«Leggo poco, dipingo molto in compenso»: Pasolini pittore inedito alla Galleria d’Arte Moderna di Roma

Oltre il cinema, la letteratura, la musica, il giornalismo (d’inchiesta), anche la pittura. La mostra Pasolini pittore, curata da Silvana Cirillo, Claudio Crescentini e Federica Pirani, che si è inaugurata il 27 ottobre alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, rispolvera un versante artistico semisconosciuto che rivela, però, collisioni sorprendenti nella poetica del Regista.

Il Pasolini meno conosciuto

Quasi 150 opere, in gran parte inedite, in tre piani. Arrivano dal Gabinetto Vieusseux di Firenze, dalla Cineteca di Bologna, dal Centro Studi Pasolini di Casarsa, dall’archivio Zigaina e dalla collezione degli eredi di Pasolini. Per Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale, «una mostra figlia di una accurata ricerca scientifica e che ci restituisce un Pasolini speciale, inedito».

Spaziando dall’adolescenza friulana fino alla morte, da Casarsa a Roma, si apprezzano sprazzi di quel manierismo di parecchie pellicole. Scorrono, così, tutti i temi cardine della poetica pasoliniana: la religiosità di corpi e volti, come il vangoghiano Autoritratto con fiore in bocca. Non manca, neanche, la passione per gli umili, per il bozzetto e i paesaggi “vedutisti” del Fruili.

Amici e maestri

La mostra ricorda il maestro sodale Roberto Longhi con opere semisconosciute e tutti gli intimi di Pasolini: Maria Callas, Ninetto Davoli, Andrea Zanzotto, Alberto Moravia. Una sezione, poi, celebra Roberto Longhi, professore di Storia dell’Arte a Bologna, ritratto a più riprese dal giovane Pasolini in pregevoli bozzetti caricaturali.

La sezione, poi, il Novecento di Pasolini racchiude i pittori amati, testimoniando per Federica Pirani «un’attività di critico militante tutt’altro che banale»: luce allora sulla Roma apocalittica di Scipione e la Natura morta di Morandi, sull’arte sociale di Guttuso e sul gusto anatomico di Gentilini e Scialoja, passando per la pop art di Warhol e i ritratti di Carlo Levi.

Sperimentalismo

Un repertorio variegatissimo che, in nove sezioni, attraversa tutte le fasi pittoriche di Pasolini, (ri)scoprendone i padri putativi (dai primitivi trecenteschi, passando per Piero della Francesca e Caravaggio) e la grande vena sperimentale. Per dipingere Pasolini, come l’ospite artista del suo Teorema (1968), ricorre a tempere, inchiostri, matite grasse e pastelli, impasti floreali, champagne, carte da lucido, cartoni, cellophane da munizioni.

Una nuova antologica – l’ultima fu nel 1978 a Palazzo Braschi, curatore Giuseppe Zigaina – con percorsi speciali per ipovedenti e fragili, fino al 16 aprile 2023. La arricchiranno incontri, letture e proiezioni, a cura di Silvana Cirillo e Claudio Crescentini nell’ambito della rassegna “Pasoliniana. Intorno a Pasolini Pittore”.

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