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Robert Cornish
Nata in epoca medievale, la figura del clown porta con sé un’importante ambivalenza. Con la nascita del circo, il pagliaccio mette in scena l’imitazione grottesca degli artisti. Lo scopo del pagliaccio è quello di far ridere, tanto che in epoca medievale poteva prendersi gioco anche del re.
Non è però il caso di John Wayne Gacy, un uomo in apparenza mite che nascondeva il volto di un omicida seriale sotto l’enigmatico sorriso del clown.
Pediofobia e coulrofobia
La pediofobia è una fobia che è spesso rintracciabile nei bambini, ma può presentarsi anche negli adulti. Essa si presenta sotto forma di rifiuto verso determinate bambole, che possono suscitare paura fino a portare il bambino al pianto. Può anche capitare che il soggetto sia spaventato quando vede i suoi personaggi animati preferiti, come Paperino o Topolino, in dimensioni reali, magari in televisione.
Questa fobia è molte volte legata alla coulrofobia, cioè alla paura dei clown e dei pagliacci, presente spesso anche in età adulta. Per sconfiggere questa fobia vengono utilizzate una serie di bambole a cui il paziente viene esposto, fino ad arrivare a quelle di cui ha paura. Una volta completato il trattamento, è possibile che la fobia scompaia del tutto.
Lo psicanalista Sigmund Freud fornisce una definizione di “perturbante”. Nella sua opinione, perturbante è qualcosa di spaventoso riconducibile a una forma famigliare. Il sorriso è un gesto noto, ma quello del clown è nascosto e distorto dal pesante trucco. Il bisogno di riconoscere gli altri viene quindi destabilizzato e risulta difficile empatizzare con il suo sorriso criptico, che cela le reali emozioni, come nel caso di John Wayne Gacy.
Pennywise
Nella letteratura, il pagliaccio più famoso è Pennywise il Pagliaccio Ballerino, uno degli alter ego di It, l’essere malefico creato dalla penna di Stephen King.
It è un essere in grado di mutare forma, che vive nelle fogne della città di Derry, nel Maine. Si ciba degli abitanti del luogo assumendo l’aspetto delle loro paure più profonde. Appare soprattutto con le sembianze del pagliaccio Pennywise. In questo modo attira a sé i bambini, le sue prede predilette. In un’intervista del 2013, King dichiarò che scelse l’idea del pagliaccio Pennywise dopo essersi chiesto cosa potesse spaventare i bambini più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Anche se non è mai stato ammesso in modo esplicito, pare che Stephen King abbia tratto ispirazione proprio dalla figura di Gacy per creare il suo Pennywise, comparso per la prima volta nel romanzo It del 1986. Un’altra somiglianza è rintracciabile in Bozo the Clown, personaggio immaginario molto famoso negli Stati Uniti negli anni Sessanta e Settanta.
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La turbolenta infanzia di Gacy
John Wayne Gacy è nato in Illinois nel 1942. Figlio di genitori danesi e polacchi, crebbe in una famiglia sfortunata, subendo violenze fisiche e psicologiche da parte del padre. Anche a scuola c’erano difficoltà a socializzare. Gacy era affetto da una malattia cardiaca congenita che non gli permetteva di fare sforzi e quindi di giocare con i suoi coetanei. Dopo una caduta avvenuta all’età di undici anni, Gacy ha iniziato a soffrire di improvvisi svenimenti.
Durante la sua adolescenza, si rese conto di essere attratto da altri uomini. Solo ed emarginato, abbandonò la scuola senza raggiungere il diploma. A diciotto anni trovò lavoro e iniziò a militare in politica, sostenendo il candidato del partito democratico del suo paese. Si sposò nel 1964. Amato nella sua comunità, Gacy faceva parte di una associazione senza scopo di lucro di clown ed era spesso invitato a esibirsi nelle feste per bambini, negli ospedali e in occasione di raccolte di fondi.
Gli omicidi
Nel 1968 fu condannato a dieci anni di reclusione con l’accusa di aver aggredito un suo collega. Il giorno stesso della condanna, sua moglie chiese il divorzio. Dopo soli diciotto mesi, fu liberato con dodici mesi di condizionale, ma l’anno successivo fu arrestato nuovamente per violenza. Le accuse caddero quando la vittima non si presentò in tribunale.
Il suo primo omicidio risale al 1972, quando uccise l’adolescente Timoty McCoy. In un’intervista, John Wayne Gacy dichiarò di aver provato piacere ed eccitazione nell’uccidere il giovane. Nel 1976, la seconda moglie chiese il divorzio al clown, che nei mesi successivi cominciò a uccidere con sempre maggior frequenza. Il killer, negli otto mesi successivi al divorzio, uccise almeno dieci adolescenti, che vennero sepolti nel suo giardino.
Il 12 ottobre 1978 la polizia diramò l’avviso di scomparsa del quindicenne Robert Piest. Prima di sparire, però, il giovane aveva detto ad amici e famigliari che avrebbe dovuto incontrare Gacy, il quale aveva offerto al malcapitato un posto di lavoro nella sua impresa edile. Dieci giorni più tardi, la polizia ottenne un mandato di perquisizione in casa di Gacy. Vennero trovati ventinove corpi senza vita in ogni parte dell’abitazione.
In seguito confessò l’omicidio di ben trentatré ragazzi, alcuni dei quali gettati nel fiume vicino. Gacy attirava le sue vittime con promesse di lavoro per poi ucciderle strangolandole. Spesso agiva vestito con i panni del suo alter ego, Pogo the Clown, il personaggio che interpretava alle feste per bambini. Questo gli valse l’appellativo di Killer Clown.
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La sentenza
Il processo iniziò nel 1980. Dopo le sue dichiarazioni si discusse a lungo sul suo stato mentale. Gacy si difese dicendo che tutti quegli omicidi erano stati compiuti da Pogo the Clown. Si stabilì però che la sua mente era in perfetta salute. Gacy fu condannato per tutti e trentatré gli omicidi, passando alla storia come uno dei serial killer più spietati degli Stati Uniti.
La sentenza fu durissima: dodici condanne a morte e ventuno ergastoli. Fu imprigionato per quindici anni, durante i quali rilasciò molte interviste. Negò più volte di essere colpevole, pur ammettendo di aver compiuto quei terribili gesti.
Negli anni di prigionia dipinse numerosi quadri raffiguranti pagliacci. Dopo la sua morte, i quadri vennero messi all’asta e si dice che alcuni di questi siano stati comprati dall’attore Johnny Depp. Altri furono invece acquistati con il solo intento di bruciarli. Venticinque disegni furono infatti arsi in un falò nel 1994, in una manifestazione in cui presero parte anche alcuni dei famigliari delle vittime. Nel 2011 l’Arts Factory Gallery di Las Vegas vendette l’autoritratto di Gacy per più di quattromila dollari. Il ricavato fu donato a diverse organizzazioni di volontariato.
Gacy morì nel 1994 per iniezione letale, portando con sé numerosi segreti. Esistono ancora infatti molte sparizioni di giovani negli anni Settanta in Illinois senza spiegazione.
Esiste anche un film non destinato alla distribuzione cinematografica dal titolo Gacy, basato sulle vicende dell’uomo. La pellicola è stata diretta da Clive Saunders ed è uscita nel 2003 negli Stati Uniti e nel 2008 in Italia.
In questo video è presente un’analisi del caso a cura dello psichiatra e criminologo Massimo Picozzi.