Il Parlamento europeo nominerà un nuovo Segretario generale

Dopo tredici anni alla guida del Segretariato generale del Parlamento europeo, Klaus Welle lascerà la sua carica a fine 2022. Lo ha annunciato lui stesso a inizio giugno. Il Parlamento nominerà dunque un nuovo Segretario generale, figura centrale per le dinamiche politiche e istituzionali dell’Ue. Nonostante la procedura per la nomina si svolga tramite un bando di concorso pubblico, la scelta del nome del successore richiede di fatto un ampio consenso tra i gruppi politici rappresentati nell’eurocamera.

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Di cosa si occupa il Segretario generale?

L’incarico di Segretario generale ha una natura istituzionale e riveste un ruolo strategico per via dei numerosi poteri di cui gode. Pertanto, un simile cambiamento ai vertici dell’amministrazione ha delle implicazioni politiche estremamente rilevanti. Il Segretario generale, infatti, è l’ufficiale più alto in grado nella gerarchia parlamentare ed è a capo del braccio amministrativo del Parlamento. Tra le sue responsabilità rientrano l’organizzazione delle attività parlamentari e dello svolgimento delle sedute plenarie, oltre al coordinamento tra le Direzioni generali e le relazioni interistituzionali per la pianificazione delle attività legislative.

La stessa figura è inoltre deputata a garantire la corretta applicazione del regolamento interno. Si occupa di predisporre le proposte di decisione da sottoporre al vaglio dell’Ufficio di presidenza, composto dalla Presidente e dai 14 Vicepresidenti del Parlamento e incaricato di adottare decisioni di carattere finanziario, organizzativo e amministrativo. Il Segretario generale ha poi il compito di redigere il report sulla base del quale l’Ufficio di presidenza (anche detto Bureau) elabora le stime di bilancio annuali. Questa serie di funzioni fa sì che il Segretario generale disponga di poteri decisionali in ambiti cruciali, quali ad esempio la nomina e la promozione dei funzionari.

Le dinamiche politiche

L’incarico è stato ricoperto per ormai 13 anni da Klaus Welle, esponente del Partito popolare europeo (Ppe), di cui fa parte Forza Italia. Il fatto che al Ppe sia attribuita la maggior parte degli incarichi di rilievo nelle istituzioni Ue – basti pensare alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – ha generato diverse polemiche tra gli altri gruppi politici. Per questo, la figura di Segretario generale è stata di recente al centro di diverse discussioni.

Voci su un cambio ai vertici amministrativi del Parlamento europeo erano infatti già circolate a gennaio scorso, quando i gruppi politici avevano negoziato un accordo per l’elezione della nuova Presidente del Parlamento, la maltese Roberta Metsola. Rappresentante del Ppe, Metsola aveva faticato a raccogliere consensi per via della sua posizione conservatrice sull’aborto. Aveva infine convinto i principali gruppi politici a sostenere la sua candidatura, trovandosi però nella posizione di dover scendere a compromessi. Ai tempi non era risultato chiaro se tra questi rientrasse anche l’impegno a sostituire Welle. Alla luce del recente annuncio, però, è possibile pensare che la nomina di un nuovo Segretario generale facesse parte dell’accordo.

Complice anche il suo rapporto conflittuale con David Sassoli, Presidente molto amato dai colleghi europarlamentari, Welle ha ricevuto numerose critiche nel corso degli anni. Il Segretario generale, che ha un ruolo centrale anche per le politiche immobiliari del Parlamento, avrebbe favorito l’acquisto di 15 palazzi in 13 anni di mandato. Prima della fine del suo incarico, Welle si sarebbe inoltre impegnato ad acquistare un nuovo palazzo a Strasburgo, l’Osmose. A questa operazione si era fortemente opposto proprio Sassoli durante la sua presidenza.

Le dimissioni di Welle

Dopo circa cinque mesi dall’elezione di Metsola, Welle ha annunciato l’intenzione di abbandonare l’incarico alla fine dell’anno in corso. «Dal 2009 Klaus Welle ha guidato la trasformazione e la modernizzazione del Parlamento. Il suo impegno ha visto la nostra Casa diventare più forte ed efficace», ha commentato la Presidente Metsola.

In seguito alle dimissioni di Welle, si sono sollevate critiche in merito al trattamento economico che spetterà all’ufficiale in uscita. Sembra infatti che la presidenza abbia deciso di applicare le norme esistenti in maniera particolarmente favorevole allo stesso Welle. Quest’ultimo beneficerà di un’indennità normalmente riservata non ai dimissionari volontari, bensì agli ufficiali “dispensati dall’impiego nell’interesse del servizio” (art. 50 dello statuto dei funzionari). In altre parole, non per chi si dimette, ma per chi viene sollevato dall’incarico. Ciò dovrebbe consentire a Welle di continuare a guadagnare una porzione dell’attuale stipendio – che si aggira intorno ai 18.000 euro mensili – fino al pensionamento.

La nomina del nuovo Segretario generale

Ma le polemiche non finiscono qui. Il Parlamento nominerà presto un nuovo Segretario generale e i gruppi politici stanno già lavorando a un accordo sulla successione.

L’istituzione si starebbe orientando su nomi graditi al Partito popolare europeo. Il principale candidato sembra essere Alessandro Chiocchetti, anche lui esponente del Ppe, italiano alla guida del gabinetto della Presidente Metsola. I socialdemocratici – di cui fa parte il Pd – hanno però sollevato molte perplessità. Anche Renew ha fatto sapere che preferirebbe orientare la scelta su candidati considerati più qualificati e meno controversi.

Diverse testate hanno infatti ricordato che, prima di entrare in Parlamento, Chiocchetti aveva svolto l’incarico di assistente di Marcello Dell’Utri, poi condannato a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Sebbene Chiocchetti non sia mai stato associato alle accuse, alcune fonti riportano che la sua nomina sarebbe considerata da molti controversa. Sembra che alcuni siano contrari anche per via della vicinanza dello stesso Chiocchetti a Silvio Berlusconi, attualmente membro del Parlamento europeo per Forza Italia.

Altri possibili candidati sono l’attuale Vicesegretario generale Markus Winkler, sostenuto dal gruppo S&D, e Jaume Duch, portavoce del Parlamento europeo e Direttore generale per la comunicazione – anche lui vicino al Ppe. Un altro nome circolato è quello della attuale Direttore generale per l’interpretazione, la polacca Agnieszka Walter-Drop, ma la sua nomina sembra piuttosto improbabile.

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Le altre nomine

Oltre alla posizione di Segretario generale, i gruppi politici stanno discutendo di altre nomine che dovrebbero servire a rimodellare gli equilibri interni all’istituzione. In particolare, attraverso la redistribuzione degli incarichi di Direttori generali e direttori, anche i liberali di Renew, i Verdi, il gruppo dei conservatori e riformisti Ecr e The Left dovrebbero vedersi assegnare delle cariche di rilievo. S&D e Renew dovrebbero avere un Vicesegretario generale a testa. Il Parlamento ha recentemente aperto una procedura per la creazione di una nuova Direzione generale; quest’ultima sarà dedicata ai partenariati sulla democrazia parlamentare (Partnerships on Parliamentary Democracy). Secondo alcuni, l’introduzione di una nuova Dg dovrebbe servire proprio a garantire che tutti i gruppi politici abbiano una rappresentanza all’interno dell’amministrazione del Parlamento europeo.

La decisione dell’Ufficio di presidenza

Il bando per presentare le candidature a Segretario generale è attualmente aperto e chiuderà a inizio agosto. L’Ufficio di presidenza dovrebbe prendere una decisione nel mese di settembre. La procedura prevede che sia la Presidente Metsola a proporre un nome al Bureau, che dovrà poi confermarlo. Qualsiasi sarà la scelta del Bureau, il cambiamento alla guida del Parlamento dopo tredici anni di amministrazione Welle porterà con sé delle conseguenze significative.

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