Un amore (non corrisposto) per le definizioni o l’arte di imprigionarsi

Nel definire e classificare le identità (di genere, ad esempio) ci si ritrova a giocare il ruolo di Achille nel paradosso di Zenone, senza alcun traguardo da poter portare a casa. Lo spazio di ciò che si può dire è infinito e ci separa dall’obiettivo. Classificare l’infinito non lo renderà più finito, ma solo più problematico. Specialmente se nessuno di noi può considerarsi “normale”.

In principio era l’uso. Sulla coincidenza di ciò che è utile e ciò che è giusto

I movimenti di protesta sorti in seguito alla morte di George Floyd hanno riacceso il dibattito filosofico-politico sulle “narrative dominanti” e sul ruolo svolto dal linguaggio nel supportare, mantenere o contrastare la configurazione di realtà messa in campo dalle suddette. Le “narrative”, per come vengono qui intese, svolgono nel senso comune il ruolo di storie, … Leggi tutto

Impostazioni privacy