Alexi Laiho è morto. Il metallaro che è in noi piange

Chi, masticando un po’ di metal, non ha mai ascoltato un disco dei Children Of Bodom? Oppure chi non è mai andato dal proprio insegnate di chitarra con una tablatura incomprensibile, scaricata da qualche sito? Ancora, chi non hai mai distrutto le proprie corde vocali cercando di imitarne la voce? Il quattordicenne metallaro che è dentro di noi piange disperatamente. Il 4 gennaio sui social di Alexi Laiho è annunciata la sua morte per malattia, avvenuta la settimana precedente all’età di quarantuno anni. Dopo un 2020 segnato da tragiche perdite, come quella di Gigi Proietti, Maradona e Paolo Rossi, il 2021 sembra non partire bene.

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Alexi Laiho in concerto.

Ero alle medie, quando ho iniziato a suonare la batteria, sulle orme delle band pop punk. Inevitabilmente sono finito sul doppio pedale, sulla doppia cassa in sedicesimi. Inevitabilmente sono finito ad ascoltare i Children of Bodom. Potenti, veloci e aggressivi, ma non eccessivamente. Tecnici però, decisamente troppo per me che iniziavo ad avvicinarmi alla musica. Ma li ascoltavo lo stesso. Ho passato un periodo, soprattutto durante il passaggio dalle medie alla superiori, in cui erano costantemente ad alto volume nella mia stanzetta adolescenziale.

Non per i loro testi, spesso violenti, che facevano riferimento al massacro del lago Bodom, da cui hanno preso ispirazione per il nome. Li ascoltavo più per la loro musica e per la capacità di Laiho di coniugare il metal con melodie decisamente orecchiabili, ma al contempo forti, nel vero senso della parola. Con il tempo (fortunatamente) sono cresciuto. I gusti anche musicali sono cambiati, ma il ricordo di quel suono così unico e riconoscibile rimane sempre. Così, nella collezione di vinili, rimane quel Something Wild in edizione limitata, con il vinile di colore rosso, comprato da me quattordicenne nel negozio di dischi del mio paese.

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Nato a Espoo, in Finlandia, Alexi Laiho si avvicinò al violino all’età di sette anni, per poi passare alla chitarra elettrica a undici. Il primo disco, Something Wild, arrivò a soli diciotto anni, con i Children of Bodom, la sua storica band che ha lasciato nel 2015. Laiho ebbe numerose band, tra cui gli Impaled Nazarene e la band punk rock Kylähullut, ma furono sempre in secondo piano rispetto ai Children of Bodom. Alexi aveva “COBHC” (“Children of Bodom Hate Crew”) tatuate sulla mano sinistra e “HATE” tatuato sulla mano destra, in omaggio a Ozzy Osbourne. Il cantante americano ha infatto un tatuaggio simile, con la scritta “OZZY”. Famoso è anche il suo soprannome Wildchild, che deriva dall’omonima canzone degli W.A.S.P.

Alexi Lahio lascia una ex moglie, una moglie e il figlio di quest’ultima. Proprio lei lo ha definito come «il marito e il padre più magnifico e amorevole», mentre la sorella chiede riservatezza: «Siamo tutti assolutamente scioccati e devastati. Chiediamo privacy e comprensione in questi tempi duri. I funerali del mio fratellino si svolgeranno in privato».

Il comunicato della morte del chitarrista è comparso sulla pagina dei Bodom After Midnght, la band che Lahio aveva fondato nel 2020. I suoi ex compagni dei Children of Bodom lo ricordano così: «Uno dei chitarristi più famosi al mondo, Alexi Laiho, è morto. Il musicista, noto soprattutto come frontman dei Children of Bodom, è morto nella sua casa di Helsinki, in Finlandia, la scorsa settimana. Laiho aveva sofferto di problemi di salute durante i suoi ultimi anni. Più di venticinque anni di amicizia. Abbiamo perso un fratello. Il mondo ha perso un compositore fenomenale e uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi. I ricordi e la musica di Alexi vivranno per sempre. I nostri pensieri vanno alla famiglia di Alexi in questo momento difficile. Henkka, Janne e Jaska».

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Dalla pagina Facebook dei CoB.

Lo stile

Lahio è diventato un punto di riferimento a livello mondiale per quanto riguarda la chitarra, death metal e non solo. Il suo modo di suonare la chitarra è caratterizzato da lunghi e virtuosi assoli, influenzati dalla musica classica, soprattutto da Johann Sebastian Bach, e dagli scambi botta e risposta con il tastierista Janne Wirman.  Laiho è apparso sulla copertina di Young Guitar Magazine diverse volte, oltre a essere sulla copertina di Guitar World, insieme a grandi maestri del calibro di Steve Vai e Zakk Wylde. Addirittura quest’ultima lo ha inserito al quarantanovesimo posto tra i cinquanta chitarristi migliori di tutti i tempi.

Lo ricordiamo con un video alle prese con L’estate da Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi e una sua interpretazione di My Heart Will Go On, con Wirman.

https://www.youtube.com/watch?v=bWx_GyTLGmQ&ab_channel=EngAnash

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