Stralcio delle cartelle e pensione sono strettamente correlati: molte persone, dopo la stralcio, rischiano di non poter andare in pensione.
Non tutti lo sanno ma lo stralcio delle cartelle mette a rischio la possibilità di andare in pensione. Vediamo cosa bisogna fare.
Lo stralcio automatico delle cartelle fino a 1000 euro deciso dal Governo di Giorgia Meloni, è stato accolto con enorme favore dai cittadini. Come è stata accolta altrettanto bene la Rottamazione delle cartelle superiori ai 1000 euro. Entrambe le misure hanno permesso a milioni di italiani di liberarsi di debiti che, altrimenti non sarebbero mai riusciti a pagare.
Al tempo stesso lo Stato è riuscito a recuperare almeno qualcosa. La rottamazione, in particolare, cancellando le sanzioni e gli interessi sui debiti, è stata vantaggiosa per chi aveva debiti vecchi. Non tutti lo sanno ma rottamazione e stralcio sono strettamente correlati alla possibilità di andare in pensione e ora molti cittadini sono a rischio.
Pensione a rischio per milioni di italiani
Un piccolo vantaggio rischia di annullare un altro più grande. In pratica dopo lo stralcio automatico delle cartelle esattoriali fino ai mille euro, molte persone non potranno più andare in pensione.
Che cosa potrà mai centrare la possibilità di andare in pensione con lo stralcio automatico delle cartelle esattoriali fino a mille euro? Nessuno si è posto questa domanda e ora potrebbe essere troppo tardi. In pratica lo stralcio automatico ha cancellato tutti i debiti fino a mille euro. Essendo automatico, una persona non doveva fare richiesta ma non poteva nemmeno rifiutarlo.
Il guaio è che, per un solo mese di debiti contributivi con l’Inps, lo stralcio ha cancellato un intero anno di contributi versati. Se, quindi, una persona avesse avuto quattro mesi di debiti contributivi in quattro anni diversi, lo stralcio gli ha cancellato ben 4 anni di contributi. Di conseguenza ora quel soggetto si trova ad avere quattro anni di contributi in meno e non potrà accedere alla pensione. Nel caso in cui una persona avesse 67 anni e 20 anni di contributi prima dello stralcio, ora avrà solo 16 anni di contributi e, quindi, dovrà continuare a lavorare.
Stessa storia per tutte le misure di pensione anticipata: se una persona- prima dello stralcio- aveva raggiunto i suoi 42 anni e 10 mesi di contributi per accedere alla pensione anticipata ordinaria, ora avrà 4 anni di contributi in meno e non potrà ancora uscire dal lavoro. Come fare? È possibile pagare di tasca propria i contributi mancanti ma solo fino al 31 dicembre 2023.
La situazione è completamente diversa nel caso della rottamazione dei debiti sopra ai mille euro. In questo caso sono stati cancellati gli interessi e le sanzioni che gravavano sui debiti ma i debiti risultano pagati seppur con una definizione agevolata. In questo caso, quindi, non ci sono vuoti contributivi da colmare e una persona ha mantenuto tutti i suoi contributi versati.