I colossi cinesi di internet: Alibaba e Tencent

La Cina, è ormai noto, sta diventando una delle economie più potenti al mondo e vuole farlo il più velocemente possibile. Le sue imprese stanno diventando sempre più grandi e imponenti, come è possibile notare dal numero di aziende presenti nella lista Fortune Global 500: da 98 che erano nel 2016, nel 2017 sono diventate 115. Sebbene la lista misuri solo i ricavi, è indicativa di quanto stiano diventando grandi e rilevanti. Inoltre, le capitalizzazioni di mercato si stanno allineando con i giganti occidentali e in particolare due società stanno entrando nella top ten: sono i due colossi cinesi Alibaba e Tencent.

I colossi cinesi Alibaba e Tencent.
I loghi dei colossi cinesi Alibaba e Tencent.

Alibaba

Alibaba e la sua variante dedicata ai consumatori Aliexpress si stanno facendo conoscere sempre di più, sia a livello italiano che a livello internazionale. Ma di che azienda si tratta? Chi c’è dietro? Alle spalle di questo enorme colosso si trova Jack Ma, ovvero l’equivalente cinese di imprenditori occidentali del calibro di Jeff Bezos e Elon Musk.

Da giovane, il futuro CEO di Alibaba si dedica a imparare l’inglese e a dodici anni fa da guida turistica gratuita per i turisti per migliorare e fare pratica: grazie a questa esperienza diventa mentalmente più aperto rispetto ad altri suoi conterranei. A causa della sua passione per la lingua, si iscrive all’università e diventa un professore di inglese: grazie a questo, durante un viaggio commerciale a Seattle, mentre era impegnato come interprete, conosce Internet e ne rimane profondamente colpito. Apre prima un sito sulla Cina e successivamente, nel 1999, dopo una forte delusione, insieme a diciotto amici e 60.000$ prende vita Alibaba, un sito di e-commerce. Oggi, quel sito fondato diciotto anni fa rappresenta uno dei gruppi più interessanti e rilevanti del panorama cinese, imponendosi nella classifica Fortune al 462° posto con ricavi per 23.517 milioni di dollari, sfidando giganti del calibro di Amazon ed EBay.

Jack Ma durante un suo viaggio negli USA. (Reuters/Fabian Bimmer)
Jack Ma durante un suo viaggio negli USA. Foto: Reuters/Fabian Bimmer.

Alibaba oggi è un gruppo che fornisce servizi di vario genere: servizi di vendita B2B, B2C e C2C (cioè rispettivamente business to business, business to consumerconsumer to consumer), servizi di pagamento elettronico, motori di ricerca, cloud computing e molto altro, il tutto attraverso un portale web. Nell’aprile 2016 ha sorpassato Walmart come retailer più grande al mondo, opera in più di duecento paesi ed è anche un delle compagnie internet più grandi esistenti. All’agosto 2017, Alibaba ha più di 529 milioni di utenti attivi attraverso le sue piattaforme. Inoltre, nel luglio 2017 è diventata la prima azienda cinese a superare una capitalizzazione di mercato di 400 miliardi di dollari e nell’agosto ha raggiunto una capitalizzazione massima di 442 miliardi di dollari.

Jack Ma durante una conferenza.

Il successo di Alibaba si basa su diversi punti: in primis, è riuscito ad affermarsi così rapidamente come servizio online e a diventare così diffuso all’interno della Cina per via dell’assenza di una cultura del consumo preesistente, imponendo nuove abitudini. Mentre in paesi come l’Italia per certi versi c’è ancora diffidenza verso l’acquisto online e la maggior parte delle transazioni avviene tramite computer, anche se il dispositivo più utilizzato per navigare e informarsi è lo smartphone, in Cina molte remore non esistono e si utilizzano i dispositivi portatili per fare tutto. Un altro interessante punto della strategia utilizzata da Jack Ma è il fatto che il suo core business è basato su piccole e medie imprese e su singoli imprenditori che senza un supporto farebbero molto probabilmente fatica ad arrivare sul mercato sia nazionale che internazionale. In questo modo, il gruppo fornisce una proposta unica che da un lato emancipa i produttori e dall’altro fornisce maggiore scelta e diversità ai consumatori. Molto particolare è anche il sistema di revenues: non vengono applicate delle fee di partecipazione o di ingresso al sistema di Alibaba, ma i ricavi provengono per più di metà dalla pubblicità. Il sistema di entrate del colosso cinese è basato sul fornire soluzioni e tecniche di marketing, dall’advertising al posizionamento, dall’analisi alla fornitura di dati sul comportamento dei consumatori, fornendo ai singoli business un pacchetto completo che li accompagna dall’ideazione alla vendita di un prodotto, grazie ai dati raccolti, alla pubblicità e al posizionamento.

