Se in Italia si dà in automatico il cognome del padre alla nascita dei figli, qual è la situazione nel resto dei Paesi europei?
La questione del cognome in Italia è abbastanza complessa e annosa, solo di recente però il dibattito pubblico sul tema ha sollevato alcune problematiche mai risolte o perfino discusse. Col cambio dei tempi e della sensibilità, infatti, è diventato di cruciale importanza far sì che la parità di genere comprendesse quanti più campi d’azione possibili. E così, se fino a 20 anni fa era normale che i figli venissero registrati col cognome del padre, ora non è più così scontato.
Con la sentenza del 27 aprile 2022, infatti, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime, nonché discriminatorie e lesive dell’identità del figlio, le norme attraverso le quali si attribuisce automaticamente il cognome del padre. E così, a meno che non si decida di comune accordo, da quella sentenza è diventato evidente come anche il cognome delle donne sia importante, motivo per cui si possono registrare ora i figli anche col doppio cognome. Ma se ci sono voluti tantissimi anni per arrivare a una sentenza del genere in Italia, qual è la situazione nel resto dei Paesi europei?
Come funzionano i cognomi in Europa: ogni Paese ha le sue regole
Per quanto le normative vigenti possano cambiare da Stato a Stato, vige di base il principio secondo cui si può attribuire liberamente ai propri figli il cognome paterno, materno o quello di entrambi i genitori. Ovviamente di comune accordo. Nel caso in cui però questo non si raggiunga ad esempio, sia in Francia che in Belgio si assegnano d’ufficio entrambi i cognomi ordine alfabetico. In Lussemburgo, invece, avviene la scelta tramite un sorteggio.
Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia e Austria, ancora, a meno che non ci siano altre indicazioni, i bambini vengono registrati col cognome della madre. Nei Paesi Bassi, si sceglie un solo cognome di comune accordo, mentre in Germania, Svizzera, Grecia, Ungheria, Romania e Croazia si assegna per tutta la famiglia il cognome scelto dai genitori. Se i due coniugi però hanno mantenuto i rispettivi cognomi, si può anche scegliere in totale libertà come registrare i propri figli all’anagrafe.
Interessanti e sui generis il caso del Portogallo e del Regno Unito. Il primo, infatti, consente addirittura ai genitori fino a un massimo di 4 cognomi per il proprio figlio. Il secondo, invece, permette ai genitori di scegliere per il figlio anche un cognome diverso dal proprio. Ci sono però alcuni Paesi come la Spagna e tutti quelli dell’America latina in cui il doppio cognome per cultura è obbligatorio. L’unica cosa che si può scegliere in questa circostanza è solo l’ordine dei cognomi.