprio quest’approccio ha portato alla definizione di “edu-gaming“, intendendo con questo neologismo quelle tipologie di svaghi caratterizzati da finalità educative: in realtà, l’apprendimento può riguardare sia informazioni specifiche riguardanti, per esempio, storia, geografia o altre materie, sia l’acquisizione di abilità personali, come la fantasia, la creatività, la concentrazione e la memorizzazione, il tutto sfruttando le caratteristiche delle diverse discipline.

Esempi se ne possono trovare a decine e possono toccare tanto i titoli da tavolo più famosi, come il Monopoly o il Trivial Pursuit, che in maniera differente vanno a stimolare le diverse aree cerebrali pur restando nell’ambito di una sfida ludica a tutti gli effetti, quanto il mondo dei videogiochi, che dal più tradizionale Tetris fino ai moderni giochi da casino riescono a tenere allenata la mente e a renderla elastica nei confronti delle diverse problematiche che si pongono di fronte al giocatore. Proprio le sale casino online possono essere considerate da questo punto di vista un’ottima occasione per far lavorare il cervello a livello strategico e di concentrazione, per esempio stimolando le capacità matematiche e di calcolo probabilistico connesse al funzionamento dei numeri della roulette o alle combinazioni che possono presentarsi al tavolo da poker.

Non è un caso che anche in ambito medico, sempre più specialisti riconoscono al gioco in ogni sua forma – se svolto in maniera consapevole e moderata – un’importante capacità di aumentare i tempi di risposta e stimolare aspetti come il pensiero critico e la memoria visiva nelle diverse fasce di età, rivelandosi addirittura utili per prevenire o rallentare patologie degenerative che impediscono al cervello di funzionare correttamente.

Crediti: Austin Distel via Unsplash.

Serious game e formazione aziendale

Per le caratteristiche citate, i giochi sono oggi considerati molto utili anche nell’ambito della formazione aziendale, infatti numerose imprese stanno implementando in questi anni dei progetti ad hoc per sfruttare i videogame con l’obiettivo di migliorare le soft skill dei propri dipendenti. Si parla in questo senso di “serious game”, ossia di giochi che abbinano alle finalità di intrattenimento degli scopi educativi: in particolare, le aziende stanno concentrando la propria attenzione sull’opportunità di usare il gioco per allenare e migliorare capacità attitudinali e comunicative, come quelle di gestione del tempo, lavoro di squadra e problem solving, fondamentali in ambito lavorativo.

Da diversi anni a questa parte, i videogiochi sono entrati con forza all’interno dei programmi di educazione e formazione professionale, trasformandosi in veri e propri strumenti di crescita personale da utilizzare sia in fase di ricerca del personale, per testare le qualità individuali, che per migliorare il rendimento dei dipendenti nelle normali fasi operative e in eventuali situazioni di emergenza.

La gamification si rivela così sempre più importante in ambito lavorativo per stimolare in maniera diversa dal classico approccio accademico l’attenzione e la motivazione di chi è uscito, magari da anni, dal mondo universitario e degli studi in genere. I vantaggi, stando a quanto dichiarato dagli esperti in questo campo, sono notevoli e riguardano diversi aspetti legati alle conoscenze pratiche, alla fiducia in se stessi e, di conseguenza, alla produttività complessiva, senza dimenticare i benefici in termini di soft e hard skill, dalla memoria alla pianificazione strategica, passando per la capacità di adattarsi al contesto, quella di problem solving e l’attenzione.

Già ampiamente usati con questa funzione, i serious game sembrano destinati ad affermarsi ulteriormente nei prossimi anni promettendo, anche in virtù delle importanti innovazioni in corso d’opera, di garantire un’efficacia sempre maggiore e ottime prospettive in termini di risultati e abbattimento dei costi interni.

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