Stato dell’Unione: guerra, crisi energetica e solidarietà Ue

Una volta all’anno, a settembre, l’Unione europea si ferma ad ascoltare il discorso sullo Stato dell’Unione. La – o il – presidente della Commissione europea in carica presenta ai membri del Parlamento europeo riuniti in seduta plenaria la propria visione sull’anno passato e quello successivo. Il discorso si tiene subito dopo la pausa estiva e rappresenta uno dei momenti chiave dell’agenda annuale delle istituzioni Ue.

Pronunciato per la prima volta nel 2010 dall’allora presidente José Manuel Barroso, il discorso è tradizionalmente seguito da un approfondito dibattito durante il quale i gruppi politici parlamentari reagiscono alle priorità esposte dalla Commissione. Quello del 2022 è stato il terzo discorso sullo Stato dell’Unione tenuto dalla attuale presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Durante il suo mandato, von der Leyen ha dovuto affrontare diverse sfide senza precedenti, tra cui la pandemia da Covid-19 – che ha segnato i discorsi sullo Stato dell’Unione tenuti nel 2020 e nel 2021 – e la guerra in corso in Ucraina.

Stato dell’Unione 2022: la guerra sul suolo europeo

«Mai prima d’ora questo Parlamento si è trovato a discutere lo stato della nostra Unione mentre sul suolo europeo infuriava la guerra». Con queste parole, Ursula von der Leyen, vestita di giallo e blu in onore dell’Ucraina, ha aperto il suo intervento annuale presso il Parlamento europeo riunito a Strasburgo.

Anche quest’anno, infatti, il discorso sullo Stato dell’Unione è stato caratterizzato da priorità straordinarie per rispondere ad esigenze eccezionali. L’aggressione russa dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio scorso ha spinto l’Unione europea a ripensare alcune sue dinamiche molto radicate, favorendo scelte coordinate e particolarmente incisive.

In presenza di Olena Zelenska, moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, von der Leyen ha elogiato il coraggio del popolo ucraino. La presidente della Commissione ha ricordato le misure adottate dall’Ue per sostenere il Paese invaso dall’esercito russo, celebrando lo spirito di solidarietà europeo e la risposta «unanime, decisa e immediata» che ha consentito di sostenere l’Ucraina con «armi, fondi, ospitalità per i rifugiati».

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Crisi energetica

L’Ue ha reagito alla guerra in corso adottando sei pacchetti di sanzioni contro la Russia. Le sanzioni hanno colpito – tra gli altri – il settore finanziario e il mercato del gas. L’obiettivo dichiarato è quello di indebolire l’economia russa, favorendo così la fine dell’offensiva contro l’Ucraina. Le sanzioni si sono dimostrate efficaci, comportando conseguenze economiche rilevanti per Mosca. Il costo, però, è stato pagato anche dall’economia europea, che ha subito un aumento esponenziale dei prezzi dell’energia e dei beni di consumo.

«Voglio che sia ben chiaro: le sanzioni resteranno in vigore. È il momento della risolutezza, non delle concessioni», ha ribadito Von der Leyen, sottolineando che l’Ue dovrà necessariamente adattarsi a questa nuova realtà. Tra le misure previste dalla Commissione c’è la riduzione del consumo complessivo di energia elettrica, limitandone l’utilizzo in alcune fasce orarie, e la diversificazione dell’approvvigionamento di gas e risorse energetiche. La Commissione proporrà inoltre un tetto ai ricavi delle aziende che producono energia elettrica a basso costo e si impegnerà ad «arginare l’influenza dominante del gas sul prezzo dell’energia elettrica», proponendo una riforma del mercato e l’ulteriore sviluppo di energie verdi e rinnovabili incentrate sull’idrogeno.

Stabilità, crescita e sviluppo delle competenze

Un’altra priorità annunciata dalla presidente von der Leyen riguarda la governance economica, materia sulla quale la Commissione presenterà una proposta nel mese di ottobre. Von der Leyen ha intanto sottolineato la necessità di semplificare le norme, spiegando che «gli Stati membri dovrebbero disporre di una maggior flessibilità nel loro percorso di riduzione del debito», ma dovrebbero anche dimostrare «maggior responsabilità nell’attuare quanto concordato».

La crescita dell’economia e della competitività, secondo von der Leyen, dovrà passare inoltre attraverso la creazione di un contesto più favorevole all’imprenditorialità e l’accesso alle materie prime. Proprio per sostenere la competitività dell’industria europea, la Commissione presenterà un pacchetto di aiuti per le piccole e medie imprese all’interno del quale sarà inserita una proposta per «un corpus unico di norme fiscali per l’attività imprenditoriale». L’Ue punterà inoltre ad assicurare l’approvvigionamento di materie prime tramite accordi commerciali con Paesi terzi, ma proporrà anche una normativa europea sulle materie prime critiche.

Altro tassello fondamentale per la crescita economica dell’Ue è lo sviluppo di competenze professionali utili al mercato. Di conseguenza, la presidente ha proposto «che il 2023 diventi l’Anno europeo delle competenze e in particolare della formazione continua».

Democrazia, stato di diritto e migrazione

Von der Leyen ha poi ricordato che l’Unione europea si fonda sui valori della democrazia e dello stato di diritto, alla base di un sistema internazionale volto a garantire sicurezza, pace, stabilità e progresso. «Oggi tutto questo è diventato l’obiettivo dei missili russi», ha accusato la presidente della Commissione. Per questo motivo, ha spiegato, l’Ue deve ripensare il proprio programma di politica estera puntando sul potere delle democrazie a livello continentale e mondiale. Sarà inoltre fondamentale contrastare le ingerenze straniere nei meccanismi democratici dell’Ue tramite il cosiddetto pacchetto per la difesa della democrazia.

La tutela dello stato di diritto e della democrazia, inoltre, dovrà continuare a essere prioritaria anche all’interno dell’Unione. Gli Stati membri dovranno impegnarsi a tutelare i propri istituti democratici e l’indipendenza della magistratura. Uno strumento fondamentale in questo senso è il principio di condizionalità. Esso prevede che l’erogazione di fondi europei in favore degli Stati membri sia vincolata al rispetto di alcune condizioni in materia di stato di diritto.

Von der Leyen ha inoltre ricordato che, nonostante la solidarietà sia una delle caratteristiche distintive dell’Europa di oggi, questa è ancora «assente nel dibattito sulla migrazione». La presidente ha chiamato l’Ue a individuare dei meccanismi comuni di gestione della migrazione, che siano caratterizzati da condivisione delle responsabilità, solidarietà, dignità e rispetto.

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Conferenza sul futuro dell’Europa e convenzione europea

Durante il proprio discorso, von der Leyen ha ricordato le parole di David Sassoli, morto a gennaio scorso da presidente del Parlamento europeo in carica: «La democrazia non è passata di moda, ma deve aggiornarsi per continuare a essere strumento per migliorare la vita delle persone».

La presidente della Commissione ha sottolineato che «David Sassoli era convinto che l’Europa dovesse sempre cercare nuovi orizzonti». Questo era lo scopo della Conferenza sul futuro dell’Europa, un esercizio di democrazia fortemente voluto dal presidente Sassoli per consentire ai cittadini di esprimere le proprie istanze. La presidente von der Leyen ha annunciato che i panel di confronto tra istituzioni e cittadini diventeranno un appuntamento fisso. Proprio a partire dalle richieste dei cittadini, inoltre, la Commissione si impegna a presentare una nuova iniziativa per la salute mentale.

L’Unione intende inoltre dare maggior spazio ai giovani, che rivestono un ruolo fondamentale nel dare forma all’Ue del futuro. Secondo von der Leyen, la visione dei giovani europei dovrebbe essere riflessa nei Trattati. «Ritengo che sia arrivato il momento di iscrivere la solidarietà tra generazioni tra i principi dei nostri trattati. […] Pertanto, come questo Parlamento ha chiesto, ritengo che sia giunto il momento di una convenzione europea», ha annunciato la presidente della Commissione. A giugno scorso, il Parlamento europeo aveva infatti adottato una risoluzione che chiedeva la convocazione di una convenzione per la revisione dei Trattati.

La reazione dei gruppi politici allo Stato dell’Unione

Al termine del discorso sullo Stato dell’Unione, i deputati e le deputate hanno espresso il loro sostegno alle iniziative intraprese dall’Ue per contrastare l’invasione russa dell’Ucraina. I presidenti dei gruppi politici hanno inoltre presentato le proprie posizioni sulle priorità dell’Ue, dedicando particolare attenzione alla preoccupante situazione dell’energia.

Le posizioni dei gruppi rappresentati in Parlamento sono diverse. Se il Partito popolare europeo sostiene la politica energetica perseguita dalla Commissione, i Verdi vorrebbero delle misure maggiormente ambiziose, volte a favorire la transizione verso energie pulite e rinnovabili. La Sinistra chiede inoltre maggiore attenzione alle conseguenze della crisi sui cittadini, ma anche alle implicazioni ambientali degli accordi commerciali dell’Ue. D’altro canto, Identità e Democrazia vorrebbe che la politica migratoria comune fosse gestita attraverso l’esternalizzazione delle frontiere.

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