Cosa c’è di peggio di una sconfitta a tavolino?

Si sa, il mondo del calcio si è evoluto non poco da quando qualche gentiluomo inglese decise di prendere a calci un pallone e di stilare un regolamento nel 1863 nella cornice del Freemason’s Tavern. Un elenco di regole e postille modificate nel corso di questi 158 anni di storia, che devono essere fatte rispettare. E se vengono infrante intervengono i tutori della legge sportiva, dall’arbitro al giudice sportivo. Che possono comminare delle sanzioni appropriate all’entità dell’infrazione, dall’ammenda pecuniaria alla penalizzazione in classifica o alla revoca del titolo. E una via di mezzo tra i due estremi è senza dubbio la famigerata sconfitta a tavolino.

La sconfitta a tavolino viene applicata verso la squadra di calcio colpevole di aver commesso delle irregolarità nello svolgimento della gara. Con numerosi casi in Italia e all’estero, eclatanti o evitabili. Cremonese-Milan giocata il 18 maggio del 1930 è la capostipite delle partite concluse con una sconfitta a tavolino, in questo caso a favore dei rossoneri per un invasione di campo dei tifosi della Cremonese. L’ultima, in ordine di tempo, Verona-Roma del settembre 2020, a causa della mancata registrazione di Diawara. L’AS Roma nella stagione 2020-2021 è riuscita nel poco invidiabile record di perdere due partite a tavolino in due competizioni differenti. Oltre alla partita giocata al Bentegodi di Verona si è aggiunto il quarto di finale di Coppa Italia giocato all’Olimpico contro lo Spezia. Gli aquilotti liguri hanno vinto sia sul campo contro i giallorossi rimasti in nove, sia a tavolino a causa della sostituzione in surplus voluta da Fonseca.

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Nonostante due partite perse a tavolino in una sola stagione, leggendo gli almanacchi la Roma è certa di una cosa. Che sia in Italia sia all’estero c’è chi ha fatto peggio.

La sconfitta a tavolino reiterata durante la stagione

Per quanto sia notevole, l’exploit della Roma nella stagione 2020-2021 con due partite perse a tavolino in campionato e Coppa Italia non è comunque sufficiente a battere un record infausto. Quello di aver subito due sconfitte a tavolino nello stesso campionato, primato che resta al Napoli. Quasi novant’anni fa, nel corso del campionato di calcio 1930-1931 il Napoli finì due volte sui banchi del giudice sportivo in seguito alle partite giocate contro l’Inter e il Torino, tra maggio e giugno del 1931.

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Il Napoli stagione 1931-1932. Foto: Wikicommons.

Contro i nerazzurri la partita fu prima sospesa per incidenti e poi conclusa con il risultato di 2-2. Il match contro i granata fu interrotto per invasione di campo dopo il gol del Torino al 42° del secondo tempo. Fattori esterni fondamentali per impugnare il risultato e ottenere due vittorie per 0-2 a favore delle squadre venute a giocarsi la propria partita in trasferta.

Dopo due sconfitte a tavolino nella solita stagione ci si potrebbe aspettare più accortezza per sempre, per non ricascare di nuovo negli stessi errori, giusto?

Sbagliato.

Il Napoli è riuscito a bissare il record della stagione 1930-1931 nella stagione 1976-1977, durante lo svolgimento di due partite contro Juventus e Fiorentina al San Paolo. Durante il maggio 1977 il giudice sportivo decretò la sconfitta a tavolino verso i partenopei per le partite giocate contro i bianconeri e i viola a causa del reiterato lancio di oggetti in campo da parte dei tifosi azzurri.

La sconfitta venuta da lontano

Sconfitta a Tavolino
Finotto ha lasciato un bellissimo ricordo di sé a Ferrara, nonostante quella partita incriminata. Foto: Canale Youtube ufficiale SPAL.

Parrebbe il titolo di un film d’azione o sportivo, eppure è il sottotitolo necessario per un caso di sconfitta a tavolino avvenuta nella stagione 2015-2016. La stagione della Coppa Italia che vide arrivare i grigi dell’Alessandria di Serie C in semifinale a San Siro contro il Milan. E durante le prime fasi a eliminazione diretta, nella calda estate del 2015, una vittoria si trasformò in una sconfitta decretata d’ufficio per una squalifica dimenticata. E capitò alla Spal, che finì il cammino al secondo turno a favore del Catania. Gli estensi guidati da Semplici, fautore a Ferrara di una doppia promozione in cadetteria e in Serie A, schierarono Mattia Finotto. Il quale doveva ancora scontare la squalifica in seguito a una partita di Coppa Italia della stagione 2013-2014, quando Finotto vestiva la maglia del Monza. Squalifica non scontata in due anni e caduta sulle spalle della compagine ferrarese, che salutò la competizione.

