Come è andato il secondo dibattito tra Trump e Biden

Lo scorso giovedì 22 ottobre, quando in Italia erano circa le tre del mattino, si è tenuto a Nashville, Tennessee, il secondo e ultimo dibattito televisivo tra Joe Biden e Donald Trump. Solitamente, i candidati alla presidenza degli Stati Uniti tengono tre confronti prima del voto di settembre. Il terzo, quello in cui gli elettori americani hanno la possibilità di rivolgere direttamente le loro domande ai due candidati, quest’anno non si terrà. Dopo essere risultato positivo al Covid-19, il presidente Trump ha comunque rifiutato la proposta di tenere il terzo confronto in due luoghi diversi per ragioni di sicurezza. Per cui, quello dello scorso 22 ottobre è stato l’ultimo confronto tra i candidati alla presidenza USA prima delle elezioni che si terranno il prossimo 3 novembre.

Come è andato il dibattito

È stato un dibattito decisamente diverso dal precedente. Quello tenutosi nella notte – italiana – tra il 29 e il 30 settembre scorso era stato un confronto caotico, rissoso e difficile da seguire. Donald Trump non aveva permesso all’avversario di concludere nessuna delle sue argomentazioni, interrompendolo in continuazione. A nulla erano serviti i deboli richiami al rispetto delle regole stabilite del mediatore Chris Wallace, giornalista di Fox News. Al contrario, nel secondo dibattito la mediazione è stata eccellente. La giornalista di NBC News, Kristen Welker, non solo è stata solamente la seconda donna afroamericana a moderare un confronto di questo tipo, ma ha fatto un lavoro migliore del suo collega. È riuscita a tenere a bada i due contendenti, tenendo fermamente in mano le redini della conversazione e gestendo perfettamente i tempi. C’è da dire, però, che erano già state prese delle precauzioni per evitare il caos del primo confronto. La commissione indipendente incaricata di organizzare i dibattiti presidenziali aveva infatti introdotto una nuova regola. Durante la risposta di un candidato – della durata di due minuti – il microfono dell’avversario veniva spento, per evitare interruzioni. Anche nei momenti in cui i due microfoni erano entrambi accesi, tuttavia, i due candidati hanno mantenuto un dibattito civile e ordinato.

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Un Trump molto diverso, dunque, più pacato. E dall’altra parte, un Biden più energico, meno intimidito e in grado di rispondere punto per punto alle provocazioni del presidente uscente. Dei modi di fare completamente differenti da quelli del precedente dibattito, nonostante i contenuti non siano poi cambiati molto. I due candidati hanno mantenuto i loro punti su tutti i temi affrontati durante la serata.

Dibattito Trump Biden

Il tema della sanità

Il dibattito si è aperto, inevitabilmente, con una domanda sulla gestione della pandemia di Covid-19. Il presidente Trump si è detto fiducioso sul fatto che i contagi finiranno presto.  Per il repubblicano sarebbe impensabile adottare nuove misure restrittive, in quanto i problemi economici rischierebbero di fare più danni di quanti ne abbia fatti effettivamente la pandemia. Ha insistito sul fatto che sia necessario “convivere con il virus”, ha attaccato di nuovo la Cina e ha detto che, in fin dei conti, le sue politiche finora hanno salvato milioni di vite. Joe Biden, dal canto suo, questa volta è riuscito a essere molto pungente sul tema e non si è lasciato sfuggire l’occasione di incalzare il presidente uscente su quello che, probabilmente, è il suo più grande punto debole. L’ex vicepresidente ha ricordato le migliaia di vittime causate dal Covid-19, ribadendo che il Paese è ancora nel pieno dell’epidemia.

Legato al tema della pandemia c’è quello della sanità. Trump ha nuovamente attaccato l’Obamacare, la riforma sanitaria introdotta da Barack Obama. Durante il suo mandato ha più volte provato a smontarla e, attualmente, ci sta provando tramite la Corte Suprema. Ha dunque promesso una nuova riforma. Joe Biden ha invece difeso l’Obamacare e ha affermato che ha in programma di migliorarla e integrarla con un piano di public option. Si tratta di un piano di assicurazione pubblico disponibile a tutti, per evitare che la concorrenza tra le assicurazioni private faccia aumentare troppo i prezzi delle polizze. Questo è un tema molto sentito negli Stati Uniti di oggi. Migliaia di persone, a causa dell’emergenza Coronavirus, hanno perso il lavoro e, con esso, l’assicurazione sanitaria.

La questione razziale

Donald Trump ha poi avuto tentennamenti nel rispondere alla domanda della moderatrice sulla questione razionale e sul movimento Black Lives Matter. Welker ha chiesto ai candidati se si rendessero conto del perché i genitori afroamericani devono, prima o poi, affrontare con i loro figli “il discorso”. Perché debbano metterli in guardia dal fatto che la polizia potrebbe prendersela con loro senza alcuna valida motivazione. Trump ha tentato di evadere la domanda. E, nuovamente, ha paragonato tutto ciò che lui ha fatto per migliorare le condizioni di vita degli afroamericani a ciò che ha fatto Abraham Lincoln, il presidente che abolì la schiavitù. Di nuovo, Biden è stato in grado di ribattere perfettamente sul punto. Ha dato a Trump del razzista e poi ha risposto prontamente alla domanda della mediatrice.

Clima ed energia

Infine, l’altro tema caldo è stato quello del clima e della transizione energetica. Donald Trump ha accusato Biden di voler togliere il fracking, cioè l’estrazione di gas e petrolio dalle rocce. Joe Biden ha negato, dicendo di non voler vietare l’attività, ma di volerla renderla più pulita. In generale, ha affermato di voler avviare l’intero Paese verso una transizione energetica che lo renda meno dipendente dai combustibili fossili e, in particolar modo, dal petrolio. La questione climatica è particolarmente divisiva negli Stati Uniti: da una parte ci sono gli ambientalisti, più legati al Partito Democratico, dall’altra l’industria del petrolio, che ha un giro d’affari importante e assicura un posto di lavoro a migliaia di americani.

 

Gli altri temi della serata sono stati la politica estera, i rapporti con la Cina e la Russia. Biden ha accusato il presidente uscente di essere troppo morbido con la Russia, mentre Trump ha accusato l’avversario di aver avuto strani affari con la Cina e l’Ucraina tramite suo figlio Hunter. Si è parlato di salario minimo, che Biden vorrebbe alzare a 15 dollari l’ora dagli attuali 7,5. E infine l’ex vicepresidente di Obama ha tirato fuori anche la questione delle dichiarazioni dei redditi di Donald Trump. Secondo il nuovo scoop del New York Times, non solo Trump pagherebbe appena 750 dollari l’anno di tasse al governo degli Stati Uniti, ma sarebbe anche in possesso di un conto corrente in Cina.

Chi ne è uscito vincitore?

Chi è il vincitore di questo dibattito? Probabilmente nessuno dei due. Non è stato un confronto decisivo per il risultato finale delle elezioni. Si è svolto a dodice giorni dall’election day del 3 novembre, quando circa quaranta milioni di elettori statunitensi avevano già votato, tramite il voto anticipato o per posta. Secondo i sondaggi Joe Biden dovrebbe avere un largo vantaggio sul candidato repubblicano. Si parla di circa dieci punti a livello nazionale e sopra l’obiettivo dei 270 delegati del collegio elettorale a livello degli Stati membri. Al democratico bastava evitare grossi errori per mantenere il distacco. E li ha evitati. Dall’altra parte, Trump per rimontare aveva bisogno di una performance incredibile. Invece la serata di giovedì scorso è andata bene, ma non gli ha dato la spinta per la rimonta. D’altro canto, le elezioni presidenziali americane ci hanno abituato a tutto. Dieci giorni possono sembrare pochi, ma potrebbero anche bastare per cambiare le carte in gioco. Sapremo chi avrà vinto la corsa alla Casa Bianca solamente quando anche l’ultimo voto sarà scrutinato.

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