Il gruppo cinese cerca inoltre di mettere a proprio agio l’acquirente, fornendo piattaforme diverse e divise per tipologia di fruitore: Aliexpress è principalmente dedicato al mercato consumer internazionale, Alibaba al mercato business internazionale, Taobao fa riferimento al mercato B2B nazionale mentre TMall si concentra sul B2C nazionale; a questi si affiancano diversi servizi come Etao, che permette a chiunque di comparare i prezzi dei prodotti presenti anche su altri portali diversi dal gruppo, e Alipay, un servizio di pagamento che si pone come garante per le transazioni che avvengono tra le parti su tutti i siti del gruppo, tracciando e documentando ogni scambio, fornendo maggiori garanzie agli acquirenti, specialmente in riferimento al mercato consumer, sia locale che internazionale. In particolare, Alipay garantisce che il prodotto arrivato al compratore sia conforme alle caratteristiche dichiarate al momento dell’acquisto: nel momento in cui avviene il pagamento da parte dell’acquirente, il sistema Alipay trattiene il denaro fino al momento dell’arrivo a destinazione dei prodotti e solo in quel momento, se accettati dal compratore e conformi alla descrizione presente sul sito, il sistema trasferisce il denaro al fornitore, garantendo il cliente e spingendo i produttori a fornire il miglior servizio possibile.

Alibaba è una delle aziende più interessanti presenti al momento per via del mercato cinese ancora in espansione, per la crescita del gruppo a livello internazionale, ma anche per la tensione al miglioramento e alla ricerca che contraddistingue il gruppo. La quantità di dati che viene prodotta è immane e permette all’impresa capitanata da Jack Ma di comprendere al meglio e anticipare i trend, fornendo ai clienti un’esperienza in continuo miglioramento, sia dal punto di vista dei servizi forniti ai venditori che agli acquirenti.

Per il futuro, gli obiettivi sono la globalizzazione del gruppo Alibaba e l’espansione nei mercati rurali della Cina stessa, che possono e devono ancora essere ampiamente sfruttati, e la differenziazione dei ricavi, con l’approdo in settori completamente diversi. Peculiare è il caso dell’”Ali future hospital”, in cui il gruppo ha contribuito a rinnovare un ospedale a Shangai inserendo la possibilità di utilizzare Alipay per registrarsi e pagare, combinando il sistema di pagamento con l’assicurazione sanitaria e offrendo un sistema automatizzato.

Jack Ma mentre saluta al suo arrivo a Wall Street nel 2014. AFP PHOTO/Jewel SamadJEWEL SAMAD/AFP/Getty Images
Jack Ma mentre saluta al suo arrivo a Wall Street nel 2014. Foto: AFP PHOTO/Jewel SamadJEWEL SAMAD/AFP/Getty Images.

Tencent

Affianco al gruppo Alibaba, nel gigantesco e fiorente panorama cinese è impossibile non vedere un altro colosso di internet che si è imposto nel tempo: il suo nome è Tencent e anche se pare sconosciuto, probabilmente chiunque possieda uno smartphone è entrato in contatto con un suo prodotto. Tencent è una holding che fornisce servizi legati a internet, media, intrattenimento, sistemi di pagamento, smartphone e advertising, ha il proprio quartier generale situato a Shenzhen, è una delle compagnie web più grandi al mondo e la più grande azienda di gaming al mondo. I suoi prodotti comprendono social network, giochi mobile, smartphone, giochi multiplayer online e portali web: i più famosi sono i giochi League of Legends, Clash of Clans e l’app di messaggistica WeChat.

