Matteo Bassetti: «Non “ondata”, piuttosto “fiammata”, abituiamoci»

Ancora una volta è tornato a trovarci Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, per chiarire le nostre idee e quelle dei nostri lettori a proposito della situazione sanitaria attuale (e forse futura).

Siamo alla fine di questa ondata?

«Stento sempre a chiamarla “ondata”, piuttosto la chiamerei “fiammata”. Le scorse “ondate” sono state molto più impegnative dal punto di vista ospedaliero. Dobbiamo abituarci ad avere nel futuro queste risalite (e cali conseguenti) di contagi. Siamo di fronte a un virus diverso da quello di Wuhan: altamente contagioso ma fortunatamente meno aggressivo e letale. Questo avviene perché siamo tutti più protetti, tra vaccinazioni e infezioni naturali? Sì.

Siamo probabilmente alla fine della fiammata estiva, ma la riduzione dei contagi non porterà a una diminuzione dei decessi. Questi non sono decessi da polmonite da coronavirus, ma sono persone che sono entrate per vari motivi, sono risultate positive al tampone e purtroppo sono decedute. Dal punto di vista organizzativo questi casi vanno trattati e isolati nelle modalità conosciute, ma dal punto di vista clinico sono quadri totalmente diversi da quelli che abbiamo visto in passato».

matteo bassetti
Il professor Matteo Bassetti. Foto per gentile concessione dell’intervistato.

In che senso un virus diverso?

«Se vogliamo fare un paragone, utile ai lettori, possiamo dire che il virus del 2020, quando arrivava nel naso e nella gola, trovava una “autostrada a quattro corsie” per i polmoni. Quella variante era per i polmoni molto problematica. La variante Omicron resta nelle alte vie respiratorie e trova tra la gola e il polmone una serie di “curve” e di “dossi”, sempre per rimanere nella metafora, che sono rappresentati dagli anticorpi».

Quarta dose agli over 60. Cosa ne pensa?

«Oggi dire over 60 è come dire carne: pollo, manzo, tacchino o maiale. Vuol dire tutto e vuol dire niente. Ovviamente gli ottantenni e i novantenni, così come i sessantenni con altre gravi patologie, è bene che facciano la quarta dose. Anzi, avrebbero dovuto farla prima, era indicata già dai primi di gennaio.

L’informazione nel nostro Paese non ha funzionato rispetto alla quarta dose. Aver allargato la platea così di colpo, senza differenziare, è stato un errore. Dopo il boom dei primi giorni, la gente non si vaccina più».

Si parla del “vaccino aggiornato”.

«Sicuramente quarta dose subito ai fragili e agli over 80, che devono mettersi al riparo. Pfizer e Moderna hanno presentato la richiesta di approvazione per il vaccino aggiornato. Mi auguro che sia pronto magari per fine agosto, per iniziare una massiccia campagna già da settembre. A quel punto dovremo ragionare su chi deve fare la dose di richiamo. Per me la dovrebbero fare tutti. Io sto parlando di consigli alla vaccinazione, non di obblighi.

Credo che per qualche anno, forse in anticipo rispetto all’antinfluenzale, arriverà un vaccino aggiornato sulla variante di quel momento e che sarà possibile fare un richiamo annuale. Questa deve diventare la nostra attitudine mentale».

Forse non si sta pensando abbastanza alla riapertura delle scuole.

«So di dire una cosa pesante. Penso che sanità e scuola, nei due governi che si sono susseguiti, non hanno avuto il trattamento che avrebbero meritato. Evidentemente se qualcuno dovesse sognarsi di riaprire le scuole con le mascherine, le studentesse e gli studenti mi troveranno in testa alle loro proteste. Dopo aver consentito questa estate viaggi, discoteche e concerti (a mio avviso giustamente!), doversi trovare sui banchi con le mascherine perché il governo non è riuscito a organizzare la riapertura non è accettabile.

Purtroppo la scuola è stata così penalizzata perché gli studenti a quell’età non votano. Se votassero, non li avrebbero trattati come sono stati trattati. Tutte le categorie hanno avuto corsie preferenziali, tranne la scuola, perché si pensava al voto. Ma arriveranno a votare anche loro e non dimenticheranno cosa è successo. Sono totalmente dalla loro parte. La mascherina a scuola a settembre 2022 sarebbe ingiustificabile e dimostrerebbe una incapacità nella gestione della scuola».

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