Pioggia di monetine

Sconfitta a tavolino
Il massaggiatore del Napoli Carmando presta soccorso ad Alemão.

La contestazione più famosa legata al lancio di monetine è probabilmente quella ai danni di Bettino Craxi il 30 aprile del 1993, che segnò la fine della sua carriera politica e della Prima Repubblica. Ma tre anni prima, l’8 aprile del 1990, un lancio di monetine fu propizio per il Napoli che vinse il suo secondo scudetto. Trentesima giornata, durante Atalanta-Napoli dagli spalti del Comunale volava di tutto in campo, compresa una monetina che colpì il centrocampista azzurro Alemão. Il giocatore brasiliano fu sostituito da un giovane Gianfranco Zola, ma la partita finì comunque a reti inviolate. La condotta deprecabile dei tifosi che lanciando oggetti in campo costrinsero alla sostituzione di Alemão. Il giudice sportivo impose la sconfitta a tavolino all’Atalanta e permise al Napoli di agganciare il Milan capolista, per poi sorpassarlo alla penultima di campionato in virtù della fatal Verona rossonera.

Stai attento alle sostituzioni, Rafa…

Rafa Benitez in carriera è riuscito a fare due sostituzioni che, nell’arco di quattordici anni, hanno portato in entrambi i casi a delle clamorose sconfitte a tavolino. Stagione 2001-2002, sulla panchina del Valencia in Coppa del Re. L’ingresso in campo del rumeno Dennis Serban, all’epoca extracomunitario, vanificò il passaggio del turno forte della vittoria contro il Novelda. Ciò perché all’epoca il limite dei giocatori extra UE schierabili in campo nello stesso momento era di tre. Una regola che, unita al minutaggio del giocatore rumeno, sa di beffa assoluta. Perché Dennis Serban subentrò al 90° della partita in corso.

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Rafa Benitez nel 2015. Probabilmente qualcuno gli aveva chiesto delucidazioni in merito alle sostituzioni infauste. Foto: Wikicommons.

Un errore riproposto da Benitez sulla panchina del Real Madrid nel 2015, sempre in Coppa del Re. L’ingresso in campo di Denis Cheryshev contro il Cadice vanificò la vittoria delle merengues per 4-1. Ciò a causa della squalifica di Cheryshev, con conseguente sconfitta a tavolino per il Real Madrid ed eliminazione precocissima in Coppa Del Re per la prima volta da vent’anni a quella parte.

Una sconfitta a tavolino in terra teutonica

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Giovanni Trapattoni durante Austria-Irlanda. Foto: Wikicommons.

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L’esperienza di Giovanni Trapattoni sulla panchina del Bayern Monaco ha portato ai bavaresi qualche coppa e regalato alla storia il celeberrimo sfogo contro Strunz. Ma anche una sconfitta a tavolino che macchiò il cammino in campionato della squadra di Monaco di Baviera. Durante la partita giocata nell’aprile del 1995 contro l’Eintracht Francoforte, vinta sul campo per 5-2, il tecnico italiano mandò in campo un giovanissimo Dieter Hamann. Il problema però sorse nel momento in cui da regolamento si potevano schierare solo tre giocatori dilettanti nello stesso momento, e Hamann era il giocatore di troppo. L’Eintracht Francoforte ribaltò a suo favore il risultato e Trapattoni si scusò in seguito alla vicenda ammettendo la sua ignoranza della regola incriminata.

Non è un paese per Under 21

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Simone Barone durante il periodo in maglia granata. Foto: Wikicommons.

Padova, stagione 1998-1999. Annata infausta, terminata con la retrocessione dopo la sconfitta ai playout contro il Lecco. Dove la sconfitta a tavolino contro il Varese, vinta dai biancoscudati per 2-0 ebbe un peso notevole sulla classifica finale. Il tecnico dei padovani Adriano Fedele sostituì un allora giovanissimo Simone Barone, futuro nazionale azzurro dei mondiali di Germania 2006. Una sostituzione fatale perché la presenza di Barone in campo permetteva di rispettare la regola che imponeva almeno un Under 21 in campo in ogni partita. La sua sostituzione senza apparente motivo scatenò un domino che dalla sconfitta a tavolino contro la compagine lombarda portò il Padova a giocarsi i playout a causa degli scontri diretti persi contro Varese e Livorno. Playout persi, con conseguente retrocessione in C2.

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