Come si diventa astronauta? Cos’ha svelato Samanta Cristoforetti: “Avere un mix così non è male”

L’astronauta italiana più popolare al mondo rivela qualche dettaglio sul percorso per diventare un astronauta.

Fin da quando muoviamo i primi passi durante la nostra infanzia, il cielo ha sempre esercitato un’attrazione irresistibile su di noi. Molte persone, nel cuore della loro giovinezza, hanno desiderato diventare astronauti, sognando di esplorare lo spazio e di camminare su lune e pianeti lontani. I caschi lucenti, le tute spaziali e la sensazione di galleggiare nell’infinito: un richiamo quasi magico per ogni bambino.

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Samanta Cristoforetti svela come diventare astronauti – (Foto Ansa) – thewisemagazine.it

Poi arriva un momento in cui sia chi vuole intraprendere una carriera simile, sia chi ha abbandonato l’ambizioso proposito, si fa una domanda: come si fa a diventare astronauta? A questa domanda ha risposto Samantha Cristoforetti, una delle astronaute italiane più popolari in Italia e anche all’esterno, che recentemente è stata ospite del podcast “Passa dal BSMT” di Gianluca Gazzoli.

Il percorso per diventare astronauti è lungo e non molto lineare

Samantha Cristoforetti è sicuramente la personalità italiana più famosa del settore. Il suo nome ha cominciato a circolare dopo che, a maggio 2009, è selezionata come astronauta dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), diventando la prima donna italiana e terza europea in assoluto a ricoprire questo ruolo. Oggi è anche la prima prima donna europea comandante della Stazione spaziale internazionale, la stazione di ricerca che riunisce gli sforzi delle agenzie spaziali americana, russa, canadese, giapponese ed europea.

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La prima donna europea al comando della Stazione spaziale internazionale è la Samantha Cristoforetti (Foto Ansa) – thewisemagazine.it

Intervistata da Gianluca Gazzoli a “Passa dal BSMT”, la Cristoforetti ha spiegato:”I percorsi sono abbastanza diversi. Diciamo che ci sono due macro-percorsi: uno è quello classico in cui diventi pilota, molto spesso pilota militare, magari pilota collaudatore e poi vai a fare l’astronauta. L’altro è quello che viene dalle materie tecnico-scienfitiche, quindi magari una persona che ha preso una laurea in fisica, in ingegneria, magari un dottorato“. Tuttavia, come accade in molti altri campi, la Cristoforetti ha spiegato che il candidato ideale dovrebbe avere un mix di questi due requisiti.

Poi ci sono un po’ di profili misti come il mio o quello del mio collega: di formazione universitaria siamo ingegneri, però poi siamo diventati piloti militari in areonautica. Questa specie di mix di formazione tecnico-scientifica o ingegneristica e invece un’esperienza di volo non è male, perché poi quando arrivi sul campo conosci un po’ entrambi i mondi“, ha dichiarato l’astronauta.

Esattamente come in ogni altro settore lavorativo, infatti, a fare la differenza è l’esperienza pregressa, spiega la Cristoforetti: “Chi viene esclusivamente dal mondo universitario, infatti, sono persone che si portano dietro qualche esperienza operativa come spedizioni in luoghi remoti o un periodo in una base operativa in Antartide. Chi ha fatto solo ed esclusivamente un’attività di ricerca ha invece più difficoltà ad essere selezionato“.

In ogni caso, il percorso di selezione non sembra essere facile per nessuno: la Cristoforetti racconta che il suo processo è durato un anno intero.

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