Storia del pensiero filosofico: Marco Aurelio

Cari ventisette lettori, siamo giunti al secondo secolo dopo Cristo, epoca in cui cresce Marco Aurelio: imperatore romano ma, all’occorrenza, anche filosofo. Con le sue meditazioni private, offre ai lettori l’opportunità unica di vedere come – nelll’antichità – un uomo di così tanta fama potesse cercare di vivere una vita secondo la morale stoica. Lo stoicismo, come abbiamo già visto con Seneca, era soprattutto un affare morale: le difficoltà che Marco Aurelio affronta mettendo in pratica lo stoicismo ci permettono allora di apprezzare ancora di più il personaggio in questione.

Nato nel 121 d.C., e ampiamente preparato in retorica e filosofia, Marco Aurelio fu adottato all’età di diciott’anni da Antonino Pio, al quale succedette come imperatore di Roma nel 161, per regnare poi fino alla morte, avvenuta nel 180. Il suo regno è stato turbato da attacchi provenienti dalla Germania, ribellioni nel nord Italia e in Egitto; infine, per non farsi mancare nulla, assistette persino uno scoppio di peste. Almeno una parte del lavoro per il quale è famoso è stata scritta durante gli ultimi anni delle sue campagne militari. Queste Meditazioni, scritte in greco, non sono tutto ciò che ci è rimasto dei suoi scritti. Abbiamo a disposizione, infatti, alcune disposizioni, delle lettere ufficiali, e una corrispondenza privata con il suo insegnante di retorica e amico di una vita, Frontone. Una corrispondenza lunghissima, che parte da ben prima che Marco compisse vent’anni e che continua durante i suoi anni da imperatore. Questa corrispondenza comprende quelli che sembrano essere esercizi retorici scritti nella giovinezza dell’imperatore e, in generale, una serie d’informazioni personali che riguardano spesso malattie, nascite e morti in famiglia.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 26-28.

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