Pensioni, saranno più povere: l’annuncio shock dell’Inps fa infuriare i pensionati

Annuncio scioccante dell’Inps: brutte notizie in arrivo per i pensionati che prenderanno molti meno soldi. Ecco perché.

Se pensate che le pensioni siano già troppo basse, sappiate che più vivremo e più si abbasseranno. A dirlo è stato l’Inps. In questo articolo vi spieghiamo cosa accadrà nel futuro prossimo per molti cittadini italiani.

Le pensioni saranno sempre più basse: ecco perché
Le pensioni saranno sempre più basse: ecco perché – Thewisemagazine.it

Le pensioni italiane sono tra le più basse dell’Unione europea. Nonostante le rivalutazioni annue e gli ultimi aumenti delle pensioni minime, molti pensionati fanno davvero molta fatica ad arrivare a fine mese. Anche perché la rivalutazione delle pensioni non procede di pari passo con l’aumento dei prezzi che ha colpito tutti i settori.

Se nutrite la speranza che la situazione migliori andando avanti, lasciate ogni speranza. Più a lungo vivremo e più bassa sarà la nostra pensione. A dirlo è stato l’Istituto di previdenza sociale.

Pensioni sempre più basse: ecco cosa succederà

L’Inps ha proposto una soluzione decisamente scioccante che sta facendo infuriare milioni di pensionati o persone in procinto di andare in pensione. L’istituto di previdenza sociale vorrebbe abbassare ulteriormente gli assegni pensionistici.

Le pensioni saranno sempre più basse: ecco perché
Le pensioni saranno sempre più basse: ecco perché – Thewisemagazine.it

Dalla riforma Dini, avvenuta nel 1995,  gli assegni previdenziali vengono calcolati con il sistema contributivo. In pratica, per calcolare l’importo della pensione, bisogna moltiplicare la somma di tutti i contributi versati per un coefficiente di trasformazione. Quest’ultimo aumenta in base all’età cosicché più tardi una persona va in pensione e più alto sarà il suo assegno previdenziale.

Tuttavia il coefficiente di trasformazione è lo stesso per tutte le professioni. Secondo l’Inps questo non sarebbe equo. Perché mai? Semplice: secondo un nuovo studio, l’aspettativa di vita degli operai sarebbe in media di 5 anni inferiore rispetto all’aspettativa di vita dei dirigenti. Di conseguenza un operaio percepirebbe la sua pensione cinque anni meno di un dirigente.

Naturalmente si tratta di previsioni basate su statistiche che non tengono conto di variabili e imprevisti. L’Inps, dunque, per rimediare a questa “ingiustizia” ha proposto di applicare coefficienti di trasformazione diversi non solo in base all’età anagrafica in cui si va in pensione ma anche in base alla categoria lavorativa.

In pratica a chi ha un’aspettativa di vita più alta dovrebbe essere applicato un coefficiente di trasformazione più basso rispetto a chi ha un’aspettativa di vita minore. In parole povere, dunque, per l’Inps chi vivrà di più dovrà ricevere una pensione più bassa. In effetti in Italia questo problema esiste da quando è stata introdotta la legge Fornero.

In base a questa legge, per andare in pensione a 67 anni non è sufficiente avere 20 anni di contributi ma è necessario anche aver maturato un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’importo dell’Assegno sociale. Diversamente si dovrà lavorare fino a 71 anni. Dunque chi guadagna meno e versa meno contributi dovrà necessariamente lavorare più anni di chi guadagna molto.

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