Nel 2015, Tencent è stata considerata dal Boston Consulting Group una delle cinquanta imprese più innovative al mondo, la più innovativa in Cina. La holding è anche presente nella classifica Fortune Global 500 al 478esimo posto, con 22.871 milioni di ricavi, poco dietro al gruppo Alibaba. Nel 2015 raggiunge una capitalizzazione di mercato di 200 miliardi e nell’agosto 2017 raddoppia divenendo la seconda impresa asiatica dopo Alibaba a toccare e superare una capitalizzazione di 400 miliardi.

Tencent nasce all’inizio come software house sviluppando un client di messaggistica. Con il tempo il focus si sposta sui videogiochi, in particolare con l’acquisizione nel 2011 di Riot Games, studio sviluppatore del gioco Leauge of Legends, particolarmente diffuso a livello globale, e nel 2016 di Supercell, sviluppatore di Clash of Clans. Oltre a investimenti nel settore videoludico, Tencent investe nell’e-commerce acquisendo quote del sito JD.com, diretto competitor di Alibaba. Nel 2015 stringe un accordo con l’NBA per la distribuzione esclusiva delle partite in Cina. Oltre a investimenti nel settore internet, la holding compra quote di società che competono in mercati più tradizionali, ma sempre particolarmente innovative: è il caso dell’entrata all’interno di Tesla nel marzo 2017 con una quota del 5%, acquistata per 1,78 miliardi. Scelta strategica probabilmente dettata dal business intrapreso nel 2016 insieme a Foxconn, il più grande produttore al mondo di dispositivi elettronici, famoso per l’assemblaggio degli iPhone, e a China Harmony, holding che si occupa della vendita di auto di lusso in Asia. La nuova controllata, chiamata Future Mobility, si propone di vendere entro il 2020 auto elettriche di fascia alta. Inoltre, nel giugno 2017 sono cominciate le trattative per l’acquisizione di Rovio mobile, i produttori di Angry Birds.

Tencent non è però solo acquisizioni: molti suoi prodotto sono sviluppati internamente, come la piattaforma di messaggistica istantanea chiamata QQ, sviluppata nel 1999. A questa si affiancano motori di ricerca, servizi di storage, servizi di streaming, distribuzione musicale, giochi multiplayer online, piattaforme di microblogging, produzione di film, un servizio di pagamento simile a Paypal denominato TenPay, che supporta scambi di denaro tra imprese e privati, e l’app di messaggistica WeChat, che è presto diventata un social media che permette anche di effettuare acquisti e pagamenti, il tutto attraverso lo smartphone. In particolare, WeChat ha quasi un miliardo di utenti attivi mensilmente ed è riconosciuta come una delle app più innovative, definita come “app per tutto” in quanto unisce numerosi servizi in un’unica applicazione. Tencent ha provato e cerca insistentemente di far penetrare WeChat al di fuori dall’Asia, ma ad oggi non ha avuto successo.

Foto di una conferenza Tencent riguardo l’ecosistema WeChat. Foto: VCG/VCG via Getty Images.

Gli obiettivi di Tencent per il futuro sono quello di imporsi tra le più grandi compagnie web a livello globale, affiancandosi e diventando nota in occidente come Amazon, Google o Facebook. La spesa particolarmente elevata in ricerca e sviluppo potrebbe essere la scelta vincente per questa holding, che grazie a WeChat ha sviluppato un modello di business molto interessante e particolare.

Cosa ci si può aspettare nel futuro dai colossi cinesi

I colossi cinesi non vedono l’ora di espandersi in occidente e i colossi occidentali non vedono l’ora di espandersi in oriente, in particolare in Cina: se Alibaba e Tencent, per certi versi, non riescono a penetrare come vorrebbero per questioni culturali e di abitudine, in Cina è particolarmente difficile entrare per le barriere all’ingresso create da un lato dagli incumbents e dall’altro dal governo, che aiuta pesantemente le imprese locali, limitando i nuovi concorrenti e limitando la stessa libertà dei cittadini. Queste imprese, per diventare globali a tutti gli effetti, dovrebbero scontrarsi con il libero mercato, cosa già in passato avvenuta ad esempio nel caso delle merci contraffatte vendute e spedite liberamente su Alibaba e Aliexpress, a danno di celebri marchi occidentali. Il governo cinese, divenuto difensore del libero commercio e della globalizzazione, dovrebbe applicare queste regole anche all’interno dei propri confini, cosa che troppo spesso non accade, come nel caso della censura e dei diritti umani violati.

 

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