Prima di “Loro”: i film ispirati a Silvio Berlusconi

Berlusconi è da tantissimi anni un fenomeno mediatico. Sorrentino plasmerà un film su di lui, ma prima di lui altri avevano portato il Cavaliere al cinema.

Quando due grandi personalità si incontrano, interessandosi l’una alla vita dell’altra, sovente risulta impossibile che non esca fuori qualcosa di incredibilmente coinvolgente o persino rivoluzionario a livello artistico. Con le dovute proporzioni è ciò che potrebbe essere accaduto a Paolo Sorrentino e Silvio Berlusconi, due uomini che – a modo loro – hanno finito per cambiare irrimediabilmente le sorti del nostro Paese. Due fenomeni, nel senso letterale del termine, che sono stati in grado di riscrivere le regole del gioco nelle loro “arti” di riferimento.

Non pare un caso, dunque, che il regista Premio Oscar per La grande bellezza abbia deciso di girare una pellicola sull’uomo che, volente o nolente, ha finito per cambiare l’Italia nell’ultimo trentennio. Già esperto per quanto concerne film che riguardano figure politiche ingombranti e contestate (Il Divo insegna), Sorrentino non avrà difficoltà a plasmare l’essenza di Loro, film di cui sta già iniziando a girare qualche scena e che vedrà il sontuoso attore-feticcio Toni Servillo nella parte del Cavaliere. Voci confermate parlano peraltro di un grande entusiasmo da parte dello stesso Berlusconi riguardo il progetto. Sicuramente qualcosa di non scontato, poiché in passato lo stesso ex Presidente del Consiglio non era stato così aperto nei confronti di opere ispirate dalla sua figura.

Nel corso degli anni Berlusconi è stato infatti protagonista, indiretto o meno, di tantissime pellicole italiane ed estere che sono poi finite al cinema o quantomeno in televisione e sul mercato home video. Da sempre personaggio controverso e polarizzante, Berlusconi ha goduto di grande spazio nel mondo della Settima Arte, anche se frequentemente (oltre che piuttosto prevedibilmente) non sono mancate critiche aspre al suo operato nella vita reale.

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Le prime citazioni

Ancor prima della sua discesa in politica, Berlusconi – imprenditore di successo che stava iniziando ad avere presa sui cittadini e sulle abitudini degli italiani – venne citato addirittura da Federico Fellini. Il grande regista si accorse evidentemente del “potenziale” del personaggio, regalando una rappresentazione caricaturale e curiosa del classe 1936 nella sua opera Ginger e Fred: il Cavaliere Fulvio Lombardoni altri non è che proprio l’imprenditore milanese, che con lo strumento televisivo aveva già apportato mutamenti al benessere del Bel Paese apprestandosi a dominare quel tipo di mercato.

Berlusconi
Maurizio Antonini, il sosia di Berlusconi.

Un veloce ma intrigante cameo, quasi di stampo orwelliano. Poi per un po’ Berlusconi sparisce dal grande schermo, ma non certo dalla vita reale, ovviamente: il Milan, l’ascesa in politica, il Governo. Il Cavaliere è sempre più personaggio di riferimento per la nazione, quasi un modello di vita per l’italiano medio, un vero e proprio trionfo di self-achievement che fa sognare tutti, dall’agricoltore al giovane laureato fino al disoccupato in cerca di mestiere. Le cose continuano a cambiare e il cinema torna ad accorgersi di Berlusconi nel 1997, con il trash movie di Ninì Grassia Hammamet Village, nel cui titolo si nasconde un evidente gioco di parole che soprattutto i napoletani capiranno celermente. La pellicola è una commedia che vedeva nei panni dell’imprenditore il suo sosia “ufficiale” Maurizio Antonini, il quale arrivò persino ad accantonare la sua precedente attività commerciale pur di sfruttare al massimo la somiglianza di quegli anni con il Cavaliere. Il film in realtà non trovò fortuna e spazio, pur essendo ancora considerato un vero e proprio cult per gli amanti delle pellicole di genere.

Nel 1998 inizia invece la “battaglia” con Nanni Moretti. Il regista e attore rende Berlusconi un vero e proprio protagonista indiretto del suo Aprile, raccontando la storia di un documentario da girare per smascherare il conflitto d’interessi che coinvolge il Premier durante le Elezioni del 1994. Alla fine, in pieno stile nostrano, tutto finirà a tarallucci e vino, almeno apparentemente.

Il Caimano e le polemiche

Il 2004 e il 2006 furono anni ricchissimi per l’esposizione mediatica di Berlusconi al cinema: ben cinque i progetti realizzati e basati – almeno in parte – sulla sua figura. Per quanto concerne il primo anno, Caterina Borrelli propone il documentario Lilli e il Cavaliere: 10 giorni per battere Berlusconi, seguendo per l’appunto gli ultimi dieci giorni di campagna elettorale della giornalista Lilli Gruber, forse l’unica donna in quel momento a poter reggere un paragone d’immagine con l’uomo politico milanese. Progetto di nicchia, nonostante tutto ha ottenuto anche una distribuzione estera. Sempre nel 2004 viene citato nella pellicola Ladri di barzellette, che vede un regista politicamente impegnato costretto a girare il sequel di un famosissimo film comico.

Due anni dopo arrivano, invece, tre dei progetti più controversi mai realizzati sulla figura del Cavaliere. Ad aprire le danze è Bye Bye Berlusconi, film satirico – ancora con Antonini protagonista – che viene presentato alla Biennale di Berlino: realizzato con pochissimo budget (tutti gli attori presenti nel film hanno operato a titolo gratuito), nonostante le critiche e le censure ha ottenuto molta rilevanza all’estero raccontando la situazione italiana in quegli anni. Per evitare problemi legali tutti i nomi dei politici messi in scena sono stati storpiati, compreso ovviamente quello di Berlusconi che ha finito per diventare Miky Laus in un impeto disneyano.

Berlusconi
Elio De Capitani come Berlusconi in “Il caimano”.

Il momento più delicato della carriera da “attore” di Berlusconi arriva però con Il caimano, film di Nanni Moretti che nella trama ha uno sviluppo simile ad Aprile, ma che forse, più di tutti gli altri, ha il merito di essere stato il primo progetto a parlare chiaramente del fenomeno del berlusconismo e di tutte le conseguenze, mediatiche e politiche, che questo ha comportato. Ovviamente le polemiche furono numerose: in molti chiesero addirittura il rinvio delle elezioni politiche, altri attaccarono personalmente Moretti per il ritratto cinematografico della persona. Lo stesso Berlusconi ironizzò sul titolo del film durante un comizio pre-elettorale. La pellicola trovò spazio in chiaro soltanto nel 2011, cinque anni dopo l’uscita nelle sale, trasmessa in estate da Rai 3. Il ruolo dell’ex Premier è stato interpretato da Elio De Capitani, mentre è ironico notare come anche Paolo Sorrentino facesse parte della pellicola con un piccolo ruolo attoriale.

Infine, quella che potremmo rinominare la Trilogia del Cavaliere si conclude con Shooting Silvio, film di Berardo Carboni che vede un giovane ragazzo facoltoso e senza entusiasmo nel confronti della vita provare a scrivere un libro che si chiama, per l’appunto, Shooting Silvio, nel quale evidenziare come provare a far fuori il Premier. Non trovando appoggio da parte di amici e colleghi, il protagonista decide di provare ad eliminare lui stesso Berlusconi per cercare la giusta ispirazione.
Il film è uscito nelle sale soltanto l’anno successivo e ovviamente la pubblicità non è stata positiva: dopo la messa in onda su Sky nel 2009, l’attuale Ministro della Salute Beatrice Lorenzin accusò la pellicola di incitare ad azioni violente contro Berlusconi e l’emittente non trasmise più (non solo per tali lamentele) la storia sui suoi canali.

Gli ultimi anni

Nel 2008 esce Ho ammazzato Berlusconi, commedia grottesca che vede un uomo di estrema sinistra investire (e uccidere) per sbaglio l’imprenditore per poi trovarsi in serissimi guai dopo l’accaduto.
Nel 2009 ha invece fatto grande scalpore il documentario Videocracy, che ha provato ad analizzare i grandi poteri che la televisione e i mezzi di comunicazione operano per plagiare la popolazione: ovviamente anche Berlusconi trova ampio spazio nel progetto del regista Erik Gandini. Rai e Mediaset si sono sempre rifiutate di trasmettere il documentario, che fu invece proposto in chiaro da LA7 nel 2011, con tanto di dibattito politico in seconda serata.
In termini minori Berlusconi è comunque presente anche in pellicole come Un’estate ai Caraibi e …Non ci posso credere, mentre nel 2011 persino l’industria del porno si è mobilitata plasmando Bunga Bunga Presidente, intreccio liberamente ispirato all’ormai noto Ruby-gate.

Spesso visto come “nemico” da una parte dell’industria del cinema, a volte preso semplicemente come pretesto per una trama da sviluppare. La certezza è che Berlusconi resta – e resterà – punto di riferimento per raccontare storie, intrighi, pezzi d’Italia in ogni sua forma e in ogni contesto. E con la mano d’autore di Sorrentino non possiamo che confermare l’assunto precedente: lo spettacolo va sempre avanti e il protagonista, ancora una volta, è Silvio Berlusconi